La Dgr 660 dello scorso 4 novembre stabilisce che, entro il 31/12/2024, debbano essere smaltite le lunghe liste di attesa relative a specifiche prestazioni. Si tratta di prestazioni di radiologia e visite ambulatoriali, che, per loro natura, richiedono necessariamente una prenotazione preliminare sia presso strutture pubbliche che presso strutture private accreditate. Il Governo Regionale, quindi, bene ha fatto a considerare come parte attiva di questo processo di accelerazione, finalizzato allo smaltimento delle liste di attesa, le strutture sanitarie accreditate afferenti alle branche della radiologia e delle branche a visita. Il finanziamento previsto per legge è di circa 2.0 milioni di euro e dovrebbe coprire il fabbisogno di 37.000 prestazioni che hanno tempi di attesa superiori alle necessità cliniche del paziente.
Anisap, Federbiologi e Federlab ritengono, però, che la deliberazione in questione, seppur persegue un obiettivo lodevole, sia monca di un elemento tanto fondamentale quanto strategico, affinchè la fruizione delle prestazioni in attesa di erogazione sia piena ed efficace. Ovvero, nel percorso di fruizione, da parte del cittadino, delle stesse prestazioni “in ritardo”, vi sono necessariamente le prestazioni di laboratorio vale a dire esami sui quali si basano il 75% delle decisioni cliniche. Prestazioni che sono caratterizzate, per loro natura, dalla rapidità dell’accesso da parte del cittadino ovvero senza obbligo di prenotazione (e quindi con tempi di attesa pari a zero) ma, soprattutto, erogate con tempistiche assolutamente in linea con i bisogni di salute del cittadino, oltre che necessarie a completare l’inquadramento diagnostico e il monitoraggio delle patologie.
A parere di Anisap, Federbiologi e Federlab nella stessa dgr vi sono elencate numerose visite ambulatoriali (endocrinologiche, cardiologiche, urologiche, ginecologiche ecc..) le cui conclusioni diagnostiche sono basate su esami di laboratorio, dunque il cittadino per accedere alle suddette visite deve sottoporsi necessariamente a esami di laboratorio. I dati, ormai da alcuni anni, ma soprattutto nel 2024, sono drasticamente esplicativi di un fenomeno che registra una produzione di prestazioni di laboratorio di gran lunga superiore alla spesa programmata. La quota di finanziamento destinata alle prestazioni di laboratorio da privato accreditato prevede circa 6,7 milioni di euro a fronte di una erogazione di oltre 9 milioni di euro. Questo vuol dire che circa il 40% delle prestazioni non ha copertura finanziaria strutturale. Le strutture sanitarie accreditate, rischiando in proprio, erogano oltre i budget assegnati contribuendo, di fatto, allo smaltimento delle liste di attesa. Risulta alquanto paradossale che, affinché siano destinate ulteriori risorse, è prerogativa che le prestazioni abbiano tempi di attesa oltre ogni limite plausibile.
Riteniamo, per questo – sostengono Anisap, Federbiologi e Federlab – che la dgr avrebbe dovuto prevedere, anche per la branca laboratorio all’interno del comparto della diagnostica, una quota di finanziamento supplementare. Il Governo Regionale, deve trovare le necessarie risorse per dare efficacia alla propria azione. In caso contrario si genereranno effetti boomerang laddove anche le prestazioni di laboratorio registreranno tempi di attesa lunghi o addirittura saranno negate al cittadino, se non a sue spese.