Maggioranza e opposizione si sono assunte l’impegno di addivenire ad una risoluzione condivisa sullo stabilimento di Melfi per affrontare la situazione di crisi.
La situazione di Stellantis oggetto di ampio e articolato dibattito da parte del Consiglio regionale della Basilicata, i cui lavori sono proseguiti nel pomeriggio. Le forze di maggioranza e di opposizione in Assemblea hanno prodotto due distinte risoluzione sulle quali, su suggerimento del consigliere Napoli, condiviso da Lacorazza, nella prossima conferenza dei capigruppo, alla presenza del Governo regionale, si farà sintesi per addivenire ad un unico documento. Ad aprire il dibattito la relazione del presidente della Regione, Vito Bardi e a seguire gli intervenuti di Bochicchio, dell’assessore alle Attività produttive Cupparo, Chiorazzo, Galella, Vizziello, Casino, Marrese, Araneo, Picerno, Tataranno, Aliandro, Cifarelli, Leone, Morea, Fanelli, Pittella, Lacorazza e Napoli.
“Se il comparto dell’auto è davvero vissuto come una priorità allora bisogna investire. La Regione non ha la forza di fare tutto per tutti i settori. Bisogna fare delle scelte. La Regione può iniziare promuovendo un tavolo istituzionale con lo Stato, per far crescere la competitività del ‘sistema Basilicata’. Si parta dalla riduzione del costo del lavoro, facendo leva sull’Irap, l’imposta regionale per le attività produttive”. Così il consigliere Antonio Bochicchio (Avs-Psi-Lbp) il quale ha auspicato che “la Regione metta a disposizione maggiori risorse su chi investe in attività ‘ad alta intensità di lavoro’, lasciando andare per la loro strada i grandi interessi che sanno come badare a sé stessi e come moltiplicare i loro profitti”. Bochicchio ha sollecitato “l’intervento della Regione verso il Governo nazionale e in direzione del vicepresidente Fitto, perché – ha sottolineato -attraverso loro si possano modificare gli indirizzi europei in materia di fabbricazione di autoveicoli, oggi forse troppo rigidi”. In conclusione del suo intervento il consigliere ha espresso perplessità
sull’impianto di biogas di Stellantis e ha chiesto al Governo regionale di “non accelerare e di svolgere ulteriori approfondimenti”.
“Quella di Stellantis e dell’automotive è la crisi più importante per i suoi effetti disastrosi sul piano della tenuta sociale e produttiva della Basilicata. Da tempo c’erano tutte le avvisaglie di questa crisi”. Così il consigliere Angelo Chiorazzo (Bcc) per il quale l’auspicio è che il Governo centrale stanzi risorse adeguate per nuove iniziative produttive a Melfi e in Basilicata e per le imprese del comparto automotive, al fine di ridurre la cassa integrazione ai lavoratori. Il lancio della produzione dei nuovi modelli, l’ultimo annuncio di qualche ora fa della Lancia Gamma a Melfi a partire dal 2026, è da salutare con le dovute cautele. Restano le preoccupazioni legate ai costi di vendita dei nuovi modelli e un mercato in contrazione, a una scarsa propensione dei consumatori a preferire veicoli elettrici a quelli tradizionali, alle difficoltà dei governi a sostenere in maniera significativa lo sviluppo dell’elettrico attraverso la costruzione di adeguate infrastrutture e incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici”. “Attendiamo di conoscere da Bardi – ha concluso il consigliere – quali sono le misure e le iniziative che promuoveremo immediatamente come Regione per non perdere la sfida e per la sopravvivenza della Basilicata”.
“Le scelte scellerate dell’Europa sulla cessazione della produzione di auto non elettriche dal 2035 hanno innescato una mostruosa crisi del settore automotive europeo. Le scelte della produzione di auto in Italia devono oramai confrontarsi costantemente con lo scenario europeo e mondiale, visto che Stellantis produce auto in tutto il pianeta”. Così Alessandro Galella (FdI), che ha evidenziato l’importanza di “rendere le condizioni in cui Stellantis e tutto l’indotto operano in Basilicata le più competitive possibili. Gli investimenti per la produzione energetica vanno esattamente in questa direzione. Il riconoscimento della zona di crisi di area complessa è il miglior strumento che potesse essere messo a disposizione degli imprenditori che operano in Basilicata nel settore dell’auto per immaginare una riconversione di settore o per adeguarsi al mercato dell’auto elettrica”. Nel sottolineare “l’investimento sulla messa in opera delle colonnine elettriche concordato con l’Eni che va nella direzione di stimolare l’acquisto di auto elettriche”, Galella ha rimarcato la necessità che Stellantis si relazioni costantemente con le istituzioni italiane e lucane per trovare al più presto una nuova rotta in uno dei settori industriali più importanti del mondo”.
