“Il settore funziona col nostro lavoro” è il tema dello sciopero nazionale di 8 ore e della manifestazione a Roma promossi unitariamente da Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, a cui ha partecipato una delegazione della Uiltec e della Uil Basilicata.
I segretari Uil Vincenzo Tortorelli e Uiltec Giuseppe Martino hanno evidenziato che in particolare la mobilitazione ha fatto sentire forte la voce delle lavoratrici e dei lavoratori del settore della componentistica non metalmeccanica. Sono i lavoratori dei settori gomma plastica, vetro tessile e chimica che chiedono di salvaguardare la filiera – 45mila gli addetti- dalla crisi e dal rischio di ulteriori delocalizzazioni, di mettere in campo ulteriori ammortizzatori sociali e di aprire un tavolo con il governo. Questa mobilitazione – hanno aggiunto Tortorelli e Martino -è fondamentale per rivendicare contratti giusti, salari adeguati e condizioni di lavoro sicure, nel rispetto della dignità di ogni lavoratore e lavoratrice. Siamo uniti e determinati a costruire un futuro migliore per tutti.
A lavoratrici e lavoratori della componentistica non metalmeccanica legata alla filiera industriale dell’automotive vengono applicati i contratti collettivi nazionali di lavoro, ed esattamente per l’85% il CCNL Gomma plastica Industria e per il 15% i CCNL SMI, Pelli e Cuoio, Vetro, Chimica, Gomma plastica Confapi. È fortissima – sottolineano i sindacati – la preoccupazione per la profonda crisi che sta colpendo il settore, in particolare rispetto alle aziende che lavorano prevalentemente per Stellantis. Quest’ultima sta chiedendo alla prima fascia di fornitori di delocalizzare le produzioni in Marocco e Tunisia, dopo che negli anni scorsi sono stati progressivamente spostati volumi nell’Est Europa.
Daniela Piras, Segretaria generale della Uiltec, intervenendo alla manifestazione, ha detto che “l’industria e’ il cuore dello sviluppo e della crescita del Paese. Secondo le nostre indagini la transizione verso l’elettrico può bruciare entro il 2030 ben 7 miliardi di euro, con un calo della produzione del 10 per cento rispetto ai livelli attuali. Stiamo parlando di una filiera che vale 55 miliardi di euro ed impiega complessivamente in ambito nazionale circa 170mila addetti. Abbiamo chiesto all’esecutivo, tra le tante cose – ha aggiunto – anche quella di creare le condizioni per l’attuazione di una seria politica industriale, partendo dalla riduzione della dipendenza energetica del Paese dall’estero. Riscontriamo tuttora spazi ristretti in tal senso”.
—