Che fine ha fatto l’Academy Matera? Enzo Acito: “Andiamo a vedere il bluff”. Di seguito la nota integrale inviata dall’ex consigliere e assessore regionale Enzo Acito.
Quanto tempo serve per capire un bluff? Poco o molto, dipende dalla voglia e dalla capacità di cogliere le sfumature, interpretare le parole non dette, osservare gli sguardi sfuggenti. Cogliere quello che sta accadendo, o non sta accadendo, sul tema Academy a Matera non è solo limitato al finanziamento di tre milioni di euro che potrebbe essere revocato o salvato; il tema è più complesso; si spendono risorse pubbliche per creare un motore di sviluppo, una Ferrari, ma se il motore non parte prepariamoci a prendere atto, con poca rassegnazione e pazienza, che è stato pagato qualche stipendio, si è fatta assistenza a qualche imprenditore e si è contribuito ad allungare l’agonia di una terra che fugge da sé stessa. Ricostruire le date serve a inquadrare il tema, per cogliere il peso delle sfumature, delle parole non dette, degli sguardi sfuggenti. Dicembre 2021: il CIPESS assegna alla regione Basilicata 3 milioni di euro per l’Academy a Matera nell’hub di San Rocco per le imprese culturali e creative; condizione imprescindibile: la immediata cantierabilità del finanziamento, cioè tempi stretti per la partenza. Novembre 2023 (circa due anni dopo): la giunta regionale affida a Sviluppo Basilicata la gestione dei tre milioni di euro, con la condizione di pagare al comune di Matera 120 mila euro l’anno per occupare alcune stanze nell’ hub di San Rocco, luogo destinato ad accogliere l’Academy; delibera di giunta regionale con l’obiettivo di dimostrare al Ministero che la spesa è iniziata, quindi il finanziamento è salvo, almeno così dovrebbe essere. Il fatto è che dopo un anno, e quindi dopo aver impegnato i primi 120.000 euro, all’ Hub di San Rocco non c’è traccia di attività di Sviluppo Basilicata compatibili con il progetto approvato allegato alla delibera di giunta regionale. Assenza poco giustificata perchè il progetto non è ancora partito, non c’è traccia di bando pubblico per 50 borse di studio per tre anni, non c’è traccia del grande player che dovrebbe essere il promotore, con i propri manager e docenti, per l’alta formazione nel settore delle imprese culturali e creative. In verità è stato individuato un grande player, ma nel settore della logistica che nulla ha da condividere con la cultura e la creatività; peraltro individuato con i meccanismi della filiera corta, per conoscenze personali, senza un avviso pubblico fatto a livello comunitario, con tanto di scadenza di presentazione delle candidature, capitolato d’appalto, disciplinare di gara, commissione di valutazione per trovare il soggetto gestore migliore, con la logica della libera concorrenza sul mercato internazionale, che diventa il cervello dell’intera operazione. Nel frattempo Matera è diventata riferimento per la ZES cultura e l ‘Academy potrebbe diventare il motore della Zes, la linfa vitale con i 50 talenti all’ anno per tre anni, che verrebbero a Matera per essere formati dai manager di players specifici, padroni della materia della cultura e della creatività, non della logistica. Obiettivo finale è la creazione di nuove imprese nell’ambito della cultura e della creatività che potrebbero insediarsi a Matera o nelle aree interne, andando a creare le condizioni per iniziare ad invertire il percorso dell’abbandono. Dov’è il bluff? Far credere che tutto possa procedere senza bando pubblico, senza grandi players competenti in materia, senza coinvolgere la ZES Cultura, senza coinvolgere gli istituti superiori che possono formare i ragazzi locali nello stesso ambito della cultura e della creatività (ITS), senza creare i presupposti per far incontrare i talenti dell’Academy ed i ragazzi formati negli ITS per creare imprese locali, vero obiettivo del progetto. Il bluff ha un solo obiettivo minimale: rendicontare e far quadrare i conti salvaguardando gli aspetti formali e prepararsi a prendere atto con rassegnazione, tra qualche anno e dopo aver dilapidato le risorse pubbliche, che ancora una volta la città di Matera e la regione Basilicata hanno perso un’opportunità concreta di crescita e di riduzione della fuga dei cervelli.