Dimensionamento scolastico, Ferrone (vice presidente Provincia di Potenza): la battaglia deve proseguire. Di seguito la nota integrale.
Per me la battaglia sul dimensionamento scolastico deve proseguire innanzitutto contro i criteri altamente penalizzanti per le scuole dei piccoli centri e delle aree interne adottati da parte del governo e che non possiamo supinamente accettare. Non si può ridurre il tutto a “prendere” o “lasciare”. Un esempio. Per la questione o per la posizione geografica che versa la nostra regione non si può equiparare un Comune della cintura di Milano tipo Rho ad un comune dell’area interna della Basilicata. Un caso è quello del mio comune , il Comune di Bella per posizioni geografiche ma anche per posizioni diverse a livello infrastrutturale da tanti comuni del centro-nord. Quindi bisogna a mio avviso modificare a livello nazionale i criteri che sono dei criteri oggettivi in base ai numeri e in base anche alle posizioni in cui versano i nostri comuni. Un’altra considerazione che è alla base della posizione della Provincia di Potenza, condivisa dai Comuni, è quella a livello regionale per quanto riguarda le aree interne. Come è noto la Giunta regionale ha deciso di ampliare le aree interne inglobando nuovi comuni all’interno delle aree interne già esistenti. Si dimentica però che le aree Interne hanno un asse di capitolo di spesa che va proprio verso gli istituti, i nostri istituti scolastici per ammodernamento per far sì che i nostri studenti abbiano sempre la sicurezza e la qualità dell’istruzione. La situazione è differente: i comuni che sono stati aggiunti all’interno di un’area a livello scolastico fanno parte di istituti che appartengono a comuni fuori dall’ area interna stessa e quindi appartenenti ad altra area interna. E’ necessario dunque fare chiarezza anche su questo aspetto perché la trovo una questione ingiusta dove una area interna deve sostenere dei costi presso dei comuni che fanno parte dell’area interna, però a livello scolastico si trovano in un’altra area. La Giunta regionale invece di assumere l’atteggiamento di Ponzio Pilato e quindi di attenersi alle rigide regole del Ministro Valditara farà bene a riflettere e a fare chiarezza per verificare come sia possibile passare a nuovi criteri, affinché i nostri comuni vivano serenamente senza alimentare la guerra tra poveri, ovvero la guerra tra comuni per difendere scuole che sono prima di tutto presidi culturali e civili. Il rischio è che nelle aree interne oltre al disagio sociale cresca anche la povertà educativa dovuta principalmente dalle carenze e inadeguatezze di istituti culturali con un ulteriore divario formativo per i nostri ragazzi. Sono queste le ragioni centrali della battaglia da continuare in ogni sede istituzionale e nella comunità dell’istruzione senza irrigidimenti personali o difese di ufficio delle politiche per la scuola perseguite da questo Governo.