“La rilevanza di Stellantis per l’economia e la società lucana sta nei numeri, prima ancora che nelle considerazioni di carattere politico e sociale. Se Stellantis tossisce, la Basilicata si prende la polmonite”. Lo ha affermato Giovanni Vizziello (Bcc) precisandeo che “Alla luce dei dati, il rapporto della nostra regione con Stellantis deve essere costruito su elementi di verità. E’ tutta colpa dell’elettrico, come fa intendere Tavares? Stellantis non produce e non riesce a vendere non solo le vetture elettriche, ma nemmeno quelle endotermiche e quelle ibride, nonostante i finanziamenti ricevuti. Le istituzioni siano al fianco dei lavoratori ma siamo al cospetto di dinamiche che prescindono dalle reali possibilità delle istituzioni locali. Le multinazionali non si fanno scrupolo a delocalizzare le produzioni per il profitto. Il 72% delle autostrade elettriche si concentra in Francia, Germania, Olanda e Austria. In Italia il 76% delle colonnine di ricarica elettrica sono nel Nord del Paese. Questi e altri fattori influenzano le vendite. Occorre una nuova offerta di beni collettivi, per arginare il familismo amorale che impedisce ai migliori di emergere. Se un manager guadagna dieci volte più del proprio lavoratore, c’è un problema eTavares guadagna quanto 12 mila operai.
Per il consigliere di FI, Michele Casino: “La crisi di Stellantis è un tema che la Basilicata ha affrontato prima ancora che si arrivasse ad una situazione grave riguardante ora non soltanto lo stabilmento di Melfi, ma tutti gli stabilimenti del marchio. La Regione Basilicata non è stata ferma: ha dato il via libera alle nuove linee guida regionali per la disciplina dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e al disciplinare Api-Bas per la costruzione di impianti per lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili con un investimento di 17 milioni di euro e la realizzazione di impianto a biogas con cui produrre l’energia necessaria al funzionamento dello stabilimento di Melfi. Favorire Stellantis – a parere di Casino – abbassando i costi produttivi da noi, vuol dire renderla più solida anche a livello mondiale e questo non può essere un dato ininfluente”. “E su ciò – ha continuato il consigliere di FI – il presidente Bardi non si è mai mostrato cedevole”, ricordando l’approvazione, “non più tardi di un mese fa, della delibera sull’impianto energetico chiesto da Stellantis. Oggi mi unisco alla sua richiesta di fare ‘corpo unico’ con tutte le parti che hanno a cuore il destino dell’automotive nella nostra regione”.
Per il consigliere Piero Marrese (Bd): “Il Green Deal introdotto dall’Unione Europea sta accelerando la crisi del comparto automotive a livello internazionale, con uno scenario di lacrime e sangue. In questo quadro s’inserisce lo stabilimento Stellantis che, insieme all’indotto, riveste un’importanza strategica per l’intera Basilicata. L’imperativo categorico, è adoperarsi per evitare il depauperamento del patrimonio industriale realizzato nell’ultimo trentennio a Melfi, salvaguardando i livelli occupazionali ed evitando che i costi di questa crisi ricadano sulle aziende dell’indotto e della logistica. Urge una riforma degli ammortizzatori sociali, prolungando la cassa integrazione sino a quando non ci sarà l’auspicabile rilancio produttivo. Occorre un’oculata azione sinergica tra le istituzioni (Regione Basilicata, Governo Nazionale e parti sociali) che induca Stellantis a fare cose reali sul destino della fabbrica di San Nicola di Melfi. Il mio auspicio è che da questa seduta consiliare emerga una strategia finalizzata a ottenere garanzie occupazionali e produttive per Stellantis e per il tessuto produttivo locale dell’indotto. È il momento per la Regione Basilicata di mettere in campo soluzioni concrete a tutela dell’economia regionale e delle comunità locali.
