Trasformazione rapporto lavoro dei medici di famiglia da autonomo a dipendente, allarme di Michele Campanaro (Fimmg). Di seguito la nota inviata da Michele Campanaro segretario della FIMMG Matera.
In questi giorni, tra le varie notizie e polemiche politiche in diversi campi, in maniera strisciante compare qua e là una diatriba che al momento sembra interessare solo gli addetti ai lavori e non l’opinione pubblica, ma che in realtà le eventuali decisioni e conclusioni potranno avere delle importanti ricadute sulla vita e sulla salute dei cittadini, in particolare sui soggetti fragili, fragili sia dal punto di vista di bisogni di salute sia dal punto di vista economico; mi riferisco alla discussione sul cambio del rapporto di lavoro del medico di famiglia , da libero professionista convenzionato con la ASL com’è attualmente a dipendente della ASL .
Il medico di base attualmente lavora per la ASL con un Accordo (non un contratto appunto) Collettivo Nazionale che risponde a requisiti da libero professionista ma con una serie di obblighi e regole che lo rendono un “subordinato”, una figura intermedia tra libero professionista puro e dipendente. Tutto questo deriva dalla legge 833 del 1978 che, rispondendo al dettato costituzionale – il Diritto alla Salute -, ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale.
Proviamo a fare chiarezza su come attualmente funziona e su come potrebbe funzionare in caso in cui il medico di base diventi dipendente.
OGGI il medico di base è libero di scegliere autonomamente:
• dove aprire lo studio (tutto a proprie spese: affitto, utenze, pulizie, segretaria, ecc.)
• gli orari di apertura (nei limiti previsti dalla convenzione)
• gli strumenti con cui può essere contattato dai propri iscritti (cellulare-posta elettronica-whatsapp)
• le modalità con cui effettuare le visite domiciliari
inoltre:
• non ha diritto a ferie pagate (deve pagare un medico che lo sostituisca)
• non ha diritto a malattia (anche in tal caso deve pagare un medico che lo sostituisca)
• sul territorio è presente un medico ogni 1000 cittadini, più i medici di guardia (a Matera per es. ci sono circa 60 medici e 12 medici di guardia)
Questo comporta che il cittadino è libero di scegliere (o ricusare) il medico, oltre per le qualità professionali, proprio in base a questi criteri:
• vicinanza al proprio domicilio, comodità di accesso, modalità di contatto, eventuali servizi aggiuntivi (presenza di segreteria, infermiere, ecc.),
• può contattarlo anche fuori dagli orari in cui il medico è al lavoro nel proprio studio,
• in genere l’accesso allo studio è libero o in alcuni casi previo appuntamento, ma comunque avviene sempre in tempi brevissimi (non ci sono liste di attesa),
• la visita, sia in studio che a domicilio, non comporta costi per il cittadino, mentre sappiamo che, eccetto i soggetti esenti, i cittadini per qualsiasi prestazione medica da parte di medici dipendenti devono pagare un ticket
DOMANI, ecco cosa potrebbe succedere se il medico di base diventasse dipendente della ASL:
• chiuderebbe il proprio studio e lavorerebbe in strutture (poliambulatori) messe a disposizione della ASL (non dovrà più sopportare i costi di studio-utenze-personale ecc.), ma possiamo facilmente immaginare che tali strutture non avrebbero la diffusione capillare che attualmente offrono gli studi dei medici di base ma sarebbero dislocate in due, massimo tre punti della città o in caso di comuni più piccoli, in un solo comune di riferimento per più comuni limitrofi
• lavorerebbe solo per visite ambulatoriali e non a domicilio
• il medico lavorerà in orari di ufficio ed al termine dell’orario di lavoro non avrà alcun tipo di reperibilità
• ovviamente non metterebbe a disposizione per i cittadini il proprio recapito telefonico per cui di fatto non potrà essere più contattato personalmente, ma il cittadino potrà solo contattare il centralino della struttura
• il cittadino non potrà scegliere il medico a cui rivolgersi ma andrà dal medico che è in quel momento in servizio, con totale perdita del rapporto di fiducia tra cittadino e proprio medico e quindi perdita della continuità di cure per cui, così come avviene quando il paziente fa una visita specialistica, ogni volta troverà un medico diverso
• l’accesso sarà obbligatoriamente su prenotazione tramite un CUP dedicato
• il numero dei medici di base si ridurrà drasticamente (non più 1 medico ogni 1000 cittadini) così come sta avvenendo per i medici dipendenti (spending review), per cui è facile immaginare come in breve tempo si creeranno liste di attesa anche per accedere al medico di base
Su molte testate giornalistiche sia di settore che quotidiani a diffusione nazionale, si leggono titoli del tipo:
“I Medici protestano per l’eventuale cambio di rapporto di lavoro”
“I Medici preoccupati dal passaggio alla dipendenza”
“I Medici di Famiglia minacciano di scendere in piazza a tutela del loro status di liberi professionisti”
Io credo invece che quelli i quali dovrebbero essere preoccupati, dovrebbero protestare, dovrebbero scendere in piazza sono proprio i cittadini che stanno rischiando di perdere l’unico professionista della salute a cui possono accedere liberamente, che possono scegliere liberamente ed è totalmente gratuito
Ma la domanda che sarebbe opportuno porsi è “a chi gioverebbe rendere dipendente il medico di famiglia?”