Questa sera nella chiesa di San Rocco in via Lucana a Matera è stato proposto al pubblico il concerto “Armonie strumentali del Barocco europeo” eseguito da DuniEnsemble per la rassegna Percorsi Musicali nell’Arte 2025.
Si è esibita la formazione cameristica composta da Natalia Lucia Bonello (flauto dolce e traversiere), Francesco Panìco (tromba barocca), Giovanni Rota (violino barocco), Renan Ferraz-Galvao (viola barocca), Gioacchino De Padova (viola da gamba), Claudia Di Lorenzo (organo e clavicembalo).
Una formazione strumentale classica. Ma, soprattutto, un gruppo di musicisti di livello che allo studio e all’interpretazione del repertorio rinascimentale e barocco, con strumenti copia e seguendo prassi esecutive filologiche, sono impegnati nella divulgazione culturale di un patrimonio non solo legato all’arte dei suoni. Il “DuniEnsemble” ha offerto al pubblico un evento che ha proposto un repertorio tanto ricercato quanto inconsueto.
Il concerto è stato organizzato dal DuniEnsemble nell’ambito della rassegna “Percorsi musicali nell’arte” 2025, promossa dalla “Associazione culturale Arti Libere” e dal “Centro Studi Mousikè: Arti dello spettacolo nel Mediterraneo”. Il cartellone continuerà con altri eventi in Puglia, in luoghi particolarmente dedicati all’arte.
L’esecuzione ha visto risuonare un organo storico (è un manufatto realizzato nel 1907 dagli organari inglesi Norman & Beard, e giunto a Matera in modo che varrebbe da solo un racconto) attraverso alcune composizioni di autori dell’età barocca fondamentali nella storia della musica, ma poco conosciuti dagli addetti ai lavori, quali George Philipp Telemann e Franz Reinhart o Franz von Biber.
Compositori che rappresentano degli autentici capisaldi della letteratura barocca, e che rientrano nel vasto repertorio del DuniEnsemble, complesso strumentale che di sicuro è tra le formazioni cameristiche più apprezzate nella esecuzione di musica antica. Un gruppo di artisti dalla forte anima lucana anche per il nome che si lega al territorio celebrando i fratelli Duni, il più noto Egidio Romualdo (1708 – 1775), importante autore di opere nello stile “opéra-comique”, e l’eccentrico e talentuoso camerista Antonio (1700 – 1766), entrambi nati a Matera.
Di seguito il programma eseguito:
· Franz Reinhart (1682?-1727): Sonata per tromba e basso continuo;
· George Philipp Telemann (1681-1767): Quartetto in sol minore per flauto dolce, violino, viola e b.c. TWV 43 (Allegro-Adagio-Allegro);
· Heinrich Ignaz Franz von Biber (1644-1704): Sonata IV a cinque;
· G. Ph. Telemann: Concerto in la minore per traversiere, viola e b.c. TWV 42 (Andante-Allegro-Adagio-Allegro);
· G. Ph. Telemann: Partita II per flauto dolce e b.c.;
· G. Ph. Telemann: Concerto sonata in re maggiore per tromba, archi e b.c. WV 44:1 (Allegro, Adagio, Presto).
Note critiche di sala a cura della prof.ssa Claudia Di Lorenzo:
«La rassegna Percorsi musicali nell’arte 2025 – promossa dalla “Associazione culturale Arti Libere” e dal “Centro Studi Mousikè: Arti dello spettacolo nel Mediterraneo” – si traduce in un itinerario artistico che realizza concerti in luoghi di grande valore culturale come chiese, pinacoteche, musei e dimore storiche e nasce dal desiderio di unire in modo armonico la musica con lo splendore architettonico e pittorico di spazi che narrano la storia e l’evoluzione dell’arte.
Il concerto prende vita attorno all’organo costruito nel 1907 da Norman & Beard (Regno Unito), restaurato da Nicola Canosa nel 2021 e non è solo un’esperienza musicale, ma un viaggio nel tempo ed un incontro con la storia: lo strumento musicale racconta vicende di epoche passate, di mani esperte che lo hanno costruito e restaurato, di musicisti che lo hanno suonato e di chiese che lo hanno accolto nel loro cuore.
Le musiche di Telemann, Biber e Reinhart, eseguite dal DuniEnsemble delineano, infine, un affresco sonoro che racconta diverse sfaccettature della musica barocca europea in cui la virtuosità, la spiritualità e l’inventiva si mescolano in maniera efficace.
Dalla sperimentazione timbrica di Biber alla grazia eclettica di Telemann, la scrittura per archi, fiati e basso continuo è luminosamente bilanciata in un continuo dialogo tra gli strumenti che connota l’esperienza sonora attraverso una grande varietà stilistica; perché, ed è lo stesso Telemann a ricordarcelo, è la varietà stessa che ravviva lo spirito».
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La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)