La consigliera del M5s Alessia Araneo si è detta scandalizzata per il fatto che nessuno abbia accennato, nei precedenti interventi, alla questione occupazionale. “Altrettanto scandaloso – ha affermato – è che qualcuno possa essersi dichiarato contrario rispetto alla scelta di far pagare le tasse a Stellantis al Comune di Melfi. “Ma a tal proposito io dico meno male che Stellantis ha pagato le tasse”. “La Basilicata – ha proseguito – avrebbe dovuto investire in transizione energetica e in ricerca. Cosa hanno più di noi Cina e Giappone? L’Italia è uno dei paesi dell’Unione europea che ha meno investito in ricerca e sviluppo. In Basilicata i bandi di sviluppo cosa hanno prodotto? Il campo di ricerca Stellantis cosa ha prodotto? Perché negli ultimi anni nessuno ha pensato di fare il primo grande esperimento di transizione energetica e ambientale? Abbiamo il petrolio, ma manca la visione. La Basilicata ha subito la transizione energetica ambientale e ora apre all’impianto biogas, semplificando il disciplinare, in cambio di cosa? Da queste negligenze della politica ricavo che in questa regione rimarranno solo pale eoliche selvagge e impianti a biogas. Questo Governo ha ceduto tutto a Stellantis ma non ha ottenuto nessuna garanzia sulla tenuta occupazionale”.
Fernando Fortunato Picerno (FI) si è detto d’accordo sul fatto che “si deve raggiungere un obiettivo comune e condiviso per risollevare le sorti di un’azienda che contribuisce in modo determinante a sostenere il PIL regionale e la tutela dell’occupazione. Non ultimo sarà costruita una centrale a biogas, ma non dovrà essere un palliativo, così si andrebbe a ridurre solo la quota energia. Chiedo, pertanto, che la stessa sia messa a disposizione anche di tutte le imprese dell’indotto. Questo è un messaggio che è rivolto anche alle sigle sindacali che dovranno sensibilizzare i lavoratori per la continuità produttiva. Altro punto importante e verificare come far diminuire i costi del prodotto e indirizzare i clienti ad acquistare i nostri prodotti. Dobbiamo essere più nazionalisti (vedi Francia) ed evitare che lo Stato e la Regione facciano solo assistenzialismo. L’impegno che ci possiamo assumere è quello di migliorare le infrastrutture rendendo, così, più veloce il trasporto dei prodotti dell’indotto. Siamo difronte ad una forte globalizzazione che, inevitabilmente, ci porterà ad un impoverimento delle classi sociali, spostando l’acquisto verso mercati migliori”.
Per il consigliere Domenico Tataranno (Lega): “Stellantis non è solo una fabbrica. È il cuore pulsante di una Basilicata che ha dimostrato di poter competere con i territori più sviluppati d’Europa. Ma oggi questo cuore batte più lentamente, e non possiamo fingere di non vedere i segnali d’allarme. Questo accade non per una crisi di mercato inevitabile, non per l’obsolescenza di un prodotto, ma per scelte politiche identificabili. Bruxelles ha deciso che dal 2035 non si potranno più vendere auto nuove a combustione interna. Una scelta arrogante da parte di una burocrazia che ha perso il contatto con la realtà. Questa transizione forzata sta creando una frattura sociale pericolosa. La sinistra che dice di difendere i lavoratori, cosa ha fatto quando al Parlamento Europeo si è votato questo regolamento? Ha votato a favore. Gli stessi che oggi manifestano davanti ai cancelli di Melfi hanno alzato la mano per condannare l’industria automotive italiana. E mentre noi ci facciamo del male con regolamenti irrealistici, altri paesi stanno costruendo il loro futuro industriale. Non siamo contro l’ambiente, siamo contro l’ideologia che sacrifica il lavoro sull’altare di un ambientalismo da salotto. Il futuro di Melfi e della Basilicata dipende dalle scelte che facciamo oggi. Non deludiamo i lucani”.
Il Consigliere regionale di Forza Italia, Ganuario Aliandro, ritiene che: “Stellantis sia una delle nostre principali realtà industriali, nella quale sono state riposte aspettative di crescita e di sviluppo per l’intero territorio. A Melfi si rischia una vera emergenza lavorativa già ad inizio 2025 che non potrà che essere ulteriormente aggravata dall’imminente adeguamento della produzione alle stringenti esigenze della decarbonizzazione”. “Per questo – secondo Aliandro – il primo passo da fare è quello di intercedere con il ministro Urso affinché in Europa si riveda il cronoprogramma sulla decarbonizzazione per consentire allo stabilimento di Melfi di continuare nella sua produzione. Ma, allo stesso tempo – ha sostenuto il consigliere di FI – bisogna provare ad incidere anche sulla strategia industriale adottata da Stellantis che, attualmente, prevede per Melfi una produzione pari a meno della metà delle autovetture rispetto alla capacità produttiva massima raggiunta. Occorre prevedere degli interventi mirati e concreti – ha concluso Aliandro – per rafforzare la produzione dell’area di Melfi e salvaguardare il lavoro e tutte le aziende del comparto automotive”.
