“Sport e Benessere di Comunità: progettare il futuro insieme”. E’ il tema scelto per il sesto tavolo tematico organizzato nel tardo pomeriggio nella sede dell’Associazione Progetto Comune Matera in via Nazionale 46 a Matera.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni sportive locali e degli organismi sportivi della città, che porteranno il loro contributo per analizzare le criticità e proporre soluzioni concrete per il futuro dello sport a Matera.
Sono intervenuti Michele Di Gioia, Presidente del Comitato UISP Matera, Carmine Acquasanta, vicepresidente nazionale FCI, Biagio Tralli, presidente Federkombat Basilicata, Antonio Vignola del Circolo tennis Matera, Cristoforo Di Cuia, vice presidente CSI Matera, Giuseppe De Ruggieri della UISP, Antonio Conterosito della Virtus Matera, Nicola Di Pede per motorismo Uisp ed Eusatchio Nicoletti della Spi Cgil.
Nell’incontro di oggi sul tema”Sport, benessere della comunità ” è emersa fortemente la necessità che le politiche dello sport della città siano al centro dell’agenda dei decisori politici.
La pubblicazione dell’indagine del Sole 24 ore sulla qualità della vita, che fotografa il benessere nei territori, ha messo in evidenza la marcata concentrazione delle province del Mezzogiorno nella parte bassa della classifica: Matera è all’ottantaquattresimo posto. Tra i sei indicatori che hanno determinato la classifica finale, quello dedicato alla cultura e tempo libero, ha al suo interno l’indice di sportività: Matera è al novantasettesimo posto.
Un risultato che non può in alcun modo soddisfare la nostra comunità, consapevole della necessità di aprire una riflessione matura, in grado di coinvolgere dal basso la base associativa e creare una nuova stagione di partecipazione nei processi decisionali delle politiche sportive della città.
Alcuni interventi, anche nell’ultimo ciclo amministrativo, sono stati avviati (lo stadio XXI Settembre per tutti).
Ma lo sport necessita di una programmazione seria, non può essere considerato sempre come una situazione da affrontare in emergenza (il riferimento non casuale è all’impiantistica sportiva della nostra città) e soprattutto, il confronto va sviluppato sui temi della dimensione culturale dello Sport e della consapevolezza del ruolo che deve avere nelle politiche pubbliche (pur non essendo lo Sport una politica pubblica). L’intersettorialità dello Sport e la sua stretta relazione con le politiche della salute, educative, giovanili, sociali, culturali, ambientali, turistiche, del lavoro, dello sviluppo, del territorio, meriterebbero una differente attenzione, per porlo al centro dell’agenda politica.
All’improvvisazione dunque deve sonstituirsi la programmazione, per evitare che si operi in costante situazione di emergenza. Questo si esplicita anche con la carenza di organico all’interno dell’amministrazione comunale con una sola risorsa dedicata all’Ufficio sport.
Il confronto è partito dall’analisi dell’impiantistica sportiva comunale, ferma a metà degli anni 80 e oramai non più adeguata alle esigenze dei sempre più numerosi organismi sportivi che operano
in città. Le criticità sono evidenti sia nei criteri di gestione (esclusivamente guardiania e custodia) che per lo stato in cui versano gli impianti: Campo scuola sportivo, Tensostruttura, Palazzetto di Lanera, Palasassi e Piscina in particolare. Emerge anche la difficoltà delle società sportive (affiliate Figc) per lo svolgimento di gare di campionato e allenamenti, essendo al momento utilizzabile solo il Campo Paip,’unico impianto disponibile in città. Si evidenzia inoltre una carenza di spazi utilizzabili all’interno degli impianti sportivi (anche scolastici), per cui risulta necessario da un lato un intervento relativo ai criteri di accesso, dall’altro la programmazione di piccoli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per rendere, soprattutto le palestre scolastiche, adeguate alle esigenze delle attività sportive praticate.
Altro tema discusso è quello della riqualificazione dei campi polivalenti di quartiere: risorse importanti per permettere ai cittadini di riappropriarsi di spazi pubblici di socializzazione con un’evidente ricaduta in termini di benessere per la comunità.
All’amministrazione comunale si chiede di essere attenta ai bisogni degli organismi sportivi, incentivando meccanismi di facilitazione per l’investimento del privato sociale nell’impiantistica sporrtiva. Ecco qui di seguito alcuni spunti per un confronto aperto ai contributi di cittadine e cittadini:
– Riconoscere che lo sport è un’occasione imperdibile di crescita globale, di educazione e di coesione sociale. Tutti dovrebbero avere la possibilità di praticarlo ed avere pari opportunità di accesso. È un grande obiettivo di equità, a
maggior ragione in una situazione che vede questo diritto messo a rischio, dall’aumento delle disuguaglianze in termini di salute, di accesso ai servizi e alle opportunità.
– Adottare Politiche di riqualificazione degli spazi pubblici: campi polivalenti di quartiere, piste ciclabili, aree verdi attrezzate, parchi gioco, urbani, piazze e strade, per promuovere attività sportive strutturate e destrutturate. Attraverso lo sviluppo dell’impiantistica sportiva (leggera) di prossimità, su cui gli enti locali devono operare in una logica di sistema con l’associazionismo sportivo (Patti di collaborazione), favorire la risocializzazione degli spazi pubblici intesi come Beni Comuni.
– Mettere in campo Politiche di riqualificazione e di gestione sostenibile degli impianti sportivi, entro i canoni del risparmio energetico e dell’eco-efficienza, attraverso modelli condivisi tra Pubblico e Privato Sociale. Allo stesso tempo programmare la riqualificazione degli impianti sportivi scolastici e regolamentazione dell’utilizzo degli stessi, per garantire la più ampia presenza dello sport di base, delle reti sociali e del terzo settore, nell’ambito di un’educazione concepita come percorso che accompagna il cittadino attraverso tutto l’arco della sua vita, dall’infanzia all’età adulta (anziana).
– Adeguamento del regolamento di utilizzo degli impianti sportivi che garantisca, accanto alle attività di tipo competitivo, anche la presenza dello sport delle reti sociali e di terzo settore, che si concretizza
in progetti sul terreno della povertà educativa rivolti soprattutto ai minori, dei programmi di inclusione delle persone con disabilità, del contrasto al razzismo e alle varie forme di discriminazione, ma anche i gruppi informali di adulti e anziani. Garantire pari opportunità di accesso alle donne (in ogni fascia d’età e anche i gruppi informali) per promuovere lo sviluppo delle attività sportive femminili.
– Promuovere Politiche di educazione alla corretta fruizione del territorio e dell’ambiente. La promozione di comportamenti consapevoli e responsabili verso l’ambiente, attraverso l’organizzazione di manifestazioni sportive ed iniziative che misurino la loro sostenibilità, che si sostanziano anche in occasione di promozione e sviluppo dei territori, in particolar modo di quelli meno conosciuti e logisticamente accessibili con maggiore difficoltà.
– Favorire politiche attive del lavoro in ambito sportivo per le giovani generazioni, creando opportunità tra domanda e offerta di lavoro (utilizzando i PCTO Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, e siglando convenzioni con Università e Istituti d’Istruzione Superiore).
Decisiva sarà la partecipazione nella programmazione e nella gestione.