A distanza di circa un anno dall’operazione “Mago di Oz”, i Carabinieri del Comando Compagnia di Matera concludono un’altra indagine finalizzata a reprimere il fenomeno della prostituzione in città. Questa volta il nome dato all’operazione è “A.A.A.”, ripreso dal titolo con cui vengono raggruppati sui quotidiani gli annunci delle persone che dietro sedicenti servizi di massaggi o accompagnamento per serate offrono in realtà ben altro genere di servizi. Èd è proprio da un’attenta analisi di queste inserzioni, pubblicate anche su siti on line dedicati a questo tipo di incontri, che è scaturita l’indagine dei Carabinieri di Matera. Nell’arco di pochi mesi i militari dell’Arma sono riusciti a documentare un continuo via vai di uomini nei pressi di un piccolo immobile situato nei Sassi, vicinissimo alla centrale Piazza Vittorio Veneto, dalle ore centrali della mattinata sino a tarda notte. Nonostante le difficoltà nell’appostarsi senza essere notati, dovute agli spazi limitati ed al passaggio frequente di persone e veicoli, i Carabinieri hanno ricostruito pazientemente l’organizzazione dell’attività di meretricio svolta all’interno dell’appartamento, evidenziando i cambi, anche settimanali, delle ragazze e dei transessuali che si avvicendavano nell’immobile, tutti di origini sudamericane, documentandone gli arrivi e le partenze, nonché quello che serviva al loro sostegno logistico (trasporto, alimenti, schede telefoniche, pubblicazione dell’annuncio su giornali e siti, ecc.). Al centro di questo business vi erano due persone nei confronti delle quali sono stati emessi i provvedimenti di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari: una ventenne della Repubblica Dominicana, attualmente ancora ricercata dai Carabinieri in quanto irreperibile, e Pugliese Filippo, classe 1965, di Santeramo in Colle (BA). Entrambi sono residenti a Santeramo e sino ad oggi erano incensurati. La dominicana, grazie alla funzione di garante offerta dal Pugliese, aveva ottenuto in locazione ad inizio 2011 l’appartamento; dopo averlo opportunamente allestito, a decorrere dal successivo mese di maggio, la giovane dominicana lo ha costantemente sublocato alle numerose ragazze succedutesi nel tempo a Matera, traendo assieme al Pugliese un personale notevole profitto consistente nella corresponsione di un elevato affitto, anche 500 euro a settimana, pagato dalle ospiti con i proventi del meretricio. Molte ragazze trovavano dunque nella coppia un vero e proprio referente territoriale capace di organizzare ogni aspetto e risolvere qualsivoglia problematica logistica al fine di consentire la prostituzione nella Città dei Sassi. Attività di prostituzione confermata anche da qualche cliente, la cui privacy è stata tutelata in toto, che intercettato dai Carabinieri ha riferito, tra il comprensibile imbarazzo, di aver effettivamente consumato rapporti sessuali a pagamento all’interno dell’immobile pagando cifre oscillanti da un minimo di 50 ad un massimo di 150 euro a prestazione. Oltre ai provvedimenti di custodia cautelare emessi, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Matera hanno dato esecuzione anche al sequestro preventivo dell’immobile richiesto dal Pubblico Ministero, Sostituto Procuratore Dott.ssa Rosanna Maria Defraia, e disposto dal G.I.P. del Tribunale di Matera, Dott.ssa Angela Rosa Nettis. L’appartamento, di 60 mq circa, ha un valore di 100.000 euro ed è stato colpito dal provvedimento cautelare reale, misura abbastanza insolita e generalmente destinata ad altre tipologie di reato, specie quelle di associazionismo a delinquere, poiché si ritiene che lasciarlo nella libera disponibilità possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato stesso. Il proprietario dell’appartamento, un 67enne residente a Matera, è stato denunciato dai militari operanti poiché ne è stata acclarata la piena consapevolezza circa chi utilizzasse realmente l’appartamento e per quale vera finalità, in quanto pressoché quotidianamente si recava all’abitazione ed è quindi da escludere che non si fosse reso conto di cosa succedesse all’interno. Al momento dell’esecuzione del provvedimento sono state trovate all’interno dell’immobile due ragazze sudamericane da poco giunte in città. Per loro era già tutto organizzato, la chiave di ingresso era nella cassetta delle lettere in attesa delle nuove inquiline. Continuano le indagini del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Matera per la localizzazione sul territorio nazionale ed estero della cittadina dominicana attualmente irreperibile. Inoltre, proseguirà l’attività di contrasto ad un fenomeno, quello della prostituzione, che in città, sebbene non abbia la chiara visibilità di altri centri non consumandosi lungo le strade, risulta comunque in incremento atteso che diverse abitazioni vengono utilizzate per l’esercizio del mestiere più antico del mondo, spesso con la piena consapevolezza dei proprietari.