“Ci si è buttati nella politica internazionale e, invece, mi sarei aspettato un dibattito un po’ più onesto. Voglio evitare la polemica spicciola, e voglio ricordare a tutti noi che il 70 per cento delle forze politiche sedute in questa Aula hanno voluto questa realtà”. Lo ha detto il consigliere Roberto Cifarelli (Pd) aggiungendo che: “Sta cambiando il mondo e l’economia dei grandi paesi. Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre forze e competenze per contenere quanto sta accadendo? I numeri saranno sempre più impietosi. In quest’Aula abbiamo sempre provato a tenere alta l’attenzione su Stellantis e sembrava che quasi dessimo fastidio al Governo regionale. Su Melfi bisognava mettere un impegno maggiore. Sono state approvate diverse mozioni sul tema dell’automotive con le quali si chiedeva la riduzione della dipendenza da fonti fossili, una politica regionale sul distretto dell’auto. Queste mozioni sulla vertenza Stellantis chiedevano di non perdere nessun posto di lavoro. Le responsabilità sono diffuse se siamo arrivati sino a questo punto. Ci sono cose che non dipendono da noi ma cose che dipendono da noi e per me – ha concluso l’esponente del Pd – non stiamo facendo tutto il possibile rispetto a quello che potremmo fare”.
“Per certi versi ho apprezzato l’intervento di Cifarelli perché ha detto ‘proviamo a fare quello che non abbiamo fatto, sicuramente avremmo dovuto investire più in ricerca’”. Lo ha dichiarato il consigliere Rocco Leone, sottolineando: “Dobbiamo chiederci: il tema è la ricerca o la transizione energetica che doveva essere un vento leggero ed è diventato invece una tempesta?” “Chiorazzo – ha proseguito Leone – ha detto nel suo intervento “Non lasciamo decidere ai francesi, ma dobbiamo ricordare a tutti noi gli investimenti dati alla Fiat e la mancata consapevolezza dei problemi che il passaggio di proprietà poteva creare. Adesso ce la prendiamo con il Governo che non ha fatto i passi dovuti, ma l’Italia non è attrezzata per poter gestire un parco di macchine elettriche. E’ un discorso molto più complesso che anche la classe politica più competente è costretta a fare da spettatrice perché non si possono imporre scelte a Stellantis. Eppure, il presidente Bardi e il ministro Urso stanno spendendo molte energie sulle tutele del nostro sito. L’auspicio è che questo Consiglio regionale sia unito, non c’è nessuno in questa Aula che vuole perdere lo stabilimento di Melfi, e allora mettiamo da parte le appartenenze politiche e diciamo alla Giunta di elaborare un documento onesto intellettualmente”.
“La situazione che vive oggi lo stabilimento Stellantis di Melfi è una ferita aperta per la nostra regione e per migliaia di lavoratori che, con dedizione e sacrificio, hanno contribuito a rendere questo impianto uno dei simboli della produzione automobilistica italiana”. Lo ha sottolineato il consigliere Francesco Fanelli (Lega) che ha invitato a riflettere sul fatto che: “La crisi che ha colpito il settore automotive, aggravata dalle politiche energetiche europee, rischia di compromettere il futuro di questa fabbrica e il tessuto economico della Basilicata. La transizione verso l’elettrico, senza un piano graduale e sostenibile, rischia di trasformarsi in un disastro sociale. Non possiamo permettere che la Basilicata venga lasciata sola ad affrontare le conseguenze di una transizione non gestita. È fondamentale che Stellantis rispetti gli impegni assunti ma è altrettanto urgente che l’Unione Europea, il Governo italiano e il Governo regionale, ognuno per la propria parte, intervengano affinché questa crisi non si abbatta sui lavoratori. La Regione Basilicata è pronta a intervenire affinché sia rispettata e tutelata la dignità dei nostri lavoratori e la sicurezza economica delle loro famiglie”.
