Emergenza idrica in Basilicata, Alessia Araneo, Arnaldo Lomuti e Viviana Verri (M5s): risorse sprecate e soluzioni individuate posticce e preoccupanti. Il fallimento della giunta Bardi. Di seguito la nota integrale.
Il ricorso all’acqua del Basento da parte del generale, presidente e commissario Bardi è la prova più lampante dell’improvvisazione che ha caratterizzato, da anni, la gestione della risorsa idrica in Basilicata. Arrivare a utilizzare l’acqua di un fiume che scorre a valle di stabilimenti industriali, come soluzione di emergenza, è una scelta che solleva serie preoccupazioni nella comunità, nonché profonde riflessioni politiche sulla inadeguatezza del governo Bardi. Perché mai noi lucani dovremmo accettare questo compromesso sulla qualità dell’acqua? Il Basento sarà anche “controllato” come promette Bardi, avrà anche valori accettabili come sostiene ARPAB (tutto da verificare), ma resta il fatto che questa decisione arriva in extremis e come misura disperata, quando invece avremmo potuto e dovuto puntare sulla sicurezza delle nostre sorgenti pure. E’ assurdo pensare che una Regione come la Basilicata, che fornisce acqua ad altre Regioni più popolose, estrae e mette sul mercato acqua minerale purissima, possa lasciare a secco proprio i lucani, oltre che esporli a eventuali rischi di contaminazione delle acque.
L’anno scorso, con le mancate nevicate, i segnali d’allarme sulla crisi idrica nel potentino erano già chiari; per non parlare dell’inchiesta della testata giornalistica Basilicata24. Molti parlavano della necessità di prepararsi a gestire le risorse idriche con attenzione e lungimiranza, invece, la giunta ha continuato a ignorare l’evidenza e a rimandare interventi cruciali, preferendo agire come se questa crisi fosse una sorpresa improvvisa. Bardi, solo nelle ultime ore, nella sua conferenza stampa, ha parlato di necessità di adattarci ai cambiamenti climatici. Noi proviamo a dirlo da anni. E dov’era questa consapevolezza quando potevamo ancora usare i fondi europei per investire sulle infrastrutture e sulla protezione delle riserve idriche? Singolare, poi, è la doppia consapevolezza della maggioranza sul tema dei cambiamenti climatici: alcune forze politiche rappresentate nel parlamentino lucano negano il tema; altre non lo ritengono urgente, tanto da averlo criminalizzato in occasione della discussione su Stellantis, e, infine, oggi il presidente Bardi se ne accorge e usa il tema come paravento. Il cambiamento climatico è la conseguenza di scelte scellerate e miopi, non la causa. Le cause di questa straordinaria crisi idrica si annidano in anni di cattiva gestione della risorsa, di zero investimenti sulla manutenzione delle infrastrutture idriche e, in ultimo, nella privatizzazione dell’acqua lucana voluta da Giorgia Meloni e dal suo esecutore Bardi. Su questi temi siamo intervenuti con interrogazioni parlamentari e regionali, ma il centrodestra ha fatto sempre orecchie da mercanti.
In una regione ricca di invasi e sorgenti come la Basilicata è inaccettabile che la popolazione venga lasciata con il dubbio sulla qualità dell’acqua che scorre dai rubinetti. Gli interventi tardivi e la mancanza di pianificazione fanno sembrare questa emergenza idrica frutto di fatalità, ma la verità è che tutto questo è il risultato di scelte politiche sbagliate, della superficialità e della gestione a vista di chi dovrebbe avere una visione, pianificare, investire a lungo termine per migliorare la qualità della vita delle lucane e dei lucani. Invece, nulla di tutto ciò.
Non possiamo continuare a pagare il prezzo di un Presidente e di una compagine governativa incapaci di lavorare con lungimiranza e dedizione sui temi, come su quello dell’emergenza idrica, da tempo annunciata e ampiamente prevedibile. D’altronde, si sa, i problemi trascurati si trasformano in emergenza, ma la responsabilità è di chi non li ha compresi per tempo e, anzi, ha concorso a determinarli.
L’acqua del Basento se la bevano Bardi e la sua Giunta.
Riteniamo, inoltre, di pessimo gusto le parole con cui Acquedotto Lucano ha provato a “scoraggiare”, diciamo così, la comunità del potentino dalla mobilitazione civica messa in piedi, facendo riferimento a un presunto “procurato allarme”. Le preoccupazioni manifestate sono legittime, e a questo non si risponde con la minimizzazione né con l’intimidazione, bensì con l’ascolto.
Questo centrodestra securitario e affaristico ha la censura facile, ma non ci metteranno a tacere: anzi, sabato 16 novembre, il M5s sarà in piazza, a sostegno della grande e democratica mobilitazione voluta e organizzata dal “Comitato acqua pubblica Basento/Camastra”