L’ex consigliere comunale di Matera, Michele Paterino, in una nota torna ad occuparsi della vicenda che riguarda l’autorizzazione da parte della Regione Basilicata per la realizzazione di un impianto di biogas al Borgo La Martella di Matera e suggerisce di impugnare il provvedimento. Di seguito la nota integrale.
Basta demagogia. Continuano a sopravvenire prese di posizione da parte di enti, associazioni e personalità politiche in merito alla realizzazione dell’impianto di biogas nella zona industriale de La Martella. Una questione di cui, probabilmente, in molti ne erano a conoscenza e sottaciuta per diversi mesi, quasi come se si volesse farla passare in sordina, sino a quando, lo scrivente, ha portato a conoscenza la cittadinanza della decisione adottata dal governo Regionale di autorizzare la realizzazione del summenzionato impianto nella zona industriale del Borgo. Al riguardo, trovo assai discutibile la trasposizione dei fatti operata da qualche organo di informazione locale nel ricostruire la vicenda, dando ampio spazio a talune dichiarazioni, peraltro tardive, e non al contenuto del comunicato stampa che ha avuto il merito di provocare la presa di posizione di tutti gli altri. I cittadini, ad onor del vero, hanno diritto ad una corretta informazione. Sulla vicenda viene spontaneo chiedersi: Cosa si può fare ora? Nel provvedimento rilasciato della Regione Basilicata – Ufficio Energia (prot. nr. 23BD.2024/D.0187) in data 17 dicembre 2024, e precisamente alla pagina 18 di 20, viene riportato “avverso il provvedimento regionale è possibile proporre ricorso al competente Tribunale Amministrativo entro 60 giorni o, in alternativa, ricorso amministrativo straordinario al Presidente della Repubblica entro 120 giorni decorrenti dalla comunicazione o pubblicazione dello stesso” Quindi i tempi per un possibile ricorso ci sarebbero. Sicuramente sarebbero legittimati a ricorrere, oltre ai singoli cittadini del borgo, il Comitato Civico “Ludovico Quaroni” e le associazioni “Amici del Borgo” e “Schierarsi Matera”, che tutti abbiamo apprezzato per la determinazione con cui hanno difeso le ragioni sacrosante dei propri concittadini nella manifestazione svolta sotto il Palazzo comunale e nella seduta aperta del Consiglio Comunale del 29 gennaio 2024, ove l’assise ha deliberato all’unanimità di escludere il quel sito dalla localizzazione dell’impianto di biogas. Tutto ciò nella consapevolezza che, su alcune questioni di particolare importanza, non si può decidere contro la volontà dei cittadini. Un atto politico sicuramente importante, ma non vincolante per la Regione Basilicata, alla quale spetta l’ultima e decisiva parola. A questo punto mi domando: perché le iniziative di protesta messe in atto dai Comitati e dalle associazioni del Borgo e che si sono dimostrate efficaci nei confronti della amministrazione comunale non sono state ripetute sotto i palazzi regionali ? Magari, se attuate, forse avrebbero potuto ottenere una diversa localizzazione dell’impianto. Che ruolo hanno avuto su questa vicenda i partiti locali di centrodestra che pure hanno votato contro la localizzazione dell’impianto in quell’area rispetto alla decisone adottata poi dal governo regionale? Vista la conclusione di questa vicenda, mi sovviene alla mente una citazione celebre di Giulio Andreotti: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”. Evidentemente non escluderei che l’obiettivo di chi ha cavalcato la protesta non era quello di impedire la localizzazione dell’impianto nell’area industriale del La Martella, ma semplicemente di impedirne una possibile eventuale realizzazione di iniziativa pubblica. Dunque, tra le ragioni che potrebbero giustificare il ricorso amministrativo sicuramente rientra ed è predominante la tutela del bene primario della salute dei cittadini del borgo La Martella (art. 32 della Costituzione “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”). Proprio per la sua localizzazione, l’impianto di biogas a ridosso del Borgo ha infatti delle potenzialità inquinanti e quindi, non potendosi escludere effetti dannosi per la salute dei residenti, per la salubrità delle coltivazioni, oltre alla contestuale presenza di attività imprenditoriali nel settore agroindustriale, l’aumento del traffico veicolare, ecc.ecc.17:20
, sarebbe opportuno una diversa allocazione dello stesso. Anche l’Amministrazione comunale, nella persona del commissario prefettizio, potrebbe valutare di impugnare il provvedimento in virtù di quanto deliberato dal Consiglio Comunale del 29 gennaio 2024. Per onestà, va evidenziato che se l’istruttoria e tutto l’iter seguito sono stati fatti in modo regolare, difficilmente il TAR accoglierebbe il ricorso. Tuttavia quello di proporre ricorso è un tentativo che va compiuto comunque, anche per rispetto dei cittadini del Borgo, la cui volontà non è stata tenuta in nessuna considerazione dal governo regionale. Il tutto si sarebbe potuto evitare se l’organo politico regionale, che ha individuato la localizzazione dell’impianto nella Zona industriale de La Martella, avesse deciso di scegliere luoghi più idonei, come ad es. la Zona industriale di Iesce.. Applicare semplicemente il buon senso, trovare un punto di equilibrio tra la necessità di prevedere nel territorio comunale un impianto di valorizzazione energetica da rifiuti organici (biometano), previsto dal piano regionale e in linea con le direttive comunitarie, ed il diritto dei cittadini del Borgo alla salute e ad un ambiente salubre, a cui andava sicuramente data preminenza.