Secondo le fonti storiche Cristoforo Colombo sbarcò in America il 12 ottobre del 1492, data che viene festeggiata con diverse manifestazioni, per intere settimane. Infatti questa ricorrenza è molto sentita dagli americani in quanto ricorda l’inserimento degli Stati Uniti nelle carte geografiche di tutto il mondo ed il riconoscimento della loro esistenza da parte degli altri popoli, ma soprattutto dagli italiani emigrati negli Stati Uniti.
Tanti e numerosi i festeggiamenti per questa commemorazione, per la quale addirittura l’Empire State Building, il grattacielo più famoso della città, viene avvolto dal tricolore.
Tra questi, dal 30 settembre al 9 ottobre a New York, si terrà l’Italian Jazz Days, importante festival di musica Jazz.
Alcuni musicisti italiani partiranno alla volta della “grande mela” ed affiancheranno colleghi americani di origine italiana, come Dominik Farinacci, Pete Malinverni, Randy Napoleon in una serie di concerti.
La manifestazione, alla sua quarta edizione, si terrà nei grandi circuiti del jazz newyorkese: dal raffinato Dizzy’s Club Coca-Cola, all’intimo Bar on Fifth all’interno dell’elegante boutique-Hotel Setai, dalla storico club Arturo’s, nel cuore del West Village, ai moderni Brio Flatiron a Broadway, Le Pescadeux a Soho e Robert all’interno del Mad Museum.
Organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di New York e dalla Twins Music, l’Italian Jazz Days ospiterà alcuni tra i più eccellenti talenti nostrani. Presenti al festival ci saranno il contrabbassista Giuseppe Venezia e Attilio Troiano, polistrumentista e cantante Jazz, entrambi provenienti da un paese della Basilicata, Bernalda.
I due musicisti lucani si esibiranno insieme il 6 ottobre, con il Pete Malinverni Quartet e singolarmente con il Randy Napoleon Quartet e Mike Le Donne Trio.
“Non è la prima volta che ci confrontiamo con musicisti di questo calibro – afferma il contrabbassista – è successo altre volte in passato, ma questa ha un sapore del tutto particolare perchè avviene dall’altra parte dell’oceano Atlantico. È sempre bello e gratificante superare i confini per fare musica all’estero, ma quando lo si fa a New York vale doppio, soprattutto perchè la musica che abbiamo studiato, amato e per la quale abbiamo passato tante notti insonni, trova la sua massima espressione proprio a Manhattan. Gli stimoli che questa città può dare ad un musicista sono incredibili, basti pensare che il mio ultimo disco Let the Jazz Flow è stato concepito proprio durante l’ultimo viaggio a New York e lo stesso Attilio Troiano ne ha registrato uno proprio li, mettendo insieme una big band composta da super stars del jazz. Sarà di certo una bella esperienza che arricchirà la nostra carriera di musicisti e noi speriamo di prendere il più possibile da questo viaggio, di portare con noi un pezzo d’Italia lì e ritornare qui con un po’ d’America e magari cercare di far crescere il nostro territorio che merita tanto”.
Set 25