Mega (Cgil Matera): “Il commissariamento del Comune di Matera e l’inopportuna richiesta di referendum sull’annessione di Matera alla Puglia sono entrambe frutto di una crisi politica, sociale, culturale e identitaria della città. E la responsabilità è anche in capo alla Regione, che ha relegato Matera a un ruolo di marginalità nel dibattito politico. Per il futuro amministrativo della città Matera sia laboratorio politico a livello nazionale per il centrosinistra”. Di seguito la nota integrale.
“Il commissariamento del Comune di Matera, che sopraggiunge alla inopportuna richiesta di referendum sull’annessione di Matera alla Puglia, ripresa dal Comune di Policoro in modo improprio, è frutto di una profonda crisi della Città dei Sassi che non solo è politica ma anche sociale, culturale e identitaria”. Così il segretario generale della Cgil di Matera e della Cgil Basilicata, Fernando Mega, intervenendo nel dibattito che sta investendo a più livelli il Comune di Matera. “Un dibattito surreale quello sul referendum richiesto da due ex senatori di centrodestra – continua Mega – siamo di fronte alla scissione dell’atomo, che può portare solo impoverimento alla città di Matera e alla provincia e che si lega in qualche modo alla sopraggiunta crisi amministrativa scoppiata con la caduta della maggioranza.
È giusto che le forze politiche facciano il loro dibattito, ma non si può dimenticare che la giunta Bennardi nasce come lista civica a traino M5s, che certificò a suo tempo la crisi del gruppo dirigente del Partito democratico in provincia di Matera, il quale propose e candidò come sindaco una persona degna di rispetto ma che solo una settimana prima era in pole position come candidato nel centrodestra. La crisi attuale va quindi ricercata anche in quella del Pd che a Matera è stato per quattro anni all’opposizione, con grosse responsabilità dei dirigenti del partito che hanno gestito all’epoca la vicenda elettorale e che non vanno rimosse ma stigmatizzate”.
Per Mega “il compito di una grande organizzazione sindacale è anche dare un orientamento politico e culturale alla città, per questo come Cgil da un lato non condividiamo la richiesta dei due ex senatori del centrodestra lucano per quanto riguarda il referendum e dall’altro non possiamo esimerci dall’evidenziare le difficoltà della città di Matera nell’avere quella giusta collocazione nel dibattito regionale, a iniziare dalla valorizzazione delle sue peculiarità. L’economia turistica, contrariamente ai numeri che vengono forniti, risulta un’economia ancora dalle potenzialità inespresse che, a differenza delle altre città del turismo culturale, vive di forte stagionalità, cosa inappropriata per una città come Matera dove importanti contenitori culturali sono maldestramente chiusi. Penso alla Cava del sole o al Teatro Duni, ma in generale a tutte quelle strutture che non vengono valorizzate come meriterebbero.
In assenza di infrastrutture necessarie a decentralizzare il turismo, Matera è come se si fosse bloccata, allontanandosi sempre di più da quello che era il disegno e l’obiettivo raggiunto con la nomina a capitale europea della cultura 2019. E la responsabilità – afferma Mega – è in capo alla Regione, che non solo non è stata in grado di stabilire la missione della Fondazione Matera 2019, ma ha relegato la città di Matera a un ruolo di marginalità nel dibattito politico, attestato anche dalle scelte politiche fatte sul territorio.
Il centrodestra ha marginalizzato Matera e la sua provincia e i risultati politici in controtendenza lo hanno certificato. Allo stesso modo riteniamo che il centrosinistra non può vivere di eterne divisioni, la stessa giunta Bennardi nasce con una divisione e il risultato è sotto gli occhi di tutti, né tantomeno si può assistere allo spettacolo di 101 sindaci che vogliono fare una sorta di primarie. Va definito un programma certo e una coalizione che debba sostenerlo con uno spirito che unisca tutte le anime economiche, sociali, civiche e politiche che ruotano attorno al variegato mondo del centrosinistra, tenendo conto di tutte le contraddizioni in seno al centrodestra sia rispetto alla marginalizzazione della città di Matera sia rispetto all’assurda richiesta referendaria di secessione della Basilicata. Il centrodestra dovrà dare conto di ciò che ha fatto o non ha fatto per valorizzare il lascito di Matera 2019 e le aspettative che aveva creato. Tra le tante questioni anche quella infrastrutturale, perché le uniche vere infrastrutture che utilizza la città di Matera, specie in relazione ai trasporti, riguardano la direttrice Bari – Puglia e non Potenza, capoluogo di regione. È anche a tutto questo che dovrà guardare la proposta della futura amministrazione della città di Matera, che può proporsi come laboratorio politico a livello nazionale per il centrosinistra”.