Con circa 345.000 ettari di superficie boscata la Basilicata rappresenta un’opportunità per le biomasse legnose (legna da ardere; pellet, vale a dire segatura compressa; cippato, scagliette di legno) che sono la prima fonte di energia rinnovabile in Italia, pari al 34%. Lo evidenzia Cia-Agricoltori Potenza-Matera in riferimento al Progetto Biomasse presentato da Stellantis per lo stabilimento di Melfi. La possibilità di sfruttare sottoprodotti della filiera del legno, a poca distanza dal luogo in cui la stessa biomassa viene bruciata – si legge nella nota – rafforza la proposta della Cia dell’istituzione del Distretto regionale agroenergetico Basilicata. E’ questo un modo per rendere competitive, dare maggiore redditività al sistema della Pmi imprese specie quelle agricole, contribuire alla produzione di energie rinnovabili.
Nel sottolineare che la filiera delle biomasse continua a rappresentare la prima fonte di energia rinnovabile a livello nazionale e internazionale, la nota evidenzia che senza quegli 8 megatep generati dalla termica di questo settore, l’Italia non avrebbe mai raggiunto gli obiettivi vincolanti posti dall’unione europea.
Per il presidente nazionale Cia-Agricoltori Cristiano Fini “accade però che il recepimento di direttive europee che generano provvedimenti nazionali, regionali e comunali sempre più restrittivi stanno determinando oggettive difficoltà nell’immediato e prospettive di sviluppo incerte per il futuro. Si tratta di un paradosso che da un lato ci dice che Il Paese ha bisogno di contabilizzare l’energia prodotta dalle biomasse, dall’altro contemporaneamente si adottano provvedimenti che di fatto mettono in discussione il futuro di un intero settore.
È chiaro che siamo in una fase di forte influenza ambientale, determinata dalla necessità di arrivare alla neutralità climatica da qui ad alcuni anni. Obiettivi necessari che – afferma il presidente Cia – nessuno mette in discussione ma che rischiano, attraverso un approccio sbagliato nel metodo, nella strategia e nella programmazione, di generare un corto circuito che ci porterà ad una mancata sostenibilità economica che sfocerà inevitabilmente in una vanificazione degli obbiettivi stessi posti dalla transizione ecologica. Sono fermamente convinto che oggi il compito delle associazioni sia quello di intensificare sempre più in modo organico e strutturato quell’attività di confronto e di lobby politica a tutti i livelli territoriali, siano essi europei nazionali, regionali o comunali. Se non agiremo affinché il procedimento tecnico normativo sia frutto di una forte concertazione politica che tenga conto di tutti i risvolti e gli impatti economici sulle aziende e se non si aprirà un dialogo tra istituzioni e mondo delle imprese, il rischio è che, di qui a poco, si andrà a distruggere il nostro tessuto produttivo, passando inevitabilmente da un progetto di sostenibilità ambientale ad una conclamata crisi economico sociale. E’ su questo scenario che Cia – Agricoltori Italiani non solo accoglie le difficoltà del momento, ma rilancia nella disponibilità di costruire assieme a voi un percorso che dia supporto nelle relazioni politiche e istituzionali, al fine di dare voce alle vostre proposte per uno sviluppo sostenibile di questo settore strategico dell’energia pulita”.
Per Cia, dopo il progetto Stellantis, l’istituzione del Distretto agroenergetico lucano è matura.