Il Consigliere comunale dell’IDV Michele Paterino interviene sulla vicenda che riguarda gli antenni e i ripetitori installati e propone un piano di delocalizzazione delle antenne. Di seguito la nota integrale.
Tra i doveri di un’Amministrazione comunale non c’è solo quello di provvedere alla gestione economica di un territorio, ma, non meno importante, appare l’aspetto della normazione e regolamentazione, finalizzata a disciplinare e organizzare i vari servizi di cui la comunità necessita.
In tempi non sospetti, in cui già si prospettava una proliferazione di non poco conto della telefonia e delle telecomunicazione in genere, si provvedeva a sollecitare l’assessore all’urbanistica e l’assessore all’ambiente, ciascuno nell’ambito della propria competenza, di disporre che i competenti uffici predisponessero e sottoponessero, con la massima urgenza, alla competente commissione consiliare, la bozza del piano di delocalizzazione degli impianti elettromagnetici, così come previsto dalla legge regionale. Inoltre, nelle rispettiva interrogazione consiliare proposta, si chiedeva, altresì che, prima di procedere alla approvazione definitiva, i cittadini potessero presentare proprie osservazioni e proposte migliorative per rendere concreta la volontà di quell’Amministrazione di perseguire la più ampia partecipazione dei cittadini. Questo accadeva nel settembre del 2003.
L’interrogazione consiliare fu proposta in considerazione del fatto che, nonostante fossero abbondantemente scaduti i termini previsti dalla legge regionale n. 30/2000, il Comune di Matera non aveva provveduto, dopo circa 3 anni dalla legge regionale, ad adottare alcun piano per la regolamentazione degli impianti di teleradiocomunicazione.
Per questo motivo, oggi, a distanza di quasi dieci anni, si condivide appieno e ci si unisce al coro di quanti, tra cui l’associazione MateranaMente, che attraverso il suo presidente, Michele Grieco, chiedono un intervento immediato e deciso dell’Amministrazione comunale e dell’Arpab, per porre fine a questa giungla di antenne che sta interessando il rione Agna di Matera.
Nel caso si dovesse continuare in questa inadempienza amministrativa, si ritornerà a porre in essere tutti quegli strumenti, in dotazione ad un consigliere comunale, per sollecitare una soluzione immediata e definitiva che garantisca l’interesse primario di chi riveste ruoli istituzionali, ovvero tutelare la salute dei cittadini.
Michele Paterino, Consigliere comunale IDV
La complessità dell’argomento circa gli effetti causati dalle onde elettromagnetiche sugli esseri umani non rappresenta un motivo sufficiente per evitare di affrontare la questione, tanto meno per adottare provvedimenti “scorciatoia”, grazie a norme vigenti troppo permissive, in attesa di una normativa chiara e univoca che disciplini la tematica.
La letteratura scientifica riguardante i campi elettromagnetici è assai vasta, complessa oltre che controversa, ma esiste un punto ormai universalmente accettato: nessuno può sostenerne l’innocuità per la salute umana, essendo ben noti i “rischi” a carico di coloro che vengano esposti a campi elettromagnetici di diversa intensità e frequenza generati da impianti di teleradiocomunicazioni (incluso il ‘telefonino’) e reti elettriche, soprattutto nel caso di prolungate esposizioni, come accade a chi vive o lavora in prossimità di antenne o ripetitori.
Ciò dovrebbe far scattare, automaticamente, il principio di “precauzione” (dichiarazione di Rio sull’Ambiente e sullo Sviluppo del 1992) ed evitare quindi che si faccia ricorso a pratiche potenzialmente dannose per la salute, come seminare punti di irradiamento su tutto il centro urbano. Infatti, se “forse” non influiscono negativamente sulla salute dei cittadini, i campi elettromagnetici “certamente” non provocano effetti benefici.
Buona norma sarebbe che il Gestore desse garanzie sull’innocuità del processo di irradiazione, magari con studi scientifici, effettuati da soggetti terzi autorevoli ed imparziali, e non invece la comunità dimostrarne la pericolosità.
