“Stiamo lavorando per portare l’investimento regionale in cultura dall’attuale 0,2 – 0,3 a 1 punto del prodotto interno lordo anche in funzione del riassetto generale delle biblioteche lucane”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Vincenzo Viti, che questa mattina, nella mediateca provinciale, ha concluso l’incontro organizzato nell’ambito del Womens Fiction Festival dal Comune e dalla Provincia di Matera per presentare il libro “Caro sindaco, parliamo di biblioteche” di Antonella Agnoli.
“La biblioteca – ha detto l’autrice del libro – non può restare un luogo spesso inanimato, spento, destinato solo agli studenti che, fra l’altro, portano i loro libri. La biblioteca deve aprirsi all’intera comunità, all’intero territorio proponendo anche servizi. Come l’acqua, le biblioteche sono un indispensabile bene comune che Google non può sostituire. Il suo ruolo va ben oltre l’archiviare, conservare e prestare libri”.
Nel corso dell’incontro è stato ricordato che i dati sulla lettura in Italia sono preoccupanti: il numero di chi legge in modo costante è in calo, ancora di più lo è il numero di chi compra libri, ma al tempo stesso è stimato che in media solo il 10% della cittadinanza ha la tessera della biblioteca.
Per la Agnoli “occorre creare luoghi che stimolino il rinnovamento culturale, la volontà di incontrarsi e di fare cose insieme. In questo momento di crisi economica dovremmo riflettere di più sulle priorità e oggi il nostro compito è investire le poche risorse che abbiamo nell’allargare il pubblico che viene a contatto con la cultura. La cultura è un diritto di cittadinanza. Non avremo mai indici di lettura simili a quelli degli altri Paesi industrializzati se non permettiamo a chi è stato finora escluso dai circuiti della produzione e del consumo culturale di venire a contatto con il libro, il film, la musica, il testo teatrale”.
Una prospettiva che ha trovato tutti d’accordo. L’assessore alla Cultura del Comune di Matera, Alberto Giordano, ha segnalato quanto sia “importante allargare gli orizzonti di questi presidi trasformandoli gradualmente in luoghi di socializzazione. Fra l’altro questa impostazione, che consentirebbe alle biblioteche, ad esempio, di restare aperte anche nei giorni festivi avrebbe ricadute positive anche in termini occupazionali”.
Il presidente del Consiglio provinciale, Aldo Chietera, nell’accogliere positivamente questa nuova visione delle biblioteche ha sottolineato come le istituzioni sia prontissime ad accogliere i suggerimenti che arrivano da esperienze consolidate. “Noi – ha detto Chietera – vogliamo sentirci protagonisti di questo cambiamento accanto ai cittadini e, soprattutto, accanto a chi fa questo mestiere spesso anche in condizioni complicate a causa anche della crisi economica in cui ci troviamo”.
Una testimonianza diretta è arrivata dal sindaco di Picerno, Valeria Russillo che ha segnalato le difficoltà in un comune di 6 mila abitanti di allestire una biblioteca comunale. “Le biblioteche danno ricchezza alle comunità, combattono la povertà e l’isolamento. Insieme a un’associazione locale vogliamo realizzare un luogo che si muova esattamente nella direzione descritta da Agnoli: uno spazio multifunzionale in cui tutti, bambini, anziani, uomini e donne possano muoversi con facilità e con piacere”.
Un discorso che vale anche per i musei, come ha sottolineato la soprintendente ai beni artistici e storici della Basilicata, Marta Ragozzino: “Dobbiamo aprire gli spazi facendoli vivere nel senso più pieno del termine. Noi a Palazzo Lanfranchi ci stiamo muovendo in questa direzione organizzando tantissime iniziative in collaborazione con le tante espressioni culturali del territorio. Il museo come luogo vivo e capace di interagire con il territorio, con la comunità”.
Il sindaco, Salvatore Adduce, che ha fortemente voluto questa iniziativa nell’ambito del Womens’ Fiction festival, ha posto l’accento sulla necessità di costruire relazioni fra le biblioteche e le diverse articolazioni del territorio. “Devono poter essere luoghi piacevoli, dove poter passare un pomeriggio insieme a tutta la famiglia. Un luogo utile – ha detto Adduce – anche per ridurre l’analfabetismo digitale e per irrobustire il tessuto culturale del territorio. Ho voluto che la Agnoli presentasse questo libro perché ho trovato molti spunti interessanti e molti suggerimenti che tutti dobbiamo essere pronti ad accogliere se veramente vogliamo costruire una nuova prospettiva alla nostra città, alla nostra regione”.
“La rete – ha concluso Vincenzo Viti – ci sta portando ad alzare la voce, ad enfatizzare il sentimento di rabbia. Dobbiamo forse recuperare il senso del vivere insieme anche all’interno delle biblioteche. E’ quanto mai indispensabile non arrendersi alla civiltà del computer recuperando il senso della parola scritta, della riflessione profonda, della lettura. Il nostro Paese è vittima delle biblioteche di conservazione. Noi abbiamo il compito di tracciare un nuovo destino. Stiamo lavorando al riassetto generale delle biblioteche anche attraverso progetti formativi specifici che sono sicuro daranno una risposta seria ai bisogni di cultura, di socializzazione e, perché no, al bisogno di lavoro”.