INIZIATIVA CGIL MATERA NELLA GIORNATA MONDIALE CONTRO GLI INFORTUNI.
In occasione della giornata mondiale internazionale contro gli infortuni in programma mercoledì 28 aprile 2010, la CGIL di Matera, insieme al suo Patronato INCA, conformemente a quanto accadrà su tutto il territorio nazionale, promuoverà, in quella giornata, iniziative di sensibilizzazione sul tema della sicurezza sui posti e dei posti di lavoro.
Non ci stancheremo mai di affermare che di lavoro non si deve morire né tantomeno ammalarsi.
Troppe sono le vittime sul lavoro e del lavoro, troppi gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali contratte: la CGIL è ferma e determinata nel contrastare atteggiamenti di quanti, eludendo le leggi, contribuiscono a fare diventare i luoghi di lavoro ostili alla salute e alla sicurezza delle persone.
La nostra Repubblica è fondata sul lavoro:non un lavoro qualsiasi, bensì un’occupazione dignitosa e rispettosa delle norme sulla sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici.
I lavoratori e le lavoratrici hanno diritto ad un’occupazione senza pagare con la vita e con la salute compromessa il riconoscimento di tale diritto.
La CGIL, insieme al Patronato INCA, conferma il suo impegno a invocare il rispetto delle leggi sulla sicurezza e a mettere in campo azioni per realizzare quel rispetto.
Il giorno 28 aprile 2010, la CGIL di Matera, insieme al Patronato INCA, sarà davanti ai cancelli delle fabbriche presenti nel materano, a distribuire gratuitamente un opuscolo “leggi bene per non farti male” che è una guida semplice, per tutti i lavoratori, di orientamento sulla legislazione in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
La CGIL ritiene che la sicurezza sul lavoro è una battaglia di civiltà che siamo convinti di dovere e potere vincere nell’interesse esclusivo dei lavoratori e delle lavoratrici.
NOTA CIRCOLO GINO GIUGNI DI MATERA PER DIRE NO AL COLLEGATO LAVORO
Il Circolo Gino Giugni di Matera approva e sostiene il sit-in di protesta, promosso dalla CGIL Nazionale dinanzi a Montecitorio, alle Camere del Lavoro provinciali e dinanzi alle rispettive Prefetture, contro le norme del Disegno di Legge n. 1167 (c.d. “Collegato Lavoro” in corso di approvazione) che cancellano fondamentali diritti dei lavoratori. Nonostante il rinvio alle Camere operato il 31 marzo dal Capo dello Stato, nel DDL permangono norme che prevedono
– l’abrogazione mascherata del diritto di chiedere al Giudice del Lavoro di essere reintegrato nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo (come garantito dal art. 18 dello Statuto dei Lavoratori);
– la possibilità per il datore di lavoro di inserire nei contratti di lavoro una clausola compromissoria che rende obbligatorio, in caso di vertenza, il ricorso all’arbitrato anziché direttamente al giudice del lavoro;
– la riduzione drammatica dei tempi di impugnazione dei licenziamenti nonché dei tempi entro i quali poter richiedere al datore di lavoro le retribuzioni e ogni diritto maturato nel corso del rapporto di lavoro;
– la limitazione del potere del Giudice del Lavoro di verificare le motivazioni dei provvedimenti adottati dal datore di lavoro ai danni del lavoratore (trasferimenti, ecc.);
– aumento per il lavoratore dei costi delle vertenze dinanzi al Giudice del Lavoro;
– la possibilità per il datore di lavoro di inserire nei contratti di lavoro una clausola che, di fatto, rende quasi impossibile l’impugnazione dei contratti a termine.
Gli intenti riformatori del DDL sbandierati dal Governo si sono tradotti in norme che, di fatto, scaricano completamene il rischio di impresa sulle spalle dei lavoratori, che restano privi di qualsiasi minima tutela. Le riforme imposte sulla testa dei lavoratori sono inaccettabili e vanno rigettate al mittente con forza e determinazione. Una compiuta, organica ed efficiente riforma del diritto e del mercato del lavoro può nascere ed avere successo soltanto applicando un modello di condivisione e concertazione sindacale e di coinvolgimento attivo e costruttivo di tutte gli attori e le parti sociali, oltre che dei partiti e delle forze politiche, dalla destra alla sinistra, in maniera trasversale. Perché i diritti e gli interessi dei lavoratori seri e responsabili coincidono con quelli delle imprese serie e responsabili.