Purtroppo si tende, abitualmente, a rovesciare l’onere della prova e quindi a trasferire alla comunità la necessità di motivare un diritto, che in questo caso non necessita di essere sostenuto da alcuna ricerca o studio, ma risulta già sancito dalla Costituzione Italiana, che all’art. 32 stabilisce il diritto alla salute quale diritto preventivo di un individuo.
L’installazione, nell’area del rione Agna, di varie antenne, nel raggio di poche centinaia di metri, non appare certo una manovra tesa alla salvaguardia della salute pubblica, a maggior ragione se una di queste viene montata a ridosso di un plesso scolastico, in contrasto con la Sentenza TAR Puglia – Lecce n. 242 del 12.06.2002 che ha imposto limitazioni alle installazioni nel raggio di 200 metri dalle “aree sensibili”.
L’ultimo tentativo promosso dal Comune di Matera, volto all’elaborazione di un regolamento oltre che di un piano che prevedesse l’individuazione di aree idonee per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di teleradiocomunicazioni e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, risale al 2003.
Al di là di regolamenti o leggi, nel caso di specie, sarebbe opportuno utilizzare un principio ‘extra legem’ che dovrebbe guidare qualsiasi provvedimento che potrebbe comportare un pregiudizio per la salute dei cittadini, ovvero il principio del “buon senso”, un aspetto che salvaguarderebbe qualche diritto in più e favorirebbe qualche interesse in meno.
In tal senso si sollecita l’Amministrazione comunale di Matera e l’ARPAB ad intervenire nella questione chiarendo con dati e argomentazioni valide a sostegno di un’operazione di invasione di antenne che per alcuni aspetti continua a suscitare forti perplessità.
Associazione culturale MateranaMente
Anche a San Giacomo, nell’area TELECOM che si trova all’incrocio fra Via Don Sturzo e via Meucci, c’è un’antenna a 100 metri dall’asilo di via Meucci da solo 20 ANNI.
confermo quanto detto da Asab… è scandalosa la sufficienza di chi amministra questa città che concede con facilità incredibile l’autorizzazione ad installare generatori di campi elettromagnetici a poca distanza da abitazioni e scuole. Non sorprendiamoci dell’aumento di patologie tumorali connesse alle radiazioni non ionizzanti (quelle dei campi elettromagnetici di antenne ed elettrodotti). Chi gestisce la cosa pubblica se ne frega della salute dei cittadini, questa è la verità
Prima di dire fesserie documentatevi… io l’ho fatto. il Comune non c’entra niente… E’ deficitario di una sola cosa… manca un regolamento… Hai detto niente…!!!
Sapete dirmi cosa è stato deciso in Prefettura?
Il comune ha tutte le colpe cara giusy . Quando devi fare qualsiasi cosa edilizia anche mettere una recinzione com muro alla proprietari privata la devi dichiarare al comune. Allora e vero pure io mi sono documentato il comune non c’entra nulla a livello di suolo però c’entra e come perché ha dato un permesso a costruire . Cosa significa questo che qualcuno ha firmato senza leggere le carte . Ci sono tanti permessi che servono per installare un antenna . Chi parla è del settore . Non si installa un antenna dalla sera alla mattina senza un permesso comunale anche se si è in proprietà privata. Il problema che al comune di Matera ci lavorano tutte persone ignoranti e arroganti che non gli va di fare niente dalla mattina alla sera e i cittadini si trovano nella merda più totale. Chi ha sbagliato deve pagare , ma secondo me anche questa volta la faranno franca come il fatto delle bandierine abusive che li la colpa è del comune in quanto quadrum non c’entrava niente. Grazie a tutti e come al solito si parla si parla ma non si risolve . Il SOLITO MATERANO ACCENDE IL FUOCO E SCAPPA
Vi comunico che il proprietario del suolo per ottenere questa installazione dell’antenna, con distanza a dieci metri dal plesso scolastico e adiacente alla sua abitazione, senza che lui risiede, ha soltanto inviato alla Casa Comunale una SEMPLICE RICHIESTA per l rilascio di una DIA (Denuncia Inizio Attività). Mentre ci sono cittadini che per la sostituzione di una finestra occorre un progetto con il parere del Genio Civile.
sono allibito dalla permissività delle leggi italiane e dal non intervento correttivo delle istituzioni