“Oggi si celebra la Giornata dell’Unità Nazionale in ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale; l’Italia oggi ricorda, commemorando i suoi Caduti, la fine della Grande Guerra, e l’Armistizio di Villa Giusti che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. Che la giornata di oggi non venga intesa come una semplice ricorrenza: che sia una vera e propria festa, essendo la nostra una delle poche nazioni che non festeggia la Vittoria”.
“Riteniamo un obbligo morale di tutti quello di ricordare il sacrificio e l’impegno militare dei nostri connazionali lungo il confine nord-orientale, dallo Stelvio agli altipiani d’Asiago, dalle Dolomiti all’Isonzo e fino al mare; fu la testimonianza di quel profondo sentimento di amor di Patria che animò i nostri soldati e gli italiani in quegli anni. In quegli anni l’Italia dimostrò di essere una Nazione e alimentò questo senso di appartenenza con la strenua resistenza sul Grappa e sul Piave, fino alle giornate di Vittorio Veneto; ed è proprio questa resistenza che noi ricordiamo ed onoriamo, e non quella tanto idolatrata il 25 aprile, che è una festa contro gli italiani del giorno prima, e che non rende onore al nemico ma nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria, solo per la Patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta”.
“Onorare il 4 novembre non vuol dire semplicemente celebrare una vittoria, o la sopraffazione del nemico; per noi vuol dire onorare il sacrificio di oltre seicentomila Caduti e di tante altre migliaia di feriti e mutilati, sacrificio necessario per difendere la libertà raggiungendo una unità tanto difficile quanto fortemente voluta”.