8 marzo, Elena Laguardia (Uilm Basilicata): la storia ci insegna di cosa sono capaci le donne. Di seguito la nota integrale.
L’8 marzo, convenzionalmente adottato come Giornata internazionale della donna, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, solo nel 1977, va ricondotto ad una serie di eventi importanti, nella lotta per i diritti delle donne, nel XX secolo; uno dei principali è lo sciopero delle lavoratrici tessili a New York nel 1908. Nel marzo di quell’anno, un gruppo di donne della Cotton Textile Factory protestò per le condizioni di lavoro, con salari che potevano essere la metà di quelli degli uomini. Le proteste si conclusero con un violento intervento della polizia, ma costituirono un precedente per il loro significativo impatto.
Da quel lontano 1908, l’Umanità assiste ad eventi e cambiamenti di portata epocale: due conflitti Mondiali, diversi gli stati che lottano per la propria indipendenza geopolitica, nascono Nato – Onu ed Unicef, la cagnetta Laika è il primo animale lanciato in un’orbita spaziale, “I have a dream” diventa lo slogan della difesa dei diritti civili contro il razzismo, l’uomo sbarca sulla luna, cade il Muro di Berlino, crollano le Torri Gemelle, l’Euro inizia a circolare in Europa … e nonostante questo e tanto altro, nel marzo del 2025 il gap salariale di genere si attesta ancora intorno al 20%, ed i settori economico, assicurativo e scientifico si confermano i meno women friendly.
Le questioni irrisolte relative ai diritti delle donne sono vittime della “corsa del gambero”.
C’è stato un tempo, quello della prima Guerra Mondiale, in cui la lungimiranza, l’intelligenza il coraggio di osare, permisero ad un’imprenditrice Italiana di salvare la sua azienda dolciaria dal fallimento, assumendo le mogli degli operai che erano al fronte. Allora come oggi le donne ebbero un’unica difficoltà, riuscire a gestire il lavoro pur avendo dei figli da accudire. L’ imprenditrice Italiana, Luisa Spagnoli, fondò così l’asilo nido dello stabilimento ed iniziò a dedicarsi a diverse iniziative mirate al miglioramento della qualità della vita dei suoi dipendenti.
L’ 8 Marzo di questo 2025, cade in un contesto geopolitico incerto e complesso, ed i diritti delle donne non possono correre il rischio di essere messi nuovamente in discussione, soprattutto in Europa.
E’ tempo di andare oltre le percentuali, ho scelto una narrazione storica questa volta, per guardare alla realtà con occhi nuovi, più consapevoli del merito delle conquiste fatte. C’è stato un tempo dunque fatto di lotte, di piazze gremite di donne per conquistare i propri diritti. Cosa è cambiato da allora? Si sono svuotate le piazze, probabilmente, i cartelloni e gli striscioni hanno ceduto il passo ad educati articoli di giornale, report statistici e diplomatici discorsi in qualche sede istituzionale, e questo ci ha distratte a tal punto, da credere che qualche recente spot televisivo affronti ed abbia a cuore dei “temi femminili”. Questo è il tempo di risvegliare la fierezza e l’orgoglio. Essere donne è dura?! Forse, se non ci liberiamo da questo serpente che si morde la coda da solo di slogan e campagne propagandiste. Essere donne è orgoglio?! Decisamente, se ci riappropriamo di quello che nel tempo abbiamo paradossalmente perso.