La Prefettura di Matera, d’intesa con il Comune di Matera e con la collaborazione delle Forze armate,ha organizzato questa mattina una cerimonia per commemorare la ricorrenza del 4 novembre – Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. La giornata, istituita per ricordare la fine della prima Guerra Mondiale e i Caduti di tutte le Guerre, nasce per onorare anche le Forze armate che da sempre si adoperano per preservare e difendere la pace.
Sono intervenuti autorità civili, militari e religiose e una rappresentanza degli studenti degli istituti scolastici di Matera.
La cerimonia, che ha coinvolto anche il complesso bandistico “Boleto” di Nova Siri, è partita con una deposizione al cippo di via Lucana di una corona di alloro.
A seguire in piazzetta Pascoli il concentramento e lo schieramento delle Autorità e delle
Associazioni Combattentistiche e d’Arma e il corteo verso piazza Vittorio Veneto dove il Prefetto di Matera, Cristina Favilli, ha passato in rassegna lo schieramento. Il protocollo ha previsto la cerimonia dell’alza-bandiera; gli onori ai Caduti e la deposizione della corona d’alloro al Monumento che ricorda i materani caduti durante l’insurrezione contro i nazi-fascisti il 21 settembre 1943.
La cerimonia è proseguita con la lettura dei messaggi del Capo dello Stato Sergio Mattarella a cura del Prefetto di Matera, Cristina Favilli e del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, a cura dell’Autorità Militare.
La commemorazione si è conclusa con gli interventi della rappresentante della Consulta provinciale degli studenti, Sanya Bonelli, del rappresentante delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, Franco Lisanti, del Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Matera, Francesco Mancini, del Commissario Prefettizio del Comune di Matera, Raffaele Ruberto e del Prefetto di Matera, Cristina Favilli, accompagnata durante la deposizione della corona di alloro da due alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Pascoli di Matera. Presente alla cerimonia anche un gruppo di studenti dell’Istituto superiore Morra-Turi di Matera.
Le celebrazioni si concludono alle 17 con la cerimonia dell’ammaina bandiera.
Michele Capolupo
Giornata forze armate, intervento di Franco Lisanti, orfano di guerra
Penso che ciascuno di noi presente in questa Piazza Vittorio Veneto per celebrare il 4 novembre e per rendere omaggio alla memoria dei caduti in Guerra, si chieda quale motivazione può avere oggi questa ricorrenza, mentre la guerra impazza in diverse parti del mondo.
Celebriamo una vittoria, sapendo che il sacrificio di tanti Caduti per amore della Patria, forse, è stato inutile, perché gli uomini non hanno ancora compreso il grande valore della pace.
La guerra è sempre un’impresa di distruzione, di eliminazione e di annientamento inaccettabile.
Quante famiglie sfollate, distrutte, ridotte in una miseria disumana, costrette all’esilio e allo sradicamento culturale!
Quante sofferenze in queste vite erranti fatte di fughe continue! Quante morti atroci!
In guerra sono soprattutto gli innocenti che muoiono sotto i bombardamenti.
Poi, una considerazione va anche al flusso delle violenze che continua a scorrere per le strade, a coprire le pagine dei giornali.
La violenza, sia nella forma più palese, sia nelle sue espressioni più appariscenti è sempre dietro l’angolo.
Bisogna stare sempre in guardia, perché il seme dell’odio si incunea in ogni momento della nostra vita.
Dobbiamo rifiutare, dunque, la violenza, non solo quella degli attentati e delle aggressioni belliche che sono purtroppo all’ordine del giorno, ma anche quella più subdola che si nasconde dentro di noi e che ci fa calpestare la dignità degli altri.
Il martirio dei nostri Eroi, tuttavia, perché non sia inutile, deve significare per noi speranza.
Chi spera cambia la storia, non la subisce, costruisce il futuro.
La pace, la concordia esigono pazienza, generosità, costanza. Per realizzarla, non bisogna arrendersi mai, anche quando tutto sembra inutile.
Del resto, annodare gli innumerevoli fili che legano gli uomini fra di loro non è opera di un solo giorno. Siamo tutti desiderosi di trovare una soluzione per cambiare le condizioni di un’umanità smarrita e insicura.
Dobbiamo far valere quel mirabile strumento che si chiama “comunicazione”. Questi sentimenti e questi propositi deponiamo ai piedi di questo sacro Monumento.
I monumenti raccontano una storia di patimenti, ti sacrifici, di lutti, di famiglie straziate dal dolore, ma sono anche espressione di simboli densi di significato a cui la gente è legata.
