“La Svimez prevede entro il 2013 oltre 250mila nuovi posti di lavoro al Sud, di cui 100mila laureati, nel settore dell’industria culturale a condizione che si realizzino precisi interventi di politica industriale misti a strumenti di valorizzazione del patrimonio. Quanti posti potrebbero essere creati solo nel Metapontino, nell’area del Parco Archeologico e delle Tavole Palatine, se non ci fosse l’attuale grave situazione di degrado e di abbandono?”. E’ l’interrogativo del vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Benedetto (IdV) sottolineando di “condividere in pieno analisi e ricetta del vice direttore della Svimez Luca Bianchi secondo cui i beni culturali delle regioni meridionali sono poco valorizzati nonostante la presenza di giovani qualificati e facilmente impiegabili e per colmare il gap occorrono investimenti integrati in cultura e innovazione, finanziati con risorse nazionali e comunitarie. E’ evidente che di fronte al profondo degrado rappresentato dalla presenza persino di rifiuti, cantieri abbandonati, segni diffusi di incuria, diventa necessario – aggiunge – individuare responsabilità sia a livello nazionale che regionale. I tagli al Ministero Beni Culturali sono ben noti ma non possono essere un alibi per coprire responsabilità politiche ed istituzionali. Quanto alla Regione, il patrimonio culturale, archeologico, storico-monumentale ed artistico del Metapontino, non a caso “cartolina” del turismo lucano e immagine diffusissima all’estero, rappresenta l’elemento che caratterizza la proposta di Distretto Turistico della provincia di Matera di cui si è fatta promotore l’Amministrazione Provinciale di Matera e pertanto se Sovrintendenze (e quindi Ministero) non sono in grado di garantire la fruizione dei beni culturali non si può restare a braccia conserte ma bisogna mettere mano a programmi di spesa comunitari attestati alla Regione. Ha perfettamente ragione il vice direttore della Svimez Bianchi quando denuncia la sottoutilizzazione nelle regioni meridionali di uno straordinario potenziale di crescita derivante dal patrimonio di beni culturali presenti sul territorio, ma anche di un altro importante patrimonio disponibile costituito dalla creatività e dalla valorizzazione di tradizioni nel campo dell’alto artigianato e delle arti. La disponibilità di capitale umano ad elevata scolarizzazione, che rappresenta il principale fattore di criticità e di sofferenza delle nuove generazioni meridionali, potrebbe rappresentare, soprattutto in questo settore, un importante asset dello sviluppo. Non va inoltre trascurato che anche nella crisi, come dimostrano i dati sulla dinamica occupazionale negli ultimi anni, si è registrata una crescita della popolazione occupata in questi settori, in conseguenza di una crescita della domanda culturale delle famiglie. In Basilicata sono oltre 8mila gli occupati nel comparto più vasto dell’industria culturale (il 4,4% della forza lavoro complessiva) e – continua Benedetto – ci sono tutte le condizioni per incrementare l’occupazione puntando ad una fetta dei 250 mila nuovi posti previsti da Svimez entro il prossimo anno, ma prioritariamente si metta fine allo scempio dell’area di Metapontum”.
Ott 21