“Esprimiamo una preoccupazione profonda per la crisi di Stellantis e dell’automotive perché c’è il rischio di distruggere un intero settore e di perdere un altro asset fondamentale per l’Italia e la Basilicata”. Lo ha dichiarato il consigliere Massimo Morea (Azione), evidenziando che “Si pagano politiche industriali sbagliate, si sconta l’apertura al mercato asiatico che ha stravolto gli equilibri commerciali e produttivi e sono aumentate esponenzialmente le importazioni dai mercati orientali, quindi è necessaria una politica di dazi sulle auto elettriche cinesi. Ben vengano i sostegni ai nostri produttori che non devono necessariamente tradursi in incentivi per l’acquisto di auto ma deve essere garantito un aiuto fondamentale al settore produttivo. La Regione ha fatto la sua parte con Stellantis, favorendo la realizzazione di un impianto a Biogas per la riduzione dei costi dell’energia e la maggiore efficienza energetica. Non basta, vogliamo che Stellantis mantenga gli impegni assunti con l’Italia, vogliamo che la politica comunitaria riveda le scadenze per la transizione energetica. L’obiettivo del 2035 è conseguibile ma la transizione deve essere accompagnata con politiche industriali adeguate. La politica deve stringere un patto con le imprese e le imprese devono mantenere i patti con i lavoratori”.
“L’Italia arriva in ritardo agli appuntamenti strategici e lo è anche l’Europa rispetto alle grandi sfide epocali, quali il riposizionamento geopolitico in una fase di riconfigurazione dei rapporti internazionali. Manca, tanto a livello europeo che nazionale, un’idea di sviluppo. È necessario, pertanto, un cambio di paradigma”. Così il presidente del Consiglio regionale Marcello Pittella (Azione) secondo il quale “Il protagonismo della Regione è nell’interlocuzione con il Governo per proporre la nostra idea di sviluppo. La Basilicata ha la fortuna di essere baricentrica nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo. La sfida per noi può essere questa e da qui che può partire una riscossa per la nostra regione. Su Stellantis abbiamo consentito troppo, mettendoci in posizione sfavorevole rispetto al Governo francese. Purtroppo, abbiamo svenduto i gioielli di famiglia senza un’idea prospettica di sviluppo. Dobbiamo interloquire col Governo nazionale per capire in quale direzione si vuole andare. La verità è che il Green Deal è invivibile per come è concepito. In questi anni abbiamo giocato al rialzo senza essere pragmatici, non mettendo in atto misure anticicliche. Dobbiamo sapere qual è la nostra idea di sviluppo per la Basilicata e far valere le nostre prerogative”.
“Per dare valore e forza alle Istituzioni e per consentire alla Regione di avere maggior peso con il Governo nazionale è necessario ricercare l’unità delle forze politiche. Le cose che ci dividono indeboliscono anche le parti sociali”. Così il capogruppo del Pd, Piero Lacorazza che ha aggiunto: “Noi dobbiamo mantenere un doppio registro: più forza a tutela delle lavoratrici e lavoratori di Stellantis e delle imprese dell’indotto, e un cambio di passo per la programmazione comunitaria all’interno di un nuovo Piano Strategico Regionale. Scaricare sul Green Deal ogni responsabilità non fa i conti con le contraddizioni del mondo in cui padri e madri hanno diritto ad un lavoro dignitoso ma anche i figli ad un futuro in cui i cambiamenti climatici non sottraggano opportunità”. Per Lacorazza, inoltre, “è necessario un maggior coordinamento tra le regioni che hanno stabilimenti Stellantis al fine di mettere in campo azioni più incisive sul Governo nazionale. E’ importante giungere ad un documento articolato a protezione dello stabilimento di Melfi. Se su questi punti – ha concluso – troviamo una convergenza fra tutte le forze politiche riusciremo a dare spessore al Consiglio regionale della Basilicata”.
Il consigliere Michele Napoli (FdI) che ha concluso il dibattito ha ribadito che: “Il problema Stellantis non nasce con questo Governo ma viene da lontano. Occorre chiedersi come mai Stellantis, nel pieno di una crisi generalizzata del settore, rispetto alle altre case automobilistiche, non metta in discussione gli impegni presi dall’Ue rispetto al Green deal. Stellantis è interessata a spuntare a livello europeo politiche di incentivi ed è proiettata, da qual che si vocifera, alla mera commercializzazione delle auto, per questo fa accordi con i cinesi per trovare condizioni economiche più favorevoli. Il Governo sta operando per scongiurare questa eventualità, chiedendo con forza a Stellantis un piano industriale per stare al passo con i mercati. La Basilicata è una regione cerniera nel Mezzogiorno e verso il Meditarraneo, si affaccia su mercati interessanti che sono in grande sviluppo e che sono una opportunità da cogliere. Dobbiamo fare proposte concrete per raggiungere gli obiettivi, come quella di un fondo europeo per la transizione ecologica che possa sostenere la sfida tecnologica in atto, un accesso prioritario a tali fondi per lo sviluppo delle competenze, l’implementazione di programmi di formazione, il sostegno alle imprese locali e a quelle dell’indotto”.
Potenza, 29 ottobre 2024