Riceviamo e pubblichiamo la nota sottoscritta da Pio Abiusi per conto dell’associazione materana Città Plurale in cui si affrontano le questioni ambientali legate ai rifiuti e all’inceneritore Fenice.
Basta chiacchiere e convegni, è l’ora di rimboccarsi le maniche.
E’ difficile organizzare la macchina amministrativa specie se , poi, si deve rispondere a logiche elettorali e di sicuro non si può vivere di convegni. L’Arpab è un esempio delle difficoltà organizzative, dal nulla del tutto a posto di Sigillito si è passato ad una organizzazione divenuta caotica per eccesso di domande alle quali non riesce a farvi fronte e nel frattempo tante situazioni aperte restano non presidiate. Tutta la Val Basento resta un capitolo sconosciuto, il monitoraggio del COV- centro oli di Viggiano- resta una chimera, Fenice stessa resta una incognita tanto è che dirigenti regionali hanno dichiarato di non essere in grado di affermare che l’inquinamento delle falde si sia interrotto dopo gli interventi di MISE- Messa in Sicurezza di Emegenza – eseguiti. II piano di Bonifica predisposto da Fenice ed accettato dall’Arpab è stato disconosciuto dall’Ispra. L’ Arpab in occasione del dibattimento di fronte al TAR di Basilicata, a seguito della determina dirigenziale emessa dalla Provincia di Potenza e che fermava l’attività dell’inceneritore, ebbe a dichiarare che i livelli di inquinamento delle falde erano rientranti ma, ancora oggi , nessuno lo giurerebbe.
Fenice ,nel frattempo, diventa centrale nel ciclo dei rifiuti solidi urbani e la Regione accorderà la contestatissima V.I.A.- Valutazione di Impatto Ambientale- e che autorizza Fenice a trattare altre 9 mila tonnellate l’anno perchè il limite di 30 mila è stato raggiunto e quello che era nato per essere un inceneritore a supporto dell’attività industriale che non disdegnava l’abbruciamento dei rifiuti urbani ha assunto un ruolo centrale proprio per questo ultimo ed è proprio questa mutazione che forse permetterà alla società di fare utili nel 2012 , dopo aver registrato perdite per circa 1,5 milioni di Euro nel 2011. Ci chiediamo a cosa serva un Commissario ATO- rifiuti , a svolgere il ruolo di notaio? Si faccia partire la raccolta differenziata , ferma al 15% in Regione; si commissarino i comuni che sono inadempienti; si dia slancio ad un tanto atteso circuito virtuoso. Se non si vuole fare significa che si segue la via dell’incenerimento e delle discariche, significa che si prediligono situazioni non sempre trasparenti e ricordiamo che il business dei rifiuti è redditizio. Per questo motivo vi è la corsa alla costruzione di nuove discariche o all’allargamento di quelle esistenti ed un piano impostato sul riciclo ed il riuso del materiale non esiste ancora.
Il dibattito svoltosi in commissione di inchiesta su Fenice ha fatto evidenziare con chiarezza i limiti che esistevano e che esistono sui monitoraggi ambientali ma anche di valutazione sui rischi alla salute- questa è addirittura prossima allo zero-.
Stucchevole è divenuto il rito relativo alla pubblicazione dei dati che riguardano l’ inquinamento delle falde acquifere rilevato dai prelievi nei pozzi piezometrici adesso ci inventiamo la scusa che la bonifica non è ancora iniziata. In luogo di tutto questo poniamoci un semplice quesito e cioè :siamo sicuri che Fenice non continua ad inquinare, chi ci mette la mano sul fuoco? Chiediamo all’Ispra di surrogare l’Arpab e si rimetta in discussione la fase di M.I.S.E., considerata conclusa; l’Arpab più di una volta, su Fenice, è stata smentita. Dopo tutto tiriamo le logiche conclusioni mettiamo una pietra tombale sull’incenerimento ed attrezziamoci con la raccolta differenziata. Che ne dice assessore Mazzocco di ritorno dalle fatiche marateote?
Pio Abiusi – Città Plurale Matera