Si è riunita questa mattina, presso il Parlamentino lucano, la Quarta Commissione consiliare permanente, presieduta da Morea (Azione).
I lavori hanno avuto avvio con l’audizione della direttrice regionale ANPEC (Associazione Nazionale Pedagogisti Clinici) di Basilicata, Valeria Piscopiello, coadiuvata da Maurizia Buonvino, pedagogista clinico, sull’opportunità di istituire un tavolo di confronto tecnico che affronti le tematiche relative all’infanzia, all’adolescenza, alla devianza giovanile, alla disabilità, alle persone fragili. I rappresentanti di Anpec hanno sottolineato l’importanza della divulgazione della figura professionale del pedagogista clinico nelle relazioni di aiuto in tutte le fasce di età, a supporto di tutti gli interventi per il benessere psicofisico della persona. L’Anpec chiede la definizione di un protocollo con la regione Basilicata come già avvenuto in altre regioni (Toscana, Sardegna e Calabria) per promuovere progettazioni congiunte che rafforzino la partecipazione di questa figura specialistica sul territorio, in rete con altre figure specialistiche e agenzie educative. Occorre far diventare questa figura una risorsa sul territorio attraverso un riconoscimento a livello regionale.
Il presidente Morea ritiene che la regione possa farsi carico di un percorso per giungere al risultato della stipula di un protocollo, direttamente o indirettamente. La Commissione sarà parte attiva in questa azione. Morea, inoltre, ha proposto di audire sul tema la direttrice dell’U.S.R. e anche i vertici di Asp, Asm e Anci.
Sono intervenuti alla discussione, oltre al presidente Morea, la consigliera Araneo.
Successivamente, l’audizione della direttrice regionale del C.I.D. (Centro Internazionale di Dialettologia), Patrizia Del Puente, in merito all’attività svolta dal Centro e alle sue potenzialità e prospettive. Del Puente ha ricordato che il Centro è stato costituito con un accordo tra Unibas e Università degli studi di Palermo ed ha evidenziato che lo stesso, tra le molte ricerche condotte, ha pubblicato un atlante linguistico regionale, unico in Italia, che registra le voci lessicali dei dialetti di tutti i centotrentuno comuni lucani e di tutte le varianti parlate nelle frazioni. Inoltre, ha organizzato Convegni Internazionali di Dialettologia che hanno visto la partecipazione di autorevoli studiosi provenienti dalle più prestigiose Università nazionali e internazionali. I finanziamenti regionali, già prorogati con un addedum ad una delibera di Giunta, si esauriranno ad ottobre 2025. Del Puente chiede pertanto di istituzionalizzare il CID con una legge regionale affinché si possano assicurare gli stipendi ai ricercatori e continuare le attività e le ricerche anche con la prospettiva di creare nuova occupazione, coinvolgendo le scuole medie e quelle superiori nell’insegnamento della dialettologia.
Su richiesta della Consigliera Araneo è stata proposta l’audizione del Rettore dell’Unibas e del Direttore del Dipartimento Scienze umane per comprendere se il CID sia formalmente ricompreso in seno all’Università. Inoltre, il Presidente Morea ha ritenuto necessario programmare anche l’audizione dell’Anci perché i Comuni possano far parte del processo decisionale.
Sono intervenuti alla discussione, oltre al presidente Morea, i consiglieri Araneo, Bochicchio, Marrese e Tataranno.
A seguire ancora, l’audizione del Presidente del Circolo culturale La Scaletta Matera 1959, Francesco Paolo Di Pede, insieme a Paolo Emilio Stasi, Alfonso Petrandolfi e Enzo Acito sul rilancio del ruolo dell’Università degli Studi di Basilicata.
Il presidente del circolo La Scaletta ha chiesto che l’associazione sia coinvolta, attraverso gli accordi triennali, tra Regione e Università, nel sistema di monitoraggio dei corsi universitari. Di Stasi e Petrandolfi hanno evidenziato la necessità di una profonda riflessione sul futuro della Università di Basilicata alla luce anche dei recenti report sulle Università minori italiane che vede l’Unibas agli ultimi posti. Si ritiene infatti che il numero di circa 40 corsi di laurea non siano sostenibili e che molti di essi non sono congruenti con le suscettività e peculiarità del territorio. Quindi non creano le condizioni per un’occupazione concreta per i futuri laureati in Regione. La proposta è che vi sia un coinvolgimento di tutti i soggetti che hanno a cuore il futuro non solo dell’università ma anche della regione al fine di creare un percorso condiviso che veda il rilancio dell’università sempre più ancorata allo sviluppo e all’occupazione delle future generazioni. In particolare è stato affermato che non tutte le facoltà ed i corsi di laurea garantiscono la necessaria connessione col sistema produttivo locale. Acito ha posto l’accento sul tema che il sistema produttivo regionale possa essere rappresentato dai 5 cluster che raccolgono imprese e centri di ricerca regionali: automotive, energia, bioeconomia, osservazione della terra e sistema culturale/creativo. Nei 5 cluster è presente il sistema economico endogeno che dovrebbe essere supportato dal sistema universitario dell’Unibas, con l’obiettivo di formare figure professionali che potrebbero essere assorbite nella fase post laurea. Al sistema Unibas – cluster di imprese si dovrebbe aggiungere anche il sistema ITS (istituti tecnologici superiori), che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore.
