Il primo passo decisivo per riprendere “ufficialmente” l’attività della DC a livello nazionale, là dove era stata interrotta nel 1994, è stato compiuto oggi a Bari dove si è riunito il “Comitato Nazionale degli iscritti alla DC, 1992-93”. Gli iscritti alla DC hanno infatti provveduto a nominare l’avv. Raffaele Lisi presidente nazionale del partito e tre vice presidenti nazionali: on. Franco Cafarelli, on. Antonio Russo e Emilio Cugliari. Il segretario regionale della Basilicata Giuseppe Potenza è stato nominato responsabile nazionale amministrativo. L’ufficio di presidenza – che convocherà a breve l’Assemblea nazionale degli iscritti per completare gli adempimenti previsti dallo statuto con l’elezione degli organismi dirigenti – è affiancato da nove coordinatori regionali.
“Nel panorama segnato dalla forte crisi di credibilità dei partiti tra i cittadini, il ritorno “legale” della DC con lo storico “scudo crociato-Libertas” – è il commento di Giuseppe Potenza – è l’autentica novità perché rappresenta valori che non conoscono crisi. La riunione di Bari, nel rispetto e nell’applicazione della sentenza della Cassazione (25999/2010), è servita a porre in essere gli atti propedeutici all’organizzazione, la convocazione e la celebrazione, a breve, del XIX Congresso nazionale della Democrazia Cristiana, per riprendere la storia del partito che responsabilità individuali avrebbero voluto troncare.
Dopo 18 anni di ricorsi, udienze e processi, finalmente la Magistratura ha posto termine alla querelle tra quanti – sin qui – si sono ritenuti eredi della Democrazia Cristiana o hanno utilizzato il suo simbolo. La Suprema Corte di Cassazione infatti, con una sentenza passata in giudicato (25999/2010) ha stabilito che: “l’associazione politica denominata Democrazia Cristiana, avente per simbolo lo scudo crociato, con la scritta Libertas, non è stata mai sciolta”.
In sostanza, nel lontano 1994 – spiega Potenza – non avevano il potere di sciogliere il partito fondato da Don Luigi Sturzo, né il Segretario dell’epoca, on. Mino Martinazzoli, né il Consiglio Nazionale. Avrebbe potuto prendere tale decisione, solo l’organo sovrano, l’assemblea dei soci: in altri termini, il Congresso. Di qui l’invito della Cassazione a convocare i soci 1992-93 per farli pronunciare con una storica decisione. Ed è quello che abbiamo fatto oggi – sottolinea ancora Potenza, tra i promotori della riunione di Bari – per la prosecuzione dell’attività del partito, questa volta anche assolvendo agli aspetti di carattere giuridico previsti dalla sentenza della Cassazione. Si tratta di un evento fondamentale che ci consente di riappropriarci, quali autentici “titolari”, del simbolo in passato conteso e che ci è stato impedito di presentare in occasione di elezioni amministrative (ultima in ordine di tempo alla Provincia di Matera) e politiche. Per le politiche della primavera 2013 – annuncia – lo scudo crociato tornerà sulle schede elettorali per il rinnovo del Parlamento e con esso il partito dei democratico-cristiani che non hanno mai “sciolto” i propri valori etici, culturali e di impegno sociale, raccogliendo l’invito dei vescovi italiani a rinnovare la presenza dei cattolici in politica e nelle istituzioni. Pensiamo naturalmente – conclude Potenza – di modernizzare la migliore tradizione che in Basilicata è stata rappresentata dal Presidente Colombo, da Verrastro, attraverso programmi e progetti di riscatto sociale e civile, con il contributo di vecchi e nuovi militanti e soprattutto dell’associazionismo cattolico.