Questa sera nel Salone della Fondazione Le Monacelle a a Matera è stato proposto al pubblico il concerto “Il trio con clarinetto nell’800 e ‘900” con Antonio Chiarello, clarinetto, Francesco Peverini, violino e viola, Angela Zaccaria, pianoforte per la 28^ edizione della rassegna VivaVerdi Multikulti “Rurali per sempre” di Arterìa, sezione Interpretazioni classiche.
In scena una tipica formazione con tre strumenti, due concertanti e uno con funzione di sostegno armonico, ma che rispetto alla classica che vede violino, violoncello e pianoforte, si propone due strumenti monodici, cioè la viola e il clarinetto, che appartenendo a due famiglie strumentali diverse ma condividendo più o meno la stessa estensione di note, si caratterizzano per la timbrica. Un fatto, questo, che ha ispirato diversi autori classici per sperimentare le possibilità espressive offerte dall’armonizzarsi di queste sonorità dando vita a pregevoli composizioni.
Il trio di Chiarello, Peverini e Zaccaria ha affrontato alcune delle pagine più significative del repertorio che riguarda la loro formazione cameristica interpretando alcuni capolavori a cavallo di due secoli.
Ad aprire il concerto i “Märchenerzählungen (Racconti di fiabe), op. 132”, composizione del 1853 di Robert Schumann (1810 – 1856) che si articola in quattro brevi pezzi per clarinetto, viola e pianoforte che come altrettante fiabe si presentano con una musica che se in apparenza si presenta essenziale e leggera, lascia però trapelare una certa inquietudine legata alla tormentata vita del compositore tedesco, emblema del Romanticismo in musica; di lì a poco ebbe quel definitivo crollo psicologico che lo portò al tentativo di suicidio nel febbraio 1854.
Di Max Bruch (1838 – 1920) sono stati eseguiti gli “Acht Stücke (Otto pezzi) op. 83”, composizione del 1910 per viola, violino e pianoforte, che sono tra i pochi altri lavori cameristici del compositore tedesco, esponente del tardo romanticismo musicale, ad essere ancora oggi conosciuti ed eseguiti.
Proposta anche una pagina musicale particolare per clarinetto violino e pianoforte, quella di Béla Bartók (1881 – 1945): è il trio “Contrasti” (BB 116, SZ) una partitura del 1938 che si presenta in tre movimenti e che incorpora alcune melodie del folklore ungherese e rumeno presentandosi con un andamento armonico che basato sulla continua alternanza della tonalità maggiore/minore in un ambito spesso polimodale.
Il concerto si è concluso con l’esecuzione del “Trio” per clarinetto, violino e pianoforte di Gian Carlo Menotti (1911 – 2007), uno spartito composto del 1996 che è uno degli esempi più interessanti e pregevoli di musica da camera di questo autore noto e apprezzato soprattutto per le sue opere liriche.
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La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)