“Con la pubblicazione in data 29 settembre scorso del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e d’intesa con la Regione Basilicata, la vicenda Geogastock, in un silenzio assordante, si avvia al capolinea”. E’ quanto sottolinea il consigliere regionale di IdV Nicola Benedetto precisando che il decreto, sulla base dell’ Intesa Regionale, contenuta nella deliberazione di Giunta n.1971 del 28 dicembre 2011, contiene il conferimento a Geogastock, per 20 anni, della “Concessione Cugno le Macine Stoccaggio” che consentirà alla stessa società di procedere con la realizzazione del progetto di Stoccaggio gas, nel giacimento in via di esaurimento, localizzato nei comuni di Ferrandina e Salandra.
“Per me la vicenda è da considerare tutt’altro che chiusa e prima dell’avvio dei lavori – continua – richiede un’informativa dettagliata e puntuale della Giunta oltre che un dibattito di approfondimento in Consiglio che mi auguro possa avvenire nella prossima seduta consiliare sulla base della mia mozione presentata nel mese di novembre 2011. Troppe questioni restano ancora irrisolte a partire, come hanno fatto rilevare di recente le associazioni ambientaliste, dalle problematiche di bonifica dei pozzi di stoccaggio del gas sui quali la società ed il Ministero dello Sviluppo Economico non hanno fatto conoscere l’avvio dei lavori. C’è bisogno, in particolare, di una scrupolosa verifica tecnica delle cosiddette “prescrizioni aggiuntive” volute dalla Regione Basilicata che, a parere dei dirigenti della società , sarebbero state “pienamente ottemperate”, mentre è ancora tutto da dimostrare la compatibilità ambientale del Progetto di Stoccaggio gas nel territorio della Valbasento.
Ancora. Un’informativa ufficiale – dice Benedetto – deve essere fornita sulle condizioni stabilite di cosiddetta compensazione economica secondo le quali nella fase di avvio del progetto, la società dovrà corrispondere un milione a ciascuno dei comuni interessati (Ferrandina, Grottole e Salandra) e 6 milioni alla Regione, a cui si aggiungeranno altri 250mila euro l’anno (a valore indicizzato) per tutta la durata della concessione. Continuo a sostenere che per interessi di lobby economiche rappresentate dalla società russa e interessi geo-politici in campo energetico il territorio è stato svenduto in un gioco al ribasso che impedisce di fatto ogni possibilità di programmare altre azioni di sviluppo e soprattutto di occupazione più consistente della manciata di posti di lavoro promessi dalla Geogastock a parte quelli che riguardano l’attività di costruzioni che ovviamente avrà breve durata. Di fronte a tal comportamento è giustificato persino il misero 7% delle royality del petrolio. Ma se allora si poteva parlare di inesperienza, oggi no, oggi c’è un atteggiamento di autentica incapacità a gestire operazioni di contrattazione che ci vedono uscir fuori con un risultato a dir poco mortificante. E continuare a giocare sui termini “concessione” e non vendita serve a poco, come serve a poco sottolineare che la “concessione” ha durata di “soli” 20 anni perché dopo che fa Geogastock, “smonta” gli impianti?.
La contraddizione più forte riguarda il modello di sviluppo che si vuole realizzare in Valbasento. Con un colpo di spugna – dice ancora il consigliere di IdV – è stato cancellato il vivace dibattito che si è svolto in Consiglio regionale: salute, sicurezza, “green economy” restano parole vuote e senza senso. A me pare che la scelta sia chiara: far diventare il territorio regionale quella che in gergo tecnico viene definito una piattaforma di risorse energetiche con il petrolio in Val d’Agri e nel Sauro, in provincia di Potenza e il gas in Valbasento, in provincia di Matera. Se è questo il disegno di trasformare la Regione in hub energetico lo si dica con chiarezza e si sottoponga ad un referendum popolare tra le comunità residenti in Valbasento che da tempo contestano la condivisione dei rispettivi sindaci in nome del classico piatto di lenticchie. Nelle scorse settimane ho proposto di tenere una seduta straordinaria aperta del Consiglio Regionale sulla “questione Pisticci”. Ritengo che per il Progetto Geogastock sia doveroso che il Consiglio Regionale svolga una seduta in Valbasento con la più ampia partecipazione popolare”.
Ott 03