Esposito (Cgil Potenza): “Sabato 16 novembre saremo alla manifestazione per la crisi idrica indetta a Potenza affinché si superi l’emergenza e vengano effettuati con urgenza gli interventi infrastrutturali necessari a rendere il nostro sistema idrico sicuro e in grado di affrontare le crisi che i cambiamenti climatici inevitabilmente genereranno”.
“La Cgil di Potenza sostiene la manifestazione in programma domani a Potenza perché la crisi idrica che coinvolge i ventinove comuni serviti dalla diga Camastra, compreso il capoluogo di regione, ha delle motivazioni che vanno ricercate, oltre che nei cambiamenti climatici, nella cattiva gestione della risorsa idrica degli ultimi trent’anni e di cui tutti i politici al governo, oggi e in passato, sono responsabili”. Lo afferma il segretario generale Vincenzo Esposito.
“È innegabile – prosegue – che la situazione di oggi è frutto di una serie di inadempienze accumulate negli anni da parte degli enti che hanno gestito e gestiscono la risorsa acqua, dalla Regione Basilicata ad Acquedotto lucano, dall’ex Ente irrigazione (Eipli) a quello che oggi è Acque del sud. Ci riferiamo nello specifico alle prescrizioni del Servizio nazionale dighe, interventi non effettuati per almeno quarant’anni e che hanno portato la diga a un contenimento inferiore rispetto alla sua effettiva portata volumetrica per motivi di sicurezza. Tutto ciò è inaccettabile. Paghiamo adesso, con la crisi climatica in corso, lo scotto di anni di incuria di una classe dirigente regionale che oggi, anche se in veste diversa, occupa ancora poltrone e luoghi decisionali di potere. Riteniamo siano tutti corresponsabili della drammatica situazione attuale, classe dirigente di oggi e di ieri, di destra e di sinistra, che dovrebbe volontariamente fare un passo indietro ammettendo la propria incapacità amministrativa, prima che si arrivi a una vera e propria rivolta sociale da parte della popolazione.
Si facciano adesso, nell’immediato, – aggiunge Esposito – tutti quei lavori infrastrutturali indicati negli anni e puntualmente ignorati dal governo regionale e dagli enti preposti. Urgono investimenti strutturali di manutenzione e messa in sicurezza degli invasi per un ripristino della loro capacità volumetrica oltre a interventi di ripristino delle condizioni ottimali di funzionamento della rete idrica. Oggi c’ è una questione legata all’ emergenza e pertanto la sollecitazione è di intervenire nell’ immediato affinché si facciano subito le opere prescritte dal Servizio nazionale dighe, ma ci sono interventi infrastrutturali necessari affinché la Basilicata possa affrontare anche eventuali ulteriori crisi che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi, come il completamento delle opere di collegamento degli invasi dallo traversa di Trivigno alle dighe di Genzano e Acerenza e successivamente aggiungendo il collegamento dalla traversa di Trivigno alla Camastra, sulla quale sono stati investiti decine di milioni di euro a oggi ancora inutilizzati, in modo da ottenere una più funzionale interconnessione così come previsto dallo schema idrico comunemente detto “distretto G”.
Altra questione da risolvere con immediatezza – sottolinea il segretario generale della Cgil di Potenza – è il mancato collaudo di tutte le dighe lucane, che potrebbero quindi a breve trovarsi tutte nella stessa condizione della Camastra. La situazione di incuria e abbandono in cui versano le dighe lucane è inaccettabile. Verificheremo se esistono le condizioni per accertare responsabilità per il mancato rispetto delle prescrizioni avanzate e, in tal caso, non escludiamo la possibilità di chiedere agli organi competenti di indagare e di intervenire. Se ci sono colpe, è giusto che vengano accertate. È il momento – conclude – che anche Acque del sud faccia sentire la propria voce e spieghi alle comunità cosa ha intenzione di fare per far fronte a questa situazione, se c’è un piano industriale e renderlo noto”.