“I Distretti del cibo sono un fattore strategico per lo sviluppo sociale ed economico dei territori, la permanenza delle famiglie agricole nelle aree interne, la tutela della biodiversità, la valorizzazione delle diete tradizionali ed il contrasto all’omologazione alimentare, come la promozione del cibo sintetico”. Lo sostiene una nota di Cia-Agricoltori Potenza-Matera facendo riferimento al decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste sulle procedure di attuazione dei Distretti del Cibo. Nel sottolineare che i Distretti del Cibo sono parte integrante del Piano Agricolo Alimentare 2024-2027 per la Basilicata presentato dalla confederazione a marzo scorso, Cia ricorda che le risorse disponibili – 100 milioni di euro – vanno spese per tutti i 205 Distretti riconosciuti dal Ministero e non solo sui cinque lucani e invita gli agricoltori-produttori a manifestare la massima attenzione alla scadenza ravvicinata: le domande di contributo previste dal decreto ministeriale dovranno essere caricate sul portale messo a disposizione dal Masaf entro il 15 novembre prossimo.
Cia evidenzia che i prodotti dop e igp della Basilicata hanno un valore di 16 milioni di euro all’anno. Sono 19 i prodotti (13 alimentari e sei vini) certificati in Basilicata, che è 19/a nella classifica tra le regioni italiane “per numero e valore di prodotti a denominazione riconosciuti dall’Unione europea. Nello specifico, il comparto dei prodotti agroalimentari Dop e Igp vale 2,5 milioni di euro, mentre quello vitivinicolo (Doc, Docg e Igt) 13milioni di euro. Gli operatori interessati (compreso il settore vinicolo) in totale sono 728 (448 per il vino e 280 per l’alimentare). Questa la suddivisione delle filiere: 84% vino, 13% formaggi, 2% ortaggi e 0,6% olio) . Ai Dop e Igp si aggiungono le tre Stg nazionali e le due Bevande Spiritose ig regionali, per un totale di 24 indicazioni geografiche. In Basilicata crescono i produttori certificati nel settore agroalimentare di qualità. Sono agricoltori, allevatori, trasformatori, piccoli operatori che si occupano di Dop, Igp e Stg sempre più richiesti sui mercati e che consentono maggiore remuneratività. In Basilicata sono 324, in aumento rispetto al 2021 (più 29,6%). Tra i settori in crescita per numero di produttori figura, in particolare, quello delle carni fresche.
Per Cia “per il raggiungimento degli obiettivi dei Distretti è necessario il pieno riconoscimento giuridico del valore economico, sociale, culturale dell’agricoltura familiare per la realizzazione dell’Agenda 2030. La cultura rurale, la biodiversità agroalimentare e il cibo sono tre patrimoni che costituiscono il valore della terra e di chi la lavora: un patrimonio materiale e immateriale inestimabile, del quale noi ci facciamo animatori e custodi”. E ancora sul ruolo dei distretti: “Il cibo e l’agricoltura devono essere i riferimenti da cui partire per uno sviluppo veramente sostenibile per nutrire e salvaguardare il pianeta. In questa visione, i Distretti del cibo possono rappresentare un modello di governance dei sistemi locali del cibo”. “