I consiglieri comunali Giusy Di Giacomo e Carmine Carnevale di San Fele Futura in una nota denunciano le criticità causate dalla mancanza di acqua potabile nelle contrade Palazzuolo, Fondone e Boschetto di San Fele. Di seguito la nota integrale.
Ancora in alto mare. È questa la desolante verità che emerge dalla vicenda del potenziamento del sistema idrico delle contrade Palazzuolo, Fondone e Boschetto. Cinque anni dopo l’assegnazione di un finanziamento di 243.000 euro, il progetto è una chimera e i cittadini restano ostaggio di un’acqua non potabile. Intanto, il tempo passa, le responsabilità si dissolvono e le necessità della comunità continuano a cadere nel vuoto istituzionale.
Durante l’ultima seduta del consiglio comunale, il Sindaco ha candidamente dichiarato che si è ancora in attesa del progetto. Una risposta che non risponde, uno scaricabarile che getta luce sull’impotenza amministrativa di chi avrebbe il dovere di governare con serietà e trasparenza. Nessuna strategia, nessuna visione, solo il galleggiamento nel mare dell’indifferenza.
La storia è tanto semplice quanto scandalosa: nel 2019, il Comune di San Fele, privo delle competenze necessarie per gestire direttamente l’intervento, ha stipulato una convenzione con Acquedotto Lucano S.p.A. per progettazione e direzione lavori. Da allora, il silenzio. Si è passati dalla promessa del progresso alla stagnazione dell’inerzia.
Duro il commento del gruppo di minoranza San Fele – Futura: «Siamo di fronte all’ennesimo esempio di amministrazione fallimentare, che vive di proclami senza mai trasformarli in fatti concreti. Si ottengono i finanziamenti, si sottoscrivono accordi, ma poi tutto si ferma, e chi paga il prezzo più alto sono i cittadini».
L’opposizione denuncia un atteggiamento superficiale e lontano dai reali problemi della comunità. «Le contrade Palazzuolo, Fondone e Boschetto non sono periferie dimenticate, ma parte viva del nostro territorio. Qui la vita si regge su servizi essenziali che, in questo caso, mancano del tutto», incalzano i consiglieri Giusy Di Giacomo e Carmine Carnevale.
La gestione dell’acqua è la cartina di tornasole di un’amministrazione che preferisce tirare a campare anziché affrontare le sfide di petto. Si parla tanto di sviluppo, ma come si può parlare di futuro quando manca l’acqua potabile, simbolo stesso di civiltà? La politica non può ridursi a cerimonie e tagli di nastro, deve essere lotta e costruzione, non apparenza.
San Fele merita una classe dirigente all’altezza dei bisogni e delle aspirazioni dei suoi abitanti. Chi oggi guida il Comune risponda del proprio immobilismo: il tempo delle scuse è finito. L’acqua è vita, ma qui, nell’ombra di una burocrazia cieca e di promesse evaporate, l’acqua è diventata simbolo di inefficienza e tradimento.