Il presidente Morea ha indicato la necessità di coinvolgere anche l’assessore competente su questi temi per giungere a proposte concrete, anche nella direzione indicata dall’associazione
Sono intervenuti alla discussione, oltre al presidente Morea, i consiglieri Bochicchio, Verri, Vizziello e Marrese
Infine, le audizioni, su espressa richiesta della consigliera Araneo, del Sindaco del Comune di Lagonegro, Salvatore Falabella, del Presidente di Cittadinanza Attiva regionale, Maria Antonietta Tarsia, della Segretaria di Cittadinanza attiva Regionale, Franca Picciani, del rappresentante del Tribunale per i diritti del Malato di Lagonegro, Francesco Brigante, del rappresentante del Tribunale per i diritti del Malato di Lauria, Giuseppe Della Guardia, in merito alla DGR 447/2022 “Costruzione del polo unico della salute nella città di Lagonegro – individuazione dei nuovi enti e fasi di realizzazione”.
Il Sindaco Falabella dopo aver ripercorso la vicenda legata ai finanziamenti stanziati per ampliare e sistemare l’Ospedale lagonegrese ha evidenziato la necessità di definire tale nosocomio come punto di riferimento di tutta l’area sud della Basilicata e anche dell’area nord della Calabria. L’Ospedale di Lagonegro che sta soffrendo di una emorragia di medici a causa delle difficili condizioni in cui si trova deve invece trovare collocazione in una visione più ampia. Tra i problemi più urgenti segnalati quello dell’elisuperficie per il volo notturno, perché i pazienti, in alcune situazioni, si sono trovati costretti a raggiungere Lauria o, addirittura, Brienza per essere soccorsi in elicottero. C’è attualmente un progetto dell’Asp per la realizzazione dell’elisuperficie, in una zona di Lagonegro, con costi elevati, ma sono state individuate anche altre aree, tuttavia, non sono ancora stati effettuati voli di prova per verificarne l’adeguatezza. Inoltre, l’Ospedale di Lagonegro necessita di interventi strutturali urgenti perché gli spazi non sono più adeguati. Il nuovo padiglione può essere una soluzione – ha affermato il Sindaco – ma lo si faccia presto. Così come occorre decidere subito se adeguare la struttura esistente o procedere con la demolizione e la ricostruzione.
Anche Brigante ha sottolineato che l’Ospedale di Lagonegro rappresenta un punto di riferimento per una vasta area della Basilicata e della vicina Calabria. È un ospedale di antica tradizione e prestigio – ha sottolineato – che avrebbe dovuto essere potenziato ma è avvenuto il contrario. Occorre che esso recuperi la sua identità e si facciano gli interventi necessari.
Della Guardia ha ricordato che la promessa dell’Ospedale Unico è frutto di un riconoscimento affinché siano date risposte di qualità ai bisogni di salute del territorio. Quest’ultimo è invece preoccupato dal frazionamento attuale. Se manca una rete pubblica efficiente la sanità pubblica non sopravvive e se ne avvantaggia quella privata.
Infine, Tarsia ha rammentato che il vero punto centrale resta il Piano sanitario regionale che è lo strumento per programmare e realizzare le azioni necessarie. Una soluzione per risolvere i problemi legati al 118 – ha suggerito – potrebbe invece essere quella di creare due strutture, una per Potenza e l’altra per Matera.
Sono intervenuti alla discussione, oltre al presidente Morea, i consiglieri Araneo, Vizziello, Lacorazza e Verri. Il presidente Morea e gli altri Commissari ritengono necessario discutere della questione in sede di Consiglio regionale e di convocare in audizione l’assessore competente e anche i vertici dell’Asp.
Hanno partecipato ai lavori, oltre al Presidente Morea (Azione), i consiglieri Antonio Bochicchio (Avs-Psi-LBp), Angelo Chiorazzo e Giovanni Vizziello (Bcc), Alessia Araneo e Viviana verri (M5S), Roberto Cifarelli e Piero Lacorazza (Pd), Maddalena Fazzari (FdI), Piero Marrese (Bd), Mario Polese (Iv-Ol), Domenico Raffaele Tataranno (Lega Basilicata).