Notizia inviata dall’ufficio stampa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Matera.
La fotogallery relativa alla casa a luci rosse scoperta dai Carabinieri di Matera
Quando si dice che tutto va a puttane. Alla faccia della città sicura e pulita!
Questa è la città delle puttanate, infatti dopo Materadio…
Non credo che il Materadio possa avere a che fare con questo tipo di situazioni.
No, infatti, non hanno nulla in comune. Questa “situazione”, almeno, offriva un “servizio”! Materadio? Ennesima passarella per grandi proclami e dichiarazioni d’intenti in un territorio in cancrena! Il tutto, ovviamente, a spese dei contribuenti (quelli che ancora lavorano!)
Era una battuta, non ci vuole molto a capirla (almeno)…
e per fortuna che c’è crisi!!!
Questo settore non conosce crisi…….
Quel trans chiamato “GianValerio”…
Forse è l’unico settore rimasto in attivo in questa città, e qui non servono giochi e clientelismi politici-sindacali, e neanche la spending rewue da adottare!
E’ l’unica attività libera, per modo di dire, alla quale solo l’attività della forze dell’ordine deve porre attenzione, come giustamente lo fa, anche se in alcune situazioni deve intervenire con più celerità, visto che nello specifico di questa situazione lo sapevano già da tempo anche i ragazzini.
E secondo voi le forze dell’ordine non conoscono le altre ubicazioni di queste donnine!?
Se magari in Italia istituissero le case chiuse, tutto sarebbe legale, per di piu’ ora…pagherebbero le tasse, e quindi maggiori entrate erariali, ci sarebbero controlli sanitari obbligatori..e a mio parere si eviterebbero anche violenze gratuite ai danni delle donne….ma siamo ancora lontani da questo pensiero….siamo i soliti perbenisti bigotti.
@Mina
– Lo sapevano anche i ragazzini.. Diamo per scontato la tua buona fede e facciamo finta che tu sapessi nulla…perché altrimenti l’avresti denunciato subito, giusto? … SOLO i ragazzini intendevi? Perché sembra che nessuno muova un dito, come appunta giustamente Anonimo nel commento dopo il tuo. E’ anche mia opinione che questa “attività” sia permessa, smettetela di fare i fessi per piacere.
@Berse(R)k
– Parli di un tema delicato in un paese dall’elevazione culturale MODERNA del livello di un relitto in fondo all’oceano rispetto la sua superficie! Non legalizzerei tanto facilmente le case chiuse, principalmente in un momento come questo, a meno che tu non voglia intenzionalmente convogliare tutta la possibile forza lavoro in questo settore. Ancor peggio dell’Italia intera, Matera non è grande, Matera non è pronta. Avremmo solo scandalo e pregiudizio. Sarebbe un campo di battaglia! Ti do ragione su quel che siamo, ma non condivido quella che credi la soluzione alle violenze ed alla crisi.
@ Fra
lasciamo da parte la buona o cattiva fede, è solo la considerazione di un genitore al commento che il proprio figlio adolescente ha fatto in riferimento all’articolo pubblicato; non è neppure essere bigotti o essere moderni è soltanto questione di ordine pubblico perchè credo di non doverlo far prensente io, intorno a questo settore non girano di certo persone con l’aureola in testa.