Basta scherzare! la ricreazione è finita.
Sembrava proprio che la campanella fosse suonata alla fine dello scorso anno, che si potesse procedere alla sostituzione del Dr. Sigillito, direttore generale dell’Arpab, che al nostro venisse riconosciuto, finalmente, il meritato riposo e tante ore di impegnative e rilassanti partite a tennis con i suoi amici dante causa.
A pochi mesi dalla tornata elettorale si pensò di soprassedere ancora per un poco e di arrivare, così, al capolinea.
Alla fine per gente abituata ai cicli agricoli come i lucani la cosa apparve tollerabile..
Adesso le fasi connesse con l’inizio della legislatura sono state completate, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ed il Consiglio regionale stesso si sono regolarmente insediati, la Giunta comincia a muovere i primi passi, si può procedere, senza ulteriori indugi e mettere a bando l’incarico.
La Regione ha bisogno di un’alta professionalità che sia pienamente credibile, che sappia rilanciare la struttura, c’è tanto da lavorare per ricucire e creare fiducia anche perché i temi ambientali sono sempre più seguiti dai cittadini ed il rischio di fare pasticci sempre più concreti.
E’ da notare che sul nostro territorio operano società private certificate mentre la struttura promossa dalla Regione, all’autunno scorso, non lo era e penso che non lo sia ancora.
Quando tutto questo si seppe fu un’altra doccia fredda.
La assoluta mancanza di trasparenza con la quale è gestita l’azienda, ad ogni pronunciamento, suscita dubbi e richieste di sviluppare ulteriori indagini.
“Il tutto è a posto” è definitivamente tramontato con la fine della legislatura scorsa.
Un accredito, l’Arpab, lo trova ancora nell’amministrazione comunale di Potenza che finalmente ha scoperto come ben quattro centraline su undici esistenti in regione non sono sufficienti a monitorare la qualità dell’aria in città ed alcune, forse, sono localizzate in punti incongrui e lo stesso modo di funzionare di alcune fa sorgere qualche “perplessità”.
Stranezze di una città che per molti aspetti è ben amministrata ma diciamo che l’ambiente non è il forte di quella amministrazione.
Chiudiamola lì altrimenti si apre la vicenda del “ridipinto” inceneritore che ricorda il restayling delle carrozze ferroviarie delle Fal, della delocalizazione della Ferriera, della raccolta dei rifiuti , delle aliquote Tarsu e chi più ne ha più ne metta in materia ambientale.
Gli unici che , sembra, non mettano i discussione la gestione Arpab sono proprio gli amministratori e la popolazione di Potenza.
Il Vulture- melfese ricorda l’inquinamento delle falde acquifere rivenienti dall’inceneritore Fenice e sulla cosa ancora chiarezza non è stata fatta: documenti relativi al monitoraggio secretati e risultati, poi, essere inesistenti; allarme lanciato 14 mesi dopo che i valori consentiti di mercurio nelle acque erano stati abbondantemente superati.
La Val d’agri dove una rete di monitoraggio seria non è ancora partita e le centraline Arpab danno valori diversi da quelle dell’Agrobios e chiarezza non è stata fatta malgrado la sollecitazione di volenterosi ambientalisti.
Il materano è terra di nessuno con la valle del Basento completamente abbandonata anche sotto l’aspetto ambientale ed elencare i vari punti sarebbe lungo se poi indirizziamo l’attenzione dal sito più a vista- quello che corre lungo la Basentana- alle zone interne , quelle dei calanchi, le nefandezze non sono neppure censite, sono semplicemente ignorate.
La ciliegina sulla torta sono i controlli Arpab sulla gestione ITREC dell’impianto della Trisaia.
L’agenzia per l’ambiente è delegata ad effettuare dei controlli all’impianto ITREC.
Sul sito Arpab si legge bellamente alla voce – tematica “Radioattività” – “Programma di Controllo e Monitoraggio dell’Impianto ITREC” – che l’agenzia con delibera n. 287 del 19 settembre 2008, dispone che per tutte le matrici interne all’impianto e contemplate nel piano di monitoraggio, quali gli effluenti liquidi presso le vasche di raccolta ed il particolato atmosferico presso il punto di emissione degli effluenti aeriformi e per le matrici interessate da eventuali lavori straordinari, effettuerà le analisi su campioni che verranno prelevati da SOGIN e consegnati all’Agenzia secondo un calendario indicato dalla stessa.
Il controllato, cioè, consegna al controllore il materiale sul quale vi sarà poi la verifica.
Ci auguriamo che almeno le analisi vengano fatte dall’Arpab e che la stessa non riceva il prodotto finito già confezionato.
Il tutto scaturisce da un protocollo operativo, non ancora perfezionato,tra Ispra, Arpab e Sogin ed allora si adottano soluzioni “fai da te” utili a produrre certificazione che possano supportare il “tutto è a posto”..
Se qualcuno ha , coscienziosamente, espresso dei dubbi, il novello arbitro Collina estrae il cartellino rosso e via agli spogliatoi il malcapitato.
E’ successo alla dirigente del Centro Regionale Radiottività.
Il nostro non è nuovo a queste “simpatiche” posizioni, già nell’autunno scorso, dopo che l’Anas aveva fornito ai componenti il Comitato di Indirizzo dell’Arpab la cartellonistica utile e tutti i consiglieri regionali facenti parte si erano dichiarati veramente soddisfatti, il nostro pensò bene di chiedere un risarcimento danni ad un gruppo di sindacalisti che facevano il proprio lavoro: rappresentavano i lavoratori e tenevano a cuore anche le sorti dell’Agenzia.
Il calumet della pace fu sotterrato rapidamente, nel frattempo, era maturata la scadenza del mandato regionale e fu indetta la nuova tornata elettorale.
Il capitolo a questo punto può considerarsi chiuso, i tempi supplementari sono stati concessi- per non svegliare il can che dorme- si proceda tempestivamente ed estrapolando la nomina da tutte le altre, si individui una figura professionale che abbia carisma e sappia dare fiducia agli addetti ma anche alla società civile perché c’è tanto da lavorare in chiave ambientale dopo che per definizione tutto era a posto.
Alla fine di tutta la vicenda un dubbio resta c’è qualcuno che sa spiegarsi come quel Boro quel Bario siano finiti nell’invaso della Camastra?
Bah! Lucania misteriosa: terra di masciare e monacelli.
Pio Abiusi