Pio Abiusi per conto dell’Associazione Ambiente e Legalità in una nota commenta la dichiarazione del direttore del Centro nazionale Sicurezza delle acque dell’Istituto superiore di Sanità, Luca Lucentini circa le modalità di potabilizzazione dell’acqua nel depuratore dello schema idrico Basento-Camastra. Di seguito la nota integrale.
Lucentini il rabdomante.
Luca Lucentini, direttore del Centro nazionale Sicurezza delle acque dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha assistito il Generale Bardi, probabile Commissario – il decreto di nomina non risulta pubblicato- nella gestione della crisi idrica che ha interessato il Comune di Potenza ed altri 29 comuni limitrofi.
Non si è capito bene a che titolo sia stata l’assistenza di Lucentini se privata o su nomina dell’ISS ma continuando a restare nella nebbia, con tutta probabilità ha dichiarato verbalmente che le acque del Basento “hanno caratteristiche chimico-fisiche e composizione in termini di sali minerali e durezza confrontabili con quelle dell’acqua attualmente in distribuzione, captata dal bacino Camastra”. Ha scoperto l’acqua calda perchè il bacino è identico! Diverso sarebbe stato se l”acqua fosse stata di provenienza dal Bacino del Vulture, per fare un esempio.
Lucentini ha continuato dicendo che “la natura dei contaminanti e i valori di concentrazione rinvenuti nel Basento non configurano rischi sanitari dal punto di vista chimico e microbiologico stante il processo di potabilizzazione effettuato presso l’impianto di Masseria Romaniello, il cui trattamento ha piena efficacia nella rimozione dei fenoli sulla base di una consolidata letteratura scientifica ed esperienza applicativa”.
E’ stato molto chiaro ma qui comincia il distinguo perchè l’acqua del Camastra ha una sua vita ed è prassi consolidata che la potabilizzazione avviene con trattamento in A2 anche se nel corso della relazione annuale di conformità del 2021 Arpab ebbe a dichiarare che: “Dalle valutazioni evidenziate in tale report, si può concludere che l’invaso del Camastra e l’invaso di Monte Cotugno non sono conformi con la classificazione A2. Il primo non è conforme a causa dei superamenti per i parametri: manganese, idrocarburi disciolti o emulsionati e tasso di ossigeno disciolto. Il secondo non è conforme per il superamento dei parametri: fosfati, tensioattivi, tasso di ossigeno disciolto e coliformi totali. L’invaso del Pertusillo risulta essere, invece, conforme alla classificazione A2.” Della valutazione che abbiamo appena riportato integralmente si sono perse le tacce ed il depuratore di Masseria Romaniello come quello di Montalbano Ionico che tratta l’acqua grezza di monte Cotugno hanno continuato il trattamento di potabilizzazione in A2 come hanno sempre fatto e non sappiamo se siano adeguati a trattare l’acqua da potabilizzare in categoria A3.
Ricordiamo che a seconda della categoria di appartenenza, le acque dolci superficiali per essere utilizzate e destinate alla produzione di acqua potabile sono sottoposte ai trattamenti seguenti:
a) Categoria Al: trattamento fisico semplice e disinfezione;
b) Categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;
c) Categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinamento e disinfezione.
Lucentini ha qui concluso che “si configurano di per sé idonei a trattamenti di acque di tipologia A3 o anche inferiore”. Se l’acqua scoperta era calda adesso diventa bollente! Quale sarà il trattamento al quale va sottoposta l’acqua da potabilizzare e ritorniamo a dire: il potabilizzatore di Masseria Romaniello è idoneo ad un trattamento in A3? Da quanto dichiarato nel report del monitoraggio delle acque da Acquedotto Lucano i parametri analizzati non sono conformi ai valori limite della TAB 1 A all.2 Parte III Cat.A2 del D.lgs 152/06, questo significa che il trattamento dovrà essere fatto in Categoria A3.
Per fare chiarezza fino in fondo poichè sul sito di Acquedotto lucano è indicato che l’impianto di Masseria Romaniello è dotato di un sistema di automazione e controllo delle varie sezioni impiantistiche e di una stazione di filtrazione su carbone granulare realizzata “sin” dall’anno 2001 che permette il controllo dei sottoprodotti della disinfezione ai fini del D.Lgs 31/01 e il miglioramento delle caratteristiche organolettiche dell’acqua diremo che l’acqua potabile è prodotta dal potabilizzatore in base alla direttiva comunitaria 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano” mentre non sembra adeguato, sulla base di quanto dichiarato, al nuovo D. Lgs. 23 febbraio 2023, n. 18 “Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano.” E’ da dire che viene riconosciuta la possibilità di adeguarsi entro il 12/1/2026 al nuovo predetto decreto legislativo.