Criticità Pediatria ospedale San Carlo di Potenza, Uil Fpl: urgente intervento autorità politiche.
Di seguito la nota integrale.
La UIL FPL è preoccupata per le gravi criticità che da tempo affliggono il reparto di Pediatria dell’Ospedale San Carlo di Potenza, con particolare riferimento alla carenza di personale infermieristico e di supporto.
La mancata sostituzione del personale assente sta mettendo seriamente a rischio, contrariamente a quanto si vuole far credere, la qualità dell’assistenza offerta ai piccoli pazienti, con evidenti ripercussioni sulla sicurezza e sull’efficacia delle cure.
Oltre alla palese carenza di personale, la situazione è ulteriormente aggravata dall’impiego degli stessi operatori della Pediatria nell’assistenza ai pazienti affetti da fibrosi cistica, pazienti che non sono più pediatrici, ( ma che continuano ad essere curati ed assistiti dal personale di Pediatria), nella presa in carico di tutte le consulenza pediatriche provenienti dal Pronto Soccorso, che in un solo mese può raggiungere, specie nei periodi invernali, anche le 600/700 consulenze.
Nonostante le ripetute segnalazioni e le lamentele degli operatori, nell’U.O. di Pediatria continua a persistere una assurda organizzazione che prevede, quasi sempre, l’impiego di sole due unità infermieristiche e un OSS a coprire l’intera degenza del reparto, la gestione della U.O. di Fibrosi Cistica ( nel turno di pomeriggio, notte e festivi) e la presa in carico delle consulenze provenienti dal Pronto Soccorso, compreso l’assistenza dei pazienti tenuti in osservazione, dislocati in stanze al di fuori del reparto stesso. E come se non bastasse, ad aumentare ulteriormente il carico di lavoro, vi è la gestione della chirurgia pediatrica in DH, che ogni lunedì e mercoledì vengono assistiti prima e dopo l’intervento sempre dagli stessi operatori della Pediatria.
La domanda che ci poniamo è: come si può immaginare di assistere contemporaneamente tutti questi pazienti? Come si può assistere in maniera adeguata e sicura, pazienti fragili come quelli affetti da Fibrosi Cistica in queste condizioni? Questi pazienti meritano, così come accade in molte altre realtà Ospedaliere, di personale assistenziale a loro dedicato e soprattutto presente e pronto nel loro reparto a gestire ogni eventuale situazione.
E’ impensabile che la nostra così decantata A.O.R. San carlo di Potenza ( DEA di secondo livello), non abbia mai cercato di farsi carico di questi pazienti del tutto dimenticati che come altri hanno il diritto a curarsi.
La Commissione Adulti della Società Italiana della Fibrosi Cistica, attraverso uno studio al hanno aderito all’indagine 19 Centri, di cui soltanto tre dedicati unicamente all’assistenza di pazienti adulto, hanno evidenziato che molti centri (13/19) hanno nella propria equipe medici dedicati all’assistenza dell’adulto con FC, più frequentemente pneumologi (6/13) o infettivologi (2/13) ma soltanto la metà dei centri misti (6/12), che segue comunque 1485/2687 pazienti adulti, ha nel proprio gruppo un medico specialista dell’adulto. Nella stragrande maggioranza dei casi (11/13) questi professionisti dedicano > 90% della loro attività alla FC, secondo un rapporto tempo/numero di pazienti, adeguato agli standard di cura.
Le linee guida e l’esperienza accumulata negli ultimi decenni, concordano nel sostenere che i migliori risultati, in termini complessivi di sopravvivenza e qualità di vita, sono stati raggiunti in Centri dedicati alla FC che offrono le competenze tecniche e le figure professionali necessarie all’assistenza dei pazienti adulti.
La carenza di personale dedicato alla FC nei team multidisciplinari, è un problema da tempo noto e, a nostro avviso, rappresenta una emergenza da sanare per garantire, il diritto alle cure di questi pazienti.
La UIL FPL ritiene che, per garantire una giusta ed adeguata assistenza ai degenti pediatrici ricoverati, sia urgente chiarire e risolvere definitivamente la situazione riguardante la gestione della Fibrosi Cistica e delle consulenze pediatriche provenienti dal Pronto Soccorso, perché continuare in questo modo non è corretto e sicuro né per i pazienti e né tanto meno per gli operatori.