Giovanni Caserta entra nel vivo del dibattito in corso per il rilancio della Biblioteca Stigliani di Matera. Di seguito la nota integrale.
Il Consiglio Regionale e la Giunta di Basilicata dicano subito cosa vogliono fare della Biblioteca Provinciale “Tommaso Stigliani” di Matera.
Leggiamo con attenzione un ulteriore intervento del Consigliere regionale Roberto Cifarelli riguardo alla questione Biblioteca Provinciale “Tommaso Stigliani di Matera. E’ questione che si trascina, in termini sconfortanti, almeno da dieci anni. A nulla sono serviti i folklorici girotondi e le non poche interrogazioni di Cifarelli e, qualche volta, incontri di studio. Devo considerare, amaramente, che il consigliere Cifarelli viene lasciato solo, assenti essendo del tutto i Consiglieri “materani” Verri, Casino, Vizziello, Leone, Marrese. Morea, Tataranno e via tacenti, quasi che la Biblioteca Provinciale di Matera non sia anche affare loro. Tralascio i Consiglieri regionali di Potenza che, non meno colpevoli, quasi considerano Matera non facente parte della regione, facilitando movimenti di passaggio in Puglia, che saranno anche velleitari e provocatori, ma che una qualche ragione devono pur avere. I Consiglieri regionali tutti, insomma, non hanno capito bene che la regione Basilicata è di 131 comuni e ha due capoluoghi. La Biblioteca Provinciale di Matera, essendo nata nel 1933, ha quasi un secolo di vita; la Biblioteca Provinciale di Potenza, istituita nel 1893, fu inaugurata ed entrò in funzione nel 1901, quando, però, la Regione era Provincia e la Provincia era Regione. Era, insomma, una biblioteca regionale. Quale biblioteca riferita alla sola Provincia di Potenza, essa, dopo non pochi travagli, iniziò costante e regolare attività solo nel 1940. E’ poi arrivata la Biblioteca Nazionale, anch’essa a Potenza, nata nel 1974, ma regolarmente funzionante solo dal 1983. Oggi Potenza gode di un Polo Bibliotecario che unisce Biblioteca Provinciale e Biblioteca Nazionale, in un immobile appositamente creato dalla Provincia e costato 6,5 milioni di euro. Ben diretto dal dr. Luigi Catalani, funzionario ministeriale, ho avuto l’onore di essere lì più volte ospitato. Ho potuto ammirare una struttura modernissima, invidiabile, dotata di quanto oggi, sul piano tecnologico, uno studioso cerca e si augura di trovare. Un centro d’avanguardia, a confronto del quale la Biblioteca Provinciale di Matera è cosa da far cadere le braccia. La crisi della Biblioteca “T. Stigliani” è diventata intollerabile da quando un funesto provvedimento dell’allora ministro Graziano Del Rio pensò, con un colpo di penna, di cancellare le Provincie, poco accorgendosi della importante funzione, che, sul piano soprattutto delle opere, e della loro fattibilità, esse svolgevano. Il ritorno alle Provincie, quando le stesse avevano perduto gran parte della loro funzione, ha determinato una condizione assolutamente sfuggente, equivoca, in perpetua agonia. Non ho competenza su questioni di natura burocratico – amministrative. Se mi mancano elementi, sarebbe gradito avere rettifiche da qualche lettore o amministratore. So di certo che il ritorno alle Provincie ha instaurato un sistema elettorale da cui i cittadini sono esclusi. E’ operazione di vertice, un gioco a scacchi. Gli impiegati della Provincia di Matera sembra che siano ora tutti inquadrati negli organici della Regione. Alla Provincia, paradossalmente, sono tuttavia rimasti alcuni compiti particolari di natura operativa, circa strade provinciali, poche scuole e biblioteca. Il tutto dovrebbe avvenire sotto supervisione e finanziamento della Regione, che, soprattutto quanto a finanziamenti, non essendo direttamente coinvolta, si è dimostrata molto lontana e, come rileva lo stesso consigliere Cifarelli, piuttosto colpevole. In questi ultimi dieci anni, ma anche in anni precedenti, dopo lunga direzione dell’eccellente direttore dr. Raffaele Lamacchia, al suo posto si è proceduto con nomine di emergenza, scegliendo all’interno del personale della Provincia, tra individualità addette ad altri compiti.
Sfugge la elementare verità per la quale il mondo dei libri e delle biblioteche, soprattutto in tempi di informatica, è un mondo che richiede specifiche ed eccezionali qualità e attitudini. Sta di fatto che la provvisorietà, aggiunta alla mancanza di potere effettivo, ha molto nociuto alla Biblioteca, tanto più che, per aver trascurato il problema per lungo tempo, lo stesso immobile di ubicazione accusa problemi di natura strutturale. Urgono, insomma, interventi di grande impegno, cui la Regione finora si è sottratta. Colgo anzi l’occasione per ricordare al Comune di Matera, alla Provincia, per quel che rimane, e alla potente quanto distratta Regione, che, in un discorso di intervento globale ed <<a fundamentis>>, nella Biblioteca “T. Stigliani” andrebbe saggiamente riservato un posto alla biblioteca del Liceo Classico “Duni”, cui, nel 1882, diede avvio Giovanni Pascoli. Sono libri che fanno da ponte fra il 1933, anno della istituzione della Biblioteca “T. Stigliani”, e il 1861, anno della proclamazione dell’Unità d’Italia. Attualmente quei libri si dicono ancora confusamente accatastati in un “lamione” deserto, tra umidità, polvere e residui di sedie e banchi rottii. Che fare ? – qualcuno potrebbe domandare. E’ possibile “fare”; ma se si ha buona volontà. Si tratta di occuparsene in modo deciso e risolutivo, a cominciare da un apposito Consiglio regionale, con unico argomento all’odg: la Biblioteca Provinciale “T. Stigliani” di Matera. E vanno assunti impegni operativi. Che se poi qualcuno volesse sapere il pensiero di un cittadino qualunque, quale mi ritengo, la mia mente corre al Polo Bibliotecario di Potenza, ineccepibile per servizi offerti ed efficienza. La Biblioteca “Tommaso Stigliani” la vedrei volentieri accorpata al Polo, di cui diventerebbe una sezione territorialmente dislocata. Urge anche l’ approvazione di una pianta organica con assunzione, per concorso pubblico, occupi i posti scoperti. Va, infine, immediatamente stanziata una congrua somma per il restauro e la messa in sicurezza dell’immobile dell’Annunziata, ex convento, a suo tempo scelto per dare alla Biblioteca “T. Stigliani” la solennità e la dignità storica, proprie delle grandi biblioteche nazionali. Il presidente Bardi e il Presidente Pittella, l’intero Consiglio Regionale, non possono più aspettare; si assumano tutte le loro responsabilità, che possono diventare gravi. Mi preme dire che non sarebbe male, a tal fine, cercare contributi anche all’interno dei programmi del Ministero della Cultura, di cui si sente notizia in questi giorni. Poterebbe essere anche l’occasione per valutare, in alternativa, la possibilità di un passaggio della Biblioteca “T. Stigliani” allo Stato. Quel che va assolutamente evitato, invece, è che la stessa rimanga a carico della Provincia, per necessità di legge in stato comatoso. Aspettiamo che i chiamati in causa non si chiudano nel solito, comodo silenzio e anzi, dantescamente “ardire e franchezza” abbiano. Grazie della ospitalità.