“La vicenda del blocco dei piani di investimento della COGEM s.p.a. per i progetti di riqualificazione urbana legati all’attuazione del “Piano Casa” nella Città di Matera ha del paradossale, rapportata all’attuale contesto di pesante crisi economica, occupazionale e di mercato del comparto delle costruzioni del Materano, dove pianificare e programmare investimenti di qualità – a beneficio della valorizzazione e del decoro del contesto urbano e dell’intera comunità ma con denari totalmente privati – è già di per sé una scelta assai coraggiosa, che andrebbe quindi sostenuta con efficienza ed efficacia da parte dell’Amministrazione pubblica”.
A esprimere la profonda indignazione dell’imprenditoria edile del territorio è il Presidente della Sezione Costruttori Edili ANCE MATERA di Confindustria Basilicata, Giovanni Maragno, per il quale, la questione in argomento richiama prepotentemente all’attenzione le gravissime conseguenze che le continue inerzie e le inefficienze della pubblica amministrazione “scaricano” sulle imprese di costruzione, coinvolgendo anche quelle realtà produttive più dinamiche, strutturate e qualificate del nostro territorio, con “criticità” che finiscono per divenire insormontabili e che, invero, non dovrebbero neanche immaginarsi.
E invece, la gravità del caso che interessa l’azienda COGEM spa – conseguenza eclatante della mancata attuazione del primo “Piano Casa” di cui alla L.r. n. 25/2009, bloccato da incertezze e inefficienze burocratico-amministrative che ne hanno decretato il fallimento sin dalla sua proposizione, così come dell’inspiegabile inerzia nel varo una nuova legge regionale sul “Piano Casa 2”, previsto dalla Legge n. 106/2011 di conversione del D.L. 70/2011 o c.d. “decreto sviluppo” (?!?) – rendono evidenti, senza possibilità di “sconto alcuno”, le responsabilità di un intero apparato pubblico che persevera nel trattare, con inaccettabile leggerezza, competenze fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle imprese, apponendo pesanti ipoteche sulla concreta volontà e sulle reali capacità di “fare impresa” e garantire così un nuovo futuro produttivo ed occupazionale per il territorio.
Se poi – com’è nel caso in ispecie – parliamo di dar spazio a progetti di grande valenza qualitativa, che mirano indubbiamente a ridare decoro e valore a contesti urbani profondamente degradati (Mulino Alvino), così come a qualificare e caratterizzare altri contesti altrimenti indefiniti (area Via Dante angolo Via dei Bizantini), senza con ciò minimamente gravare sull’impegno finanziario pubblico e nel pieno rispetto delle disposizioni normative nazionali e di tutte le prescrizioni e i pareri autorizzativi legati ai suddetti progetti, la latitanza nella concessione del Permesso a Costruire da Parte del Comune di Matera senza alcuna motivazione ed il conseguente “blocco di fatto” dell’investimento divengono aspetti inaccettabili, sui quali è opportuno riflettere e trarre le dovute conclusioni.
“Le ripercussioni che la vicenda rischia di avere sull’intera filiera produttiva delle costruzioni locali – conclude il Presidente Maragno – nonostante la profonda amarezza condivisa dall’intera categoria rappresentata e il vivo rammarico rimarcato più volte dalla stessa Impresa interessata nel corso dell’incontro tenutosi nei giorni scorsi in Associazione – sono inevitabili, com’è per qualsiasi “serio” progetto di investimento produttivo che si veda compromesso nelle possibilità e nei tempi di realizzazione pianificati, ovvero, l’abbandono del progetto, con le dirette ripercussioni in termini di mancato sviluppo e creazione di nuove opportunità di rilancio economico, in uno con l’inevitabile contrazione occupazionale dell’impresa, fatto, quest’ultimo, che, francamente, getta tutti noi imprenditori del settore edile nel più profondo e mortificante sconforto!”.
Set 28
Basta a costruire, costruire,costruire,…….per poi rimanere opere vuote o costose.(vedi il CIRCO). Invece fate di queste aree degradate, centri sportivi e polivalenti sociali e a costi contenuti da permettere a tutti di usufruirne, naturalmente dati in gestione e manutenzione, a giovani cooperative, così da permettere loro anche un reddito lavorativo.
l’ossessione di costruire è puramente speculativa e denota la assoluta mancanza di principi di qualità urbanistica e qualità ambientale delle imprese edili materane. Costoro sono responsabili dell’orribile saccheggio perpetrato nelle varie zona 33, centro direzionale e peep via Gravina-Arco. Non ci stiamo a sottostare ai ricatti di imprese speculatrici, vero cancro della città. L’unica edilizia possibile in una situazione di insostenibile consumo di suolo, è quella destinata al restauro e al risanamento conservativo o alla realizzazione di parchi ed aree ad uso sociale.
ass. BRIO sede operativa di Matera
Ma se gli facevate costruire la metropolitana leggera non era meglio? Tutto sotterraneo, non si costruivano volumi, lavoravano i muratori, non costruivano case, noi avremmo avuto il trasporto pubblico. E c’era lavoro per le maestranze almeno per 10 anni. Ma è proprio vero, i materani sono proprio zulù.
10 anni per ricostruire 800 metri di linea a scartamento ridotto? Spero la tua fosse una provocazione. E poi il trasporto pubblico c’è già! Da Villalongo a Lanera la littorina funziona, perché non la usate se la ritenete un mezzo di trasporto valido?
Riguardo la situazione Cogem, purtroppo di mezzo ci vanno i dipendenti, ma se le imprese edili non fossero state ingorde in passato, e avessero costruito a ritmi più razionali e più aderenti alle richieste di mercato, forse oggi noi tutti non ci rivolteremmo ogni volta che si parla di costruire qualcosa. Acquarium è un quartiere invivibile, urbanisticamente tra i peggiori di Matera, strade strette, pochi parcheggi all’aperto, servizi e verde pubblico inesistenti. Essendo recente, dovrebbe essere il migliore della città, invece…varianti al piano originale e questo è il risultato. E come Acquarium ci sono altri esempi.
Il risultato è che i materani non hanno più alcuna stima o fiducia nei confronti delle imprese edili.
Io credo che l’Ance sia poco informata dei fatti. Mi risulta che la volotnà dei Consiglieri che hanno sollevato il problema non è quella di “boicottare” il progetto Cogem, ma più semplicemente quello di rivendicare il ruolo centrale del Consiglio comunale nelle scelte relative alle variazioni di destinazione. Che poi questa maggioranza sia la bruttissima copia di altre maggioranze che nel tempo hanno lasciato dormire nei cassetti dei vari assessori il Regolamento Urbanistico, il Piano strategico e il Piano regolatore generale, questo è altro problema. Qui vi è la grandiosa responsabilità del PD e della sinistra tutta, lo volete dire ??? Questi partiti governano la Regione e la Città, eppure non hanno fatto la Legge Regionale che avrebbe dovuto dare esplicazione alla L.106/2011. E come se non bastasse adesso dobbiamo assistere alla levata di scudi anche di associazioni sindacali CGIL che hanno proprio nel PD il loro punto di riferimento. Ma vi rendete conto di quanto tutto ciò sia ridicolo ??? E allora, fate di questa città quello che volete. Oggi i volumi alla Cogem, domani alla Barilla e dopo domani…??? Che vergogna !!!!!