E’ fantapolitica?
L’Udc di Casini in Puglia è stato il terzo polo ed in buona sostanza pur senza schierarsi con il Governatore Vendola ha permesso a questi di vincere le elezioni in Puglia.
Qualora il candidato del centro sinistra fosse stato Boccia l’Udc si sarebbe schierato per quello che aveva promesso la sostanziale privatizzazione dell’acqua così come buona parte del PD.
Il candidato è stato Vendola e l’Udc di Casini restando neutrale, schierato con la Poli-Bortone, ha permesso a Vendola di vincere le elezioni.
Successivamente la giunta Vendola ha potuto presentare un bel disegno di legge che prevede come l’acqua che corre nei tubi pugliesi sia gestita da un ente pubblico C’è solo un piccolo neo e cioè: l’acqua che corre in quei tubi proviene in buona parte dagli schemi idrici lucani.
In Basilicata l’Udc di Casini si è schierato immediatamente con il centro sinistra ed il rappresentante più significativo di quel partito è divenuto Vice Presidente della Giunta ed anche assessore all’ambiente.
Il suocero di Casini è Caltagirone azionista di riferimento della A.C.E.A. spa, una multi- servizi che partendo da Roma gestisce Acqua, Energia- per questo il riferimento anche alla SEