Ritiro del Ddl sicurezza 1660, riunione nella Prefettura di Potenza: di seguito l’intervento del Comitato unitario di scopo inviato da Federico Mazzaro.
In mattinata si è tenuto in Prefettura un incontro sollecitato dal Comitato unitario di scopo per il ritiro del DDL sicurezza n. 1660.
La richiesta, che era stata avanzata al Prefetto in occasione del Presidio dello scorso Sabato 19 Ottobre, al quale hanno aderito numerose organizzazioni politiche, sociali e sindacali, pone al centro dell’attenzione del Governo e del Parlamento la ineludibile necessità dell’immediato ritiro di un DDL che, se convertito in legge, segnerà il superamento del livello di guardia della democrazia nel nostro Paese, con un feroce e inedito attacco alla libera espressione politica di organizzazione, di manifestazione e di pensiero.
Ricordiamo, a titolo puramente esemplificativo, alcuni dei punti richiamati nel DDL in questione:
● fino a 2 anni di carcere per manifestazioni e scioperi con blocco stradale;
● previsto anche il carcere per chi protesta contro le grandi opere;
● la “propaganda” delle lotte è punibile fino a 6 anni, essendo ritenuta “terrorismo della parola”;
● carcere fino a 7 anni per chi occupa una casa sfitta o solidarizza con gli occupanti;
● pene detentive fino a 15 anni per resistenza attiva;
● fino a 4 anni per resistenza passiva (nuovo reato, ribattezzato “anti-Gandhi”).
La delegazione, ricevuta dal Prefetto Vicario,
ha fermamente denunciato la pericolosità di queste paventate norme in grado di mettere in discussione la stessa convivenza civile e democratica del nostro paese, con drammatiche conseguenze su lavoratori e ceti popolari a cui si nega sostanzialmente la possibilità di lotta e di organizzazione.
A tal fine è stato formalmente consegnato
un documento, da far pervenire all’attenzione della Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Senato e Camera, con il quale si chiede il ritiro del provvedimento in itinere.
Si è colta infine l’occasione per avere un definitivo pronunciamento del Prefetto sulla richiesta reiterata di chiusura del Cpr di Palazzo San Gervasio, soprattutto in seguito alle numerose denunce dei drammatici e gravissimi episodi consumatisi di recente con la morte di Oussama Darkaoui e delle vessazioni e condizioni disumane subite da tutti gli “ospiti” migranti.
Il Prefetto Vicario, nel prendere atto di quanto esposto dalla delegazione, ha assicurato che saranno rappresentati i motivi e le sollecitazioni, alla base delle iniziative del comitato, ai referenti istituzionali competenti.