Centinaia di aziende agricole del metapontino e della provincia di Matera hanno avuto in queste ultime settimane tagliata l’erogazione dell’acqua. Non potranno, così, annaffiare i campi, i frutteti e gli ortaggi.
In una delle zone con l’ortofrutta più pregiata d’Italia e del mediterraneo si impedisce agli agricoltori di portare a compimento la stagione agraria compromettendo in maniera irresponsabile gli stessi impianti alberati che stanno avendo danni irreparabili. E’, evidentemente, il frutto della crisi che colpisce le aziende agricole ortofrutticole ma anche di una visione miope di chi gestisce le nostre risorse con l’obiettivo principale di fare cassa mentre andrebbe assicurato prioritariamente la tutela dei diritti fondamentali. L’acqua è un bene comune il cui diritto all’accesso per persone, animali e piante va tutelato e garantito: questa deve essere la priorità che va perseguita.
Nelle ultime settimane è in piedi un tavolo con la mediazione della Prefettura cui è avanzata una nostra proposta molto semplice ed assolutamente realistica in questa situazione di crisi: rateazione a 72 rmensilità dei debiti degli agricoltori nei confronti del Consorzio di Bonifica e rimessa a regime del servizio per tutti.
Ancora aspettiamo risposte e, nel frattempo, si continua a tagliare l’acqua agli agricoltori che non hanno potuto rispettare i pagamenti ordinari mentre, a quanto ne sappiamo, nulla viene fatto per recuperare somme che diversi enti (pubblici, privati ed ecclesiastici devono).
Se entro questa settimana il servizio non verrà ripristinato i danni per centinaia di aziende del Metapontino e della provincia di Matera saranno irreversibili. I tempi della terra e della vita di piante ed animali non sono quelli della politica e le istituzioni e chi è chiamato a gestirle dovrebbe saperlo ed agire con responsabilità: non si può negare acqua agli agricoltori, così facendo si nega il diritto fondamentale a produrre di chi lavora la terra.
Giovedì terremo una mobilitazione in contrada Trisaia, con gli agricoltori, sperando di poter annunciare che, nel frattempo, si sia trovato un accordo.
Se così non sarà inizierà una nuova fase di lotta che sarà tesa a permettere agli agricoltori di usare l’acqua contro la prepotenza e la faccia feroce di chi ha tagliato un servizio primario e ad agire nei confronti di chi la nega sia con la mobilitazione che nelle sedi legali adeguate. Una cosa è certa: noi non ci assumeremo la responsabilità di veder seccare i frutteti a costo di dover rischiare in prima persona per affermare il diritto alla vita delle piante e alla tutela delle aziende e del lavoro.
Giovedì sarà, anche, l’occasione di presentare il documento appello nazionale con cui Altragricoltura invita gli agricoltori a firmare il Referendum contro la privatizzazione dell’acqua che investe direttamente la condizione di vita di tanti e tante nelle aree rurali. La riuscita della campagna per la raccolta delle firme che chiede l’istituzione del referendum sulla legge che privatizza l’acqua è per gli agricoltori un obiettivo da perseguire con convinzione ed è nell’interesse di tutto il movimento impegnato con centinaia di comitati a raccogliere le firme ovunque in Italia fare uno sforzo per coinvolgere le aree rurali del Paese nella battaglia per i Beni Comuni e l’acqua pubblica.
Oltre il 70% dell’acqua viene consumata nei processi agricoli , usata e sprecata per un’agricoltura del modello industrialista e produttivista che ingrassa solo speculatori e multinazionali mentre rovina gli agricoltori. Un uso dell’acqua pubblico e finalizzato ad una gestione corretta dei cicli produttivi agroalimentari è interesse di tutti i cittadini ma, soprattutto, degli agricoltori.
L’acqua non può essere solo uno dei tanti costi che pesano sulle aziende senza reddito ma deve tornare ad essere un diritto garantito e gestito con equità e correttezza.
All’assemblea delle ore 12,30 parteciperanno sindaci ed amministratori di provincia e comuni del metapontino, movimenti impegnati nella raccolta di firme ed agricoltori. I giornalisti che vorranno potranno visitare aziende della zona con l’acqua tagliata dal Consorzio di Bonifica e verificare direttamente cosa comporta per loro subire questo danno.