Coviello (Fratelli d’Italia): “Rivendico libertà di pensiero e di azione. Lo stesso credo non possa dirsi per la penna del famoso editorialista”. Di seguito al nota integrale.
L’ossessione in amore, nella vita privata o nella professione tendenzialmente non premia, rende molesti se rivolta agli altri e soprattutto se non è orientata nella determinazione a migliorarsi e a lavorare su se stessi. Mi preme ribadirlo al giornalista Nino Grasso, che tante volte mi ha dedicato tempo nei suoi preziosi editoriali. Quando ero Consigliere Regionale ho sempre evitato di ribattere a tutte le “fesserie” camuffate da “verità sacrosante” enunciate nei suoi editoriali, in ossequio alle regole del gioco che sanciscono che chi si espone pubblicamente riceve consensi e critiche e deve esser misurato tanto nel gioire dei primi, quanto nell’incassare elegantemente le seconde. Ho dedicato alla mia terra gli ultimi 5 anni della mia vita, svolgendo il mio incarico elettivo con impegno e dedizione, sottraendo tempo alla mia professione e ai miei affetti più cari. E il tempo, che di solito è galantuomo, spero restituirà un buon ricordo del mio passaggio nel Consiglio Regionale come rappresentante della mia Comunità e dell’intera Regione Basilicata. Memore del fatto che ogni singolo componente del Consiglio Regionale, per rispetto del mandato ricevuto, deve adoperarsi per la compattezza della Coalizione, ho contribuito, per la mia parte, e proprio svolgendo il ruolo di Capogruppo di maggioranza, alla riaffermazione del centrodestra in Basilicata e di questo ne sono fiero ed orgoglioso, certo che chi svolge lo stesso ruolo oggi in Consiglio stia facendo altrettanto. Non ho altresì rinunciato con coraggio, pubblicamente e senza essere affezionato alla poltrona, quando ve ne era necessità (vedasi opposizione alla Giunta Bardi bis), a rappresentare con forza le istanze di Fratelli d’Italia che rappresentavo in Consiglio Regionale. Tuttavia la vera condizione spartiacque tra chi scrive ed il famoso editorialista è la libertà. Io l’ho conquistata con il lavoro e ciò mi ha reso indipendente dalla politica e dagli incarichi amministrativi e mi ha concesso “libertà” di pensiero e di azione. Lo stesso, a memoria, credo non possa dirsi per la penna ad orologeria del “famoso editorialista”, del quale tutti conoscono i disinvolti girotondi: da feroce oppositore del Governo di centrosinistra a portavoce del Presidente nella stessa consiliatura, da sostenitore della Casa Comune ad acerrimo nemico di Angelo Chiorazzo. “Mancanza di libertà” e “interesse di bottega” hanno sempre prevalso su obiettività, dovere di verità e rispetto deontologico al quale è tenuto un giornalista. Queste le ragioni per le quali giudico le ennesime offese ricevute oggi dal “famoso editorialista” una medaglia al valore ed uno stimolo ancora più forte per fare in modo che, nel prossimo futuro, lo stesso possa tornare a parlare del sottoscritto più frequentemente ed immagino con la solita faziosità.