Rapporto choc del Consiglio d’Europa sui Cpr italiani, Cgil Potenza: “Chiudere il Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio” . Di seguito la nota integrale.
“È di ieri la notizia del rapporto choc del Consiglio d’Europa sui Cpr italiani a seguito della visita avvenuta nell’aprile scorso. Il Comitato ha riscontrato anche al Cpr di Palazzo San Gervasio prassi non aderenti alla tutela dei diritti umani e carenze nelle procedure nonché la prassi dell’utilizzo di psicofarmaci con somministrazione attraverso la diluizione in acqua e cibo. Più in generale, il Comitato è molto critico nei confronti della disposizione fisica e della progettazione dei Cpr e in particolare dell’ambiente carcerario. Questo conferma e rafforza le nostre ragioni sulla chiusura dei Cpr”. Lo affermano Vincenzo Esposito e Silvia Bubbico, della segreteria della Cgil di Potenza. “Siamo a ridosso della fine dell’anno dalla nostra denuncia e nulla è cambiato. Da tempo – sottolineano – chiediamo la chiusura del Cpr di Palazzo San Gervasio criticando il sistema stesso di detenzione per reati amministrativi per i migranti in attesa dei rimpatri, esclusivamente strumentale per le politiche restrittive e vessatorie del governo nella gestione del fenomeno migratorio. Ai Cpr si sono affiancati il decreto Cutro, gli accordi con l’ Albania per esternalizzare di fatto le frontiere, la sospensione delle procedure per le persone di nazionalità siriana e la questione legata ai paesi sicuri nonché la gestione dei flussi per lavoro. Senza alcuna visione di insieme e progettuale che tenga conto delle esigenze lavorative, l’ingresso nel nostro paese e l’ ipotesi di affidamento ai tribunali ordinari delle pratiche per la valutazione della richiesta di asilo, sottraendole alle sezioni specializzate. Il punto evidente – aggiungono – sembra essere la noncuranza nei confronti dei diritti delle persone e l’ urgenza di dare segnali politici confondendo il movimento con l’ azione, invece di ampliare e rinforzare il sistema di accoglienza e i meccanismi di integrazione ad esso correlati così come evidenziato costantemente dal tavolo nazionale asilo. Eravamo presenti contro il Ddl Cutro, in presidio a garanzia della tutela delle condizioni di permanenza nei Cpr, nelle visite nei Cpr e in protesta per dare solidarietà ai migranti e alla famiglia del giovane Oussama che ha perso la vita nel Cpr di Palazzo. Ora – concludono – torniamo a chiedere la chiusura dei Cpr a tutela dei diritti umani e auspicando un sistema e di meccanismi di gestione del fenomeno migratorio e di accoglienza che tutelino le persone garantendo strumenti di integrazione adeguati ad un paese democratico”.