L’API di Matera rende noto che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di 9 compagnie petrolifere per accertare l’esistenza di un cartello restrittivo della concorrenza sui prezzi del bitume.
L’iniziativa dell’Antitrust è stata presa a seguito delle segnalazioni presentate da alcune associazioni di categoria, tra cui l’Associazione dei Produttori di Conglomerato Bituminoso aderente all’API di Matera, che annovera gli impianti che producono asfalto in tutto il territorio regionale.
L’Associazione aveva segnalato all’Autorità che, come è dimostrato dalle rilevazioni del Siteb ed è ampiamente documentato dai rapporti commerciali quotidiani tra i produttori di conglomerato bituminoso e le aziende petrolifere, i prezzi del bitume stradale praticati al Sud sono di gran lunga superiori rispetto a quelli applicati al Centro e al Nord, con una discriminazione territoriale che penalizza le imprese del Mezzogiorno.
Tale sperequazione non trova una valida giustificazione se solo si pensi che, a titolo esemplificativo, tra la Lombardia e la Basilicata esiste una differenza anche di 50 centesimi di euro a tonnellata, in evidente contrasto con il primato lucano di prima regione d’Italia fornitrice di petrolio.
L’Antitrust sta dunque indagando sulla possibilità che le aziende petrolifere abbiano concordato di mantenere alti i prezzi del bitume anche quando la quotazione scende, falsando così la concorrenza.
Come mai – ci si chiede – l’andamento dei prodotti petroliferi, bitume e olio combustibile, non segue le medesime oscillazioni al ribasso del petrolio? Come mai il prezzo del bitume non scende di pari passo con quello del petrolio?