È stata presentata questa mattina a Potenza la Piattaforma unitaria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil per la stipula di protocolli d’intesa con i committenti e stazioni pubbliche appaltanti in Basilicata al fine di garantire la qualità del lavoro e delle opere e la tutela dei lavoratori impiegati negli appalti di lavori e interventi infrastrutturali.
Al centro del protocollo il lavoro stabile e di qualità attraverso la promozione della sicurezza, della salute e del benessere nei luoghi di lavoro, la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, il contrasto del lavoro sommerso e dell’irregolarità delle condizioni di lavoro, la diffusione della cultura della legalità.
“Si tratta di un sistema di regole che vanno nella direzione della tutela del lavoro e dei lavoratori e che sottoporremo a tutti i soggetti coinvolti nei lavori pubblici, imprese e stazioni appaltanti, che con questo atto si impegnano promuovere buone pratiche al fine di contrastare chiunque travisi l’interesse pubblico per fini illegittimi e all’insegna della illegalità – hanno spiegato i segretari generali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Basilicata, Angelo Vaccaro, Angelo Casorelli e Mino Paolicelli – Negli appalti per la realizzazione di lavori e interventi di infrastrutturazione del territorio regionale, i firmatari dovranno impegnarsi ad assicurare la realizzazione di opere di qualità e a contrastare fenomeni di dumping contrattuali che si verificano per mezzo della non applicazione dei contratti collettivi nazionali e locali dell’edilizia firmati dalle associazioni datoriali e organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale, oltre al rispetto e alla piena applicazione della legislazione in materia di lavoro e di tutela della salute e sicurezza, anche come deterrente per la criminalità organizzata”.
Nello specifico il protocollo mira a una maggiore certezza dei tempi e dei costi delle opere e degli interventi a vantaggio delle pubbliche amministrazioni e più in generale della intera collettività; a ridurre il ricorso al subappalto, il cosiddetto subappalto “a cascata”, che disperde valore lungo la filiera, impoverisce il lavoro e riduce di fatto le responsabilità in capo al committente e alle imprese affidatarie ed è spesso causa di problematiche in termini di regolarità contributiva e di sicurezza; a garantire, nei casi di cambio di gestione dell’appalto, l’assorbimento e l’utilizzo prioritario dei lavoratori impiegati nella gestione, mantenendo il trattamento economico normativo previsto dal contratto collettivo nazionale del lavoro edile; a contrastare la corruzione e gli interessi illeciti di ogni tipo e alle possibili infiltrazioni di criminalità organizzata.
Previsti anche corsi di formazione tesi a favorire il miglioramento delle competenze professionali dei lavoratori e il miglioramento delle competenze in materia di tutela della salute e della sicurezza nei cantieri edili e a rafforzare i rapporti sindacali con il committente o stazione appaltante che dovrà promuovere tavoli di confronto con i sindacati, monitorare l’andamento degli appalti oggetto del protocollo e verificare che l’operatore economico applichi effettivamente i contratti collettivi nazionali del lavoro (regolarità nell’applicazione contrattuali e monitoraggio delle modalità di reclutamento della manodopera, controllo della filiera degli operatori economici coinvolti nel ciclo realizzativo dell’opera, applicazione clausola continuità occupazionale).