Archivio di Stato, deputato Lomuti (M5s): “Riprendono i lavori di restauro al palazzo dell’ex Biblioteca Provinciale. Perso tempo e soldi, occorrerá vigilare”. Di seguito la nota integrale.
La ripresa dei lavori di restauro del palazzo dell’ex biblioteca provinciale è un’ottima notizia, non solo per Potenza ma per tutta la regione.
L’accordo siglato tra il nuovo direttore dell’istituto e l’ATI, dovrebbe finalmente porre fine all’imbarazzante stato di abbandono in cui versa l’edificio di Corso Garibaldi, sede storicadell’Archivio di Stato di Potenza, uno degli istituti culturali più rilevanti di città.
Tuttavia, pare proprio che occorra aspettare ancora per poter cantare vittoria, dato che del fondo messo a disposizione ne è rimasto ben poco rispetto al finanziamento originario e con il ricalcolo dei costi c’è poco da stare tranquilli.
Infatti, le condizioni economiche di oggi potrebbero determinare un nuovo fermo dei lavori per esaurimento delle finanze. Purtroppo, come si direbbe in tali casi “un film già visto” specie dalle nostre parti.
Quindi, occorrerà davvero stare attenti e vigilare sullo stato dell’arte dei lavori già dalla loro ripresa per scongiurare l’esito poc’anzi descritto. L’archivio di stato attende già da oltre un decennio di essere ricollocato nella sede del palazzo dell’ex biblioteca provinciale.
Un lasso di tempo inaccettabile che mi spinse, a luglio 2023, a presentare apposita interrogazione parlamentare al Ministro Sangiuliano, già allora alle prese con i suoi numerosi scivoloni ai quali ci ha abituati durante il suo mandato. (sino al suo noto epilogo, determinato più da dinamiche da soap opera alla “Beautiful” che dovrebbero essere estranee alla conduzione di un ministero importante come quello della cultura). L’interrogazione non ebbe risposta alcuna.
Resta comunque il fatto che la chiusura dei contenziosi maturati con l’ATI e la contestuale ripresa dei lavori è una notizia che infonde notevoli speranze e sento di complimentarmi con tutti gli attori protagonisti a partire dall’attuale direttore generale e del suo staff che ha portato avanti una causa difficile, iniziata da quelle precedenti, a partire dalla direttrice generale Maria Carmela Benedetto, che si spese oltre modo per la causa e che incontrai in occasione del sopralluogo che feci personalmente presso l’archivio di stato nella sua ancora attuale ubicazione (speriamo ancora per poco) in via Nazario Sauro.
In quella visita ebbi modo di constatare l’immenso valore del patrimonio storico custodito presso l’archivio e della necessità di restituirlo quanto prima alla sua sede storica. Decisamente più consona.
Quella di Nazario sauro, infatti, doveva essere una soluzione provvisoria ma che dura ormai da oltre 11 anni.
L’edifico dell’ex biblioteca provinciale di potenza subì ingenti danni dai violenti terremoti del 23 novembre 1980 e del 5 maggio 1990.
La struttura, infatti, fu poi abbandonata e dal 1995 il suo prezioso materiale fu trasferito nella sede attuale. Successivamente, nel2010 vennero consegnati i lavori di consolidamento e di riqualificazione della struttura di corso Garibaldi. L’impegno era quello di terminare l’opera entro il 2013. Nel 2014, il Ministero della cultura acquisì l’immobile, mentre nel frattempo veniva ad aprirsi una intricata serie di contenziosi e, così, i lavori subironoimmediatamente l’interruzione che li portò poi ad arenarsi del tutto.
Detto ciò, alla mia interrogazione rispose di fatto l’allora sottosegretario Sgarbi (anche lui alle prese con imbarazzanti e notorie condotte con lo condussero a terminare anzitempo il suo mandato). Sgarbi, infatti, durante una sua visita a Potenza, annunciò mari e monti per l’archivio di stato. Parole alle quali non seguirono fatti.
Il risultato di oggi, certamente positivo, ci consegna, tuttavia, un dato chiaro: sull’archivio di stato la politica lucana, quella che oggi rivendica il merito per lo sblocco dei lavori, ha invece fallito miseramente per oltre un decennio, evidenziando tutta la sua scarsa visione e lungimiranza verso in un settore dove, invece, dovrebbe più guardare: quel patrimonio storico-culturale che ci rende un Paese unico al mondo.
Fallimento che si prospetterà nuovamente se non ci sarà la giusta attenzione sui lavori, dal loro inizio alla loro fine.