Continua il braccio di ferro tra l’attivissimo “Comitato per lo studio e l’adeguamento delle disposizioni legislative in materia di dismissioni dei beni della Riforma Fondiaria” e l’Alsia per ritentare di ottenere giustizia rispetto alle pretese dell’Ente per i prezzi applicati nella partita della dismissione dei beni.
Alla presidente del Comitato, Giusy Chiaradia, e agli altri rappresentanti dell’autonomo organismo associativo, ora non resta che attendere la nomina del nuovo direttore generale dell’Agenzia, considerato che l’incontro tenutosi a Sant’Arcangelo non ha prodotto risultati perché in rappresentanza dell’Ente sono intervenuti dirigenti e funzionari Alsia senza alcun potere decisionale.
La vicenda è nota. Nell’agosto di due anni fa è entrato in vigore un nuovo Regolamento, che ha fissato anche le tariffe per canoni di fitto e vendita dei terreni.
L’Alsia ha quindi invitato i detentori dei beni a pagare il dovuto, in base ai frazionamenti avvenuti in precedenza.
Tutto regolare se non fosse che la stessa Agenzia pretende anche i canoni relativi ai precedenti 5 anni dall’entrata in vigore del Regolamento, facendo finta o non sapendo che in base alle attuali norme di legge e al Diritto italiano, “la retroattività del Regolamento regionale non è ammessa per gli atti ablatori che incidono sfavorevolmente nella sfera giuridica del destinatario”.
Non solo. Fino all’approvazione del Regolamento regionale numero 3 del 5 agosto 2022 era in vigore altro Regolamento che non contemplava affatto il pagamento di canoni d’uso immobili Alsia.
Anche perché la maggior parte degli agricoltori non ha mai sottoscritto un regolare e valido contratto di locazione e non ha mai ricevuto una proposta-preventivo per l’acquisto dei terreni.
Terreni che, ricordiamolo, sono stati ridistribuiti in base alla Riforma Agraria del 1950, per lo più in zone impervie e poco produttive. I beneficiari furono “pregati” di coltivarli e nel tempo li hanno migliorati senza il sostegno di alcuno.
L’incontro di Sant’Arcangelo era dunque stato convocato per regolarizzare la gestione dei terreni, perchè molte disposizioni penalizzano gli agricoltori, in particolare i piccoli detentori.
Il Comitato ha sempre “segnalato nelle numerose interlocuzioni con l’Alsia (tra le quali un incontro del 4 luglio scorso alla presenza del direttore Crescenzi e della presidente del Comitato Giusy Chiaradia nella sede di Matera), alcune criticità relative al Regolamento Regionale n. 3 del 5 agosto 2022, che apparivano e appaiono incongruenti con la effettiva finalità con cui è nato il regolamento stesso; criticità che hanno già dato origine a ulteriori contestazioni e richieste di chiarimento con la direzione dell’ALSIA.
“Il Comitato – è ricordato in un documento – concordava con la direzione dell’Alsia un incontro con i numerosi aderenti per il 7 ottobre, ma per motivi di opportunità amministrativa, in questo momento di vacanza direzionale, l’Alsia ha delegato a presenziare dirigenti e funzionari che in sede di riunione hanno sottolineato la propria posizione di esecutori e non decisori.
Tale vuoto amministrativo impedisce una risposta adeguata e un riscontro immediato alle istanze sollevate, rendendo il quadro decisionale poco affidabile e riducendo ulteriormente la capacità di trovare soluzioni condivise”.
Intanto il Consiglio regionale ha approvato il bilancio dell’Agenzia, senza rendersi conto che su che cosa poggia il documento finanziario-politico.
Da qui, la decisa denuncia da parte del Comitato che ricorda le più gravi problematiche che vivono gli agricoltori: “Il prezzo di mercato richiesto per i terreni – afferma – risulta sproporzionato rispetto alle reali condizioni del mercato e di chi li coltiva da anni e ora si trova, oltre che a dover sostenere un costo iniziale alto, anche a far fronte alle spese di frazionamento, accatastamento e notarili, impattando in modo significativo sulle loro limitate risorse, come è già avvenuto nel territorio di Aliano su espressa indicazione dell’Alsia che considerava questi adempimenti propedeutici all’acquisto”.
Da qui, la rinnovata richiesta di “adeguamento dei prezzi per renderli accessibili e proporzionati alle effettive capacità degli agricoltori; l’assunzione dei costi notarili e di accatastamento da parte di ALSIA per non gravare ulteriormente sugli agricoltori; la sospensione temporanea delle scadenze in attesa della nomina di un nuovo Direttore, in modo da poter aprire tavoli di confronto per una revisione delle disposizioni del regolamento in linea con le esigenze del settore agricolo e le aspettative dei piccoli detentori”.
Il Comitato ha quindi ribadito “la volontà di proseguire con un dialogo costruttivo e pacifico con ALSIA e con le istituzioni regionali competenti, auspicando che le proprie richieste vengano ascoltate e considerate prioritarie nella nuova agenda regionale.
Si confida, inoltre, che le istituzioni comprendano l’urgenza di trovare soluzioni condivise per garantire la sopravvivenza del settore agricolo lucano”. (d.p.)