“Per provare a risolvere i problemi occorrerebbe anzitutto conoscerli. La Provincia di Potenza ha sempre operato con la massima trasparenza ed impegno per trovare una soluzione alla crisi di Apea S.r.l. Abbiamo adottato tutte le misure possibili per garantire la continuità dei servizi e la tutela dei posti di lavoro, nonostante le evidenti difficoltà economiche ed amministrative, assumendoci anche responsabilità rilevanti. Ricordo a tutti che le difficoltà di Apea non nascono per una scelta politica o per un inadempimento da parte della Provincia. Le criticità sono emerse a seguito della ispezione Mef dell’agosto 2022, riferite alle attività delle annualità precedenti. Il Mef, infatti, a seguito di una approfondita verifica amministrativa e contabile, ha confermato l’assenza di alcuni requisiti oggettivi in capo ad Apea S.r.l. che non hanno permesso di procedere all’affidamento in house del servizio. Da oltre un anno stiamo sollecitando la Regione ad intervenire con l’acquisizione del ramo d’azienda, utile a risolvere la situazione in tempi brevi ma, ad oggi, non mi risulta alcun atto o provvedimento adottato dalla Regione. L’intervento della Regione viene richiesto dal momento che il servizio di controllo delle caldaie è un servizio regionale, delegato alla Provincia dalla stessa Regione”.
È quanto dichiara il Presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano, a seguito delle molteplici inesattezze diffuse negli ultimi giorni in ordine alla questione di Apea S.r.l.
“La Provincia di Potenza ha chiesto l’intervento della Regione Basilicata da oltre un anno e mezzo ed ha atteso invano un intervento, esponendosi anche a rischi e responsabilità importanti; ed oggi, ancora una volta, la Regione non va al di là del semplice impegno “a studiare”, nel corso dei prossimi tre mesi, possibili soluzioni – spiega Giordano – La situazione di sostanziale stallo che si è venuta a creare nel confronto con la Regione sul tema, unitamente alla necessità di non interrompere un servizio essenziale, a tutt’oggi ad essa delegato, ha indotto la Provincia ad avviare una gara aperta, mediante l’approvazione di un Project financing per l’affidamento in concessione pluriennale del servizio di ispezione e accertamento degli impianti termici, per cui è attualmente in corso la procedura di presentazione delle offerte.
Al sottoscritto, nell’ambito delle riunioni tenutesi presso la Regione Basilicata, è stato addirittura richiesto di erogare un prestito di 40.000 euro prima della sottoscrizione di un contratto di affidamento provvisorio trimestrale. Di fronte a tale paradossale ed illegittima richiesta ho invece evidenziato che, prioritariamente non rientra nelle competenze degli organi politici il potere di impegnare l’Ente in clausole inerenti procedure gestionali (affidamenti, anticipazioni ecc.), ma, soprattutto, l’eventuale prestito sarebbe stato un evidente “soccorso finanziario” vietato dall’art. 14 comma 4 del TUSP (Testo Unico Società Partecipate). Contestualmente, invece, è stato ribadito che l’azienda avrebbe avuto la possibilità di beneficiare dell’anticipazione contrattuale ai sensi dell’art.125 del Codice dei Contratti, laddove avesse sottoscritto il contratto di affidamento del servizio di cui trattasi, nelle modalità e forme consentite dalla norma. Preciso che i provvedimenti ufficiali dimostrano che la Provincia aveva anche effettuato l’aggiudicazione definitiva del servizio per il prossimo trimestre, a cui purtroppo non è seguita la sottoscrizione del contratto da parte dell’azienda.
Nel corso dei medesimi incontri, alla presenza dei sindacati, il sottoscritto ha più volte ribadito che la Regione potrebbe procedere all’acquisizione del ramo d’azienda da parte di un’altra società regionale. Tale soluzione è stata confermata sia dai consulenti della Regione che dallo studio di due diligence predisposto per conto della Provincia di Potenza dalla società Consulentia S.r.l. Occorrono, però, dei provvedimenti immediati.
Intanto la Provincia ha garantito gli undici dipendenti mediante l’inserimento all’interno della procedura di gara in corso di una clausola sociale che mi sento di poter definire “rafforzata”, dal momento che, laddove la Regione non dovesse intervenire, impegnerà la nuova società ad acquisire il servizio e a garantire loro le medesime condizioni contrattuali attuali, sia rispetto al luogo di svolgimento delle attività, che rispetto al tipo di contratto di cui beneficeranno, più vantaggioso rispetto a quello che avrebbero potuto avere.
Comprendiamo la preoccupazione dei lavoratori e delle loro famiglie e, come Provincia, ribadiamo il nostro impegno nel continuare a collaborare con tutte le istituzioni coinvolte per superare questa crisi, ma non sono più disponibile ad accettare speculazioni sul tema. Né tantomeno avalleremo ulteriormente l’atteggiamento di chi prima ha contribuito a creare il problema ed oggi finge di volerlo risolvere. Non è più il tempo dello “studio e delle verifiche”, è il momento degli atti e dei provvedimenti immediati. Il rischio è che “mentre il medico studia l’ammalato muore”.