Unione Sanità Convenzionata: un attacco senza precedenti alla sanità accreditata. Di seguito la nota inviata da USC (Unione Sanità Convenzionata).
SANITÀ LUCANA: UN ATTO DI BRIGANTAGGIO ISTITUZIONALE DA PARTE DI REGIONE E ASP
UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI ALLA SANITÀ ACCREDITATA: CHIUSURA IMMINENTE PER 13 STRUTTURE, DECINE DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO, DIRITTO ALLA SALUTE COMPROMESSO.
Mentre il 19 febbraio si teneva un Consiglio Regionale dedicato al rilancio della sanità pubblica lucana, l’ASP sferrava un attacco devastante alla sanità accreditata, inviando una comunicazione firmata dal Direttore Maraldo e dall’Avvocatessa Salierno Adeltina. Questo atto arbitrario imporrebbe a 13 strutture sanitarie di “restituire”, entro 20 giorni, somme milionarie per prestazioni erogate tra il 2015 e il 2021, basandosi su una delibera regionale del 2020 applicata retroattivamente.
UNA DECISIONE SCELLERATA, UN VERO ATTENTATO ALLA SANITÀ REGIONALE
Questa decisione, priva di logica e lontanissima dal minimo buon senso, rappresenta una violazione contrattuale senza precedenti e un abuso di potere che rischia di annientare la sanità privata accreditata, già provata da anni di attacchi e restrizioni. Il provvedimento si configura come una vera e propria estorsione istituzionale, poiché pretenderebbe di imporre la “restituzione” di somme regolarmente liquidate a titolo di pagamento per prestazioni effettuate dalle strutture nel pieno rispetto dei contratti vigenti. Usano il termine “restituzione” come se queste somme fossero state incassate abusivamente. Si incontra difficoltà perfino a raccontarla questa vicenda che non troverebbe riscontro nemmeno nelle più fervide storie di fantasia distopica, eppure accade, sta accadendo, e si continua a produrre danni in modo spregiudicato, confidando di restare impuniti.
Se tutto ciò fosse accettabile, la Regione Basilicata avrebbe il primato della finanza creativa, avendo trovato il modo di risanare i bilanci in rosso di tutte pubbliche amministrazioni d’Italia. Se bastasse, infatti, adottare delibere postume per cambiare clausole ai contratti sottoscritti negli anni precedenti, si potrebbe chiedere la “restituzione” di decine di milioni di euro! Ma che stanno facendo? Possibile che non se ne rendano conto?
I FATTI SONO INCONFUTABILI:
Le strutture sanitarie coinvolte hanno operato, garantendo servizi essenziali ai cittadini, nel rispetto dei tetti di spesa e dei contratti in essere, erogando le prestazioni su richiesta fatta a quell’epoca dall’ASP e inserita nella clausola relativa al corrispettivo.
I pagamenti ricevuti sono stati, quindi, relativi alle prestazioni sanitarie erogate in nome e per conto del SSR ai cittadini e sono serviti, come è ovvio, per coprire costi operativi, salari, fornitori e imposte.
Ora, la Regione chiede queste somme, violando ogni principio di certezza giuridica e stabilità economica. Altro che “restituzione”, questa potrebbe essere UN’ESTORSIONE ISTITUZIONALE, poiché nel caso l’operazione riuscisse sarebbe un indebito arricchimento visto che riguarderebbe le prestazioni regolarmente ricevute e fatturate dalle strutture. Avrebbe un esito tragico e maldestramente premeditato: la chiusura delle strutture sanitarie, il licenziamento di decine di lavoratori e il collasso di un intero settore, con un impatto devastante sulla salute pubblica.
Già ci avevano provato nel recente passato, mettendo in ginocchio aziende fino a quel momento sane, creando disservizi ai cittadini e facendo perdere posti di lavoro. Evidentemente non essendo riusciti precedentemente a raggiungere completamente il proprio nefando obiettivo, ci riprovano colpendo oggi ancor più duramente.
PERCHÉ QUESTO PROVVEDIMENTO È ILLEGITTIMO E DISTRUTTIVO:
Violazione dei contratti sottoscritti: Le prestazioni sono state erogate e pagate regolarmente senza alcuna contestazione. La rideterminazione unilaterale delle somme pattuite contravviene ai principi del codice civile e delle norme sugli obblighi contrattuali.
Irregolarità contabile e fiscale: Qualsiasi illegittima revisione retroattiva delle somme già contabilizzate e liquidate si scontra con norme fiscali e contabili che ne sanciscono l’intangibilità, esponendo la Regione e l’ASP a potenziali sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Corte dei Conti (i Bilanci di quegli anni sono stati chiusi e approvati senza traccia alcuna dei presunti crediti, a dimostrazione della loro inesistenza).
Danno erariale e oneri per la collettività: Il recupero forzoso delle somme genererebbe inevitabilmente contenziosi con costi elevati per il sistema pubblico e possibili risarcimenti milionari per le strutture colpite.
Conseguenze sociali devastanti: La chiusura delle strutture comporterebbe il licenziamento di decine di lavoratori e la privazione di servizi sanitari essenziali per migliaia di cittadini lucani (altro che lotta alle liste di attesa!).
LA REGIONE SAPEVA? COSA INTENDONO FARE I CONSIGLIERI REGIONALI?
I rappresentanti istituzionali erano a conoscenza di questa decisione? E quali azioni intendono adottare per tutelare il diritto alla salute dei cittadini e il rispetto della legalità? È indispensabile un chiarimento immediato per impedire il collasso della sanità accreditata.
È un film già visto? Purtroppo non è un film, ma l’ennesimo tentativo di abusare dei propri poteri, per raggiungere obiettivi che di certo non sono nell’interesse pubblico, agendo al contrario senza scrupoli sulla pelle dei cittadini, confidando nella lentezza della giustizia italiana. Ma è arrivato il momento di individuare i veri responsabili di questa vergogna, di smascherare gli interessi occulti che si celano dietro queste decisioni e di chiedere conto di questo disastro annunciato. I cittadini lucani non possono più tollerare questo accanimento sulla loro salute.
UN’INGIUSTIZIA CHE NON PUÒ RESTARE IMPUNITA
Le strutture sanitarie coinvolte sono pronte a difendersi con ogni mezzo legale per impedire che questo scempio si consumi. L’ennesimo abuso di potere non può essere tollerato: i cittadini lucani meritano una sanità efficiente, non sacrificata sull’altare dell’incompetenza e di interessi oscuri.
NON PERMETTEREMO CHE LA SANITÀ LUCANA VENGA DISTRUTTA!
Le strutture sanitarie accreditate ingiustamente colpite si riservano di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i propri diritti e il diritto alla salute della comunità.