Pietro Simonetti (Cseres) ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, perchè intervenga sul blocco delle pensioni dei migranti italiani all’estero. Di seguito la nota integrale.
Caro Presidente,
Il governo Nazionale con la manovra di bilancio in fase di approvazione in parlamento ha inserito una norma che prevede,a partire da 2025,la mancata rivalutazione delle pensioni per gli emigrati residenti all’estero. Molte migliaia di lucani sono coinvolti in tanti paesi di emigrazione.Si tratta di una misura discriminatoria e ingiusta che colpisce oltre 320.000 persone sparse nel mondo che sono emigrate per la ricerca del lavoro e una diversa condizione di vita e che in situazione come quelle dell’Argentina od altri Paesi sono alle prese con crisi economiche e sociali particolarmente dure.
Il Governo non si è limitato a questo intervento in quanto ha tagliato anche le risorse finanziare per il funzionamento delle sedi consolari e fissata una tassa di 600 euro per quanti richiedono in sede giurisdizionale il riconoscimento della città italiana in quanto migranti o discendenti.
Il Governo mentre spreca o utilizza a pioggia centinaia di milioni per il progetto fallimentare chiamato “Turismo di ritorno”,che non ha sortito nessun effetto anche in Basilicata che nel 2024 non riesce neanche a recuperare i flussi turistici del 2029, interviene sulle pensioni e tassa i migranti Italiani.
Si rende necessario anche in Basilicata una presa di posizioni delle Istituzioni,delle parti sociali e del volontariato per chiedere la modifica della manovra impostata non solo per equità e incostituzionalità delle misure previste ma anche per dare la possibilità,soprattutto ai giovani discendenti,di rientrare per studio o lavoro nel nostro Paese,e quindi in Basilicata,in una situazione di spopolamento e mancanza di forza lavoro.
Le chiederei di attivare il Consiglio Regionale e della stessa conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali per una richiesta al Governo nazionale di ritirare la norma sopra citata dal testo della Finanziaria per non discriminare gli emigranti all’estero che in passato anche con le rimesse ed il ruolo svolto nel mondo hanno contribuito a sostenere il nostro Paese.