Occupano le piazze, le mura e i cimiteri di quasi ogni paese d’Italia e contribuiscono a creare una coscienza ed una memoria collettiva.
Il riferimento al Monumento ai Caduti è come un viatico che sostiene ogni cittadino nel cammino di ogni giorno fatto di difficoltà, di fatiche, di successi, di incomprensioni.
La storia e la memoria di quanti si sacrificarono per la patria sono la luce che riscalda la nostra coscienza, rendendola capace di operare e guidare i nostri passi per un cammino di pace.
Ci accompagni nei giorni a venire il ricordo di questa giornata dedicata a quanti hanno combattuto e sono morti, per consentire a noi di vivere in un Paese libero e democratico!
Viva l’Unità d’Italia, viva le Forze Armate, Onore ai Caduti di tutte le guerre.
Festa delle Forze Armate, Intervento del Presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini
Saluto S.E. il Prefetto di Matera, le autorità civili, militari, politiche e religiose, le associazioni degli ex combattenti e i concittadini presenti in questa piazza.
Come da tradizione anche quest’anno in occasione del 4 novembre celebriamo la Festa delle Forze Armate, portatrici della pace nel mondo con numerosi interventi dove essa è messa in discussione. Per questo dobbiamo riconoscenza a quelle donne e a quegli uomini che, ogni giorno, operano per garantire la sicurezza e la piena espressione di libertà di parola, di pensiero, che assicurano il pronto intervento in caso di sciagure non solo nel nostro Paese.
Mi piace ricordare come questa celebrazione, in realtà, trovi la sua mission anche nel ricordo del sacrificio dei quasi 700mila giovani soldati morti per difendere la nostra Patria nel primo conflitto mondiale e gli ideali risorgimentali che hanno trovato vera compiutezza solo con la Costituzione repubblicana del 1948.
Proprio ai giovani intendo rivolgermi per ricordare loro che devono essere grati, riconoscenti e memori del grande impegno dei componenti delle Forze armate che molte volte con il sacrificio della propria vita hanno garantito il prevalere dei valori più nobili.
Per questo gli appartenenti alle varie Forze Armate devono essere orgogliosi, fieri e rispettosi delle diverse divise che indossano perché rappresentano il simbolo di sacrifici, rinunce e grandi atti di eroismo che ipermettono ogni giorno di vivere in piena libertà.
Una libertà che può anche sembrare una normale condizione ma che è stata duramente conquistata da quanti hanno sofferto, sino all’estremo sacrificio, per lasciare alle giovani generazioni un’Italia unita, indipendente, libera, democratica. Un’Italia che considera la pace come ripudio della guerra nonché la traduzione in termini comuni e condivisi del superamento di quelle situazioni che rischiano, se non controllate, di provocare
ingiustizie, distorsioni, diseguaglianze, generatrici a loro volta di conflittualità tra popoli, nazioni, comunità.
A tutti noi oggi chiamati, ciascuno per la propria parte, ad affrontare con decisione questi temi giunga forte il mio, il nostro messaggio di unità esolidarietà.
Viva l’Italia, Viva le Forze Armate, Viva la Repubblica!
Giornata delle Forze Armate, intervento di Sanya Bonelli, Presidente consulta provinciale studentesca di Matera
Buongiorno a tutti, da parte dei miei colleghi, che saluto per primi, gli studenti e le studentesse della provincia di Matera che ho l’onore di poter rappresentare come presidente della consulta provinciale studentesca, saluto e ringrazio dell’invito le autorità civili,militari e religiose presenti, è un grande onore essere qui oggi e portare la voce degli studenti e delle studentesse della provincia nel celebrare il 4 novembre: Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Oggi siamo infatti qui a celebrare la nascita di un’Italia non per i confini raggiunti attraverso la guerra, né tantomeno per aver sopraffatto il nemico, ma perché è proprio da questi accaduti che nasce il concetto di Nazione, la volontà di far parte di una Nazione, di vivere in una comunità, il 4 novembre 1918 si raggiunge l’obiettivo di uomini e donne che hanno lottato e dato il sangue per averlo:nasce il valore che si attribuisce al territorio che oggi è l’Italia.
L’Italia dimostrò di essere una Nazione a tutti gli effetti. Il significato del ricordo della Grande Guerra è quello di aver difeso la libertà, proprio attravErso questo senso di appartenenza con la resistenza sul Grappa e sul Piave, fino alle giornate di Vittorio Veneto, per raggiungere l’unità, perché nel profondo dell’uomo italiano nasceva il bisogno di unificare quei territori di cui sentiva parte, di cui costituiva il popolo.
Il senso di appartenenza che quei nomi scritti proprio qui in questa piazza, sul monumento, hanno rappresentato, ci ricorda chi siamo e quanto abbiamo lottato per essere italiani, quanti corpi non sono più tornati a casa, quanti ancora nella trincea pronti a sparare, quanta spearanza si nasconde ancora in quelle trincee, speranza di tornare a casa e vivere nei teritori liberi dal nemico, nei terriotri del proprio popolo, della propria Nazione.
Unità viene proprio da una parola latina, unitas, che a sua volta viene da unus,a,um, “uno, il solo, unico” Allora a cosa serve per noi giovani studenti ricordare il 4 Novembre, l’unità nazionale? Questa giornata ci ricorda proprio chi siamo nella nostra diversità, ci ricorda che , pur vivendo in un mondo di egoismo e individualismo, l’uomo nasce in una comunità che è unus, un unico corpo, un’unica unità.
Serve a ricordare chi siamo, da dove veniamo, quanto abbiamo lottato per essere italiani, quanto dobbiamo esserne orgogliosi, serve per ricordarci il sangue versato per la patria, per una Nazione. facendo memoria dell’unità nazionale, diamo futuro alla nostra Nazione, alla nostra patria, con l’orgoglio di volerla proteggere dall’ingiustizia, dal dolore e dal sangue. Lo stesso sangue di quei cittadini che oggi onoriamo e che speriamo di non rivivere.Eppure le guerre per proteggere i propri territori, pe rproteggere la propria identità e darle vita come nel caso del 4 novembre è quello che sta succedendo anche oggi, non Italia, ma nella striscia di Gaza, non in Italia ma in Ucraina, non in Italia ma è successo in Afghanistan, non in Italia eppure succede nel mondo e noi, provenienti dall’unus, dall’umanità non possiamo rimanere indifferenti. Il sangue non si è fermato nelle trincee ma vive ancora oggi per rivendicare territori di cui si è popolo, vive ancora oggi non solo nelle guerre ” più evidenti” ma nella vita di ognuno, quel sangue vive nel male, nell’ingiustizia, nella violenza, nei soprusi, nel rifiuto dell’amore per la vita come i fatti di cronaca ci insegnano, nell’odio che nasce dall’invidia, dalla diversità, da uomo a uomo.
Nel mondo giovanile in cui viviamo, in cui gli schermi che ci mostrano stereotipi, che ci mostrano la moda dell’indifferenza, offuscano la vera luce che porta alla realtà, in cui non c’è fiducia, non c’è collettività, non c’è ascolto, in cui non c’è l’amore grande che ha contraddistinto quei caduti, la giornata dell’unità nazionale ci insegna a vivere con pienezza, ad essere fieri di essere italiani, a dare voce nel ricordo del passato a un futuro che siamo pronti a creare e un presente da vivere, orgogliosi di essere Italiani, pronti a conoscere la Storia per farne altra gettando ponti di pace, identità, collettività e amore.
Eppure nulla di tutto quello che oggi chiamiamo italia sarebbe possibile senza l’ordine, senza il supporto, l’operato delle forze armate, che oggi celebriamo, sperando possano sempre difendere il territorio e proteggere i cittadini, limitandone le ingiustizie.
Grazie alle forze armate, che sono un punto di riferimento per uno Stato, augurando ad esse di portare avanti quello stesso ideale dei caduti per l’unità nazionale, nel quale i cittadini ripongono fiducia e onore.
Concludo con un verso di Giuseppe Ungaretti che nella ” veglia” “scrivendo lettere d’amore “di fianco a un corpo massacrato, così vicino alla morte, dirà “non sono mai stato tanto attaccato alla vita”, è da questo attaccamento alla vita che dobbiamo aprire gli occhi, ritorvare la nostra identità, ritornare ad amare la vita, gli umani, le origini, noi stessi.
Attraverso la memoria dell’unità nazionale auguro ai cittadini italiani di dare valore al loro essere italiani, ricordando chi, per amore della patria ha perso la vita e in aprticolare agli studenti, a noi giovani: che questi caduti ci insegnino l’orgoglio della nostra identità, ci insegnino l’amore per un’ideale, ci insegnigno ad ascoltare il silenzio delle trincee per essere pronti a far sbocciar esu quei fossatisolo fiori di pace.
Grazie alle forze armate, lunga vita agli italiani.
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La fotogallery delle celebrazioni per il 4 novembre (foto www.SassiLive.it)