“Da oltre due anni il Parco Nazionale del Pollino è privo di un Presidente, una situazione senza precedenti che denota una grave mancanza di attenzione da parte del Governo nazionale e delle Regioni coinvolte. Questo ritardo, a dir poco inspiegabile, rappresenta un danno significativo per l’ente e per le comunità locali che vivono e operano all’interno del Parco.”
Lo afferma Angelo Chiorazzo, Vice Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, che sottolinea come il Presidente del Parco Nazionale del Pollino debba essere nominato tramite un decreto del Ministro dell’Ambiente, in accordo con i Presidenti delle Regioni interessate, Calabria e Basilicata, secondo quanto stabilito dall’articolo 9, comma 3, della Legge 394/1991.
“Mai prima d’ora – continua Chiorazzo – si era verificata una vacatio così lunga della Presidenza, e in passato si era sempre provveduto almeno alla nomina di un Commissario per evitare vuoti gestionali. In questo caso, invece, il Parco è rimasto sotto la guida di una Presidente facente funzione, la sindaca di Chiaromonte, Valentina Viola, che ha svolto il suo ruolo con grande dedizione, ma che, per legge, può limitarsi alla sola ordinaria amministrazione. È evidente che una gestione così limitata non sia sufficiente per garantire una programmazione efficace e lungimirante.”
Il Parco Nazionale del Pollino, il più grande d’Italia con una superficie di circa 192.565 ettari e che coinvolge due regioni e 47 comuni (di cui 23 in Basilicata), rappresenta una risorsa naturale, economica e turistica di primaria importanza. La prolungata assenza di una guida stabile sta determinando ritardi nella pianificazione e nell’implementazione di progetti strategici, con ripercussioni anche sul turismo, che fatica a tornare ai livelli pre-pandemia.
“La cosa ancora più grave – sottolinea Chiorazzo – è che il Governo nazionale e le due Regioni, entrambe guidate dallo stesso schieramento politico, non siano riusciti a trovare un accordo per questa nomina, nonostante l’apparente facilità di dialogo tra istituzioni dello stesso colore politico. Questo immobilismo pesa sulle comunità locali e sui cittadini che vedono sempre più compromessa la capacità del Parco di essere un motore di sviluppo.
Auspico che, dopo due anni di attesa, almeno si giunga alla nomina di un Presidente lucano, magari valorizzando le esperienze dei sindaci lucani, a partire da quella di Valentina Viola, attuale facente funzioni, considerato che solo il primo Presidente del Parco, il prof. Egidio Cosentino, recentemente scomparso, era originario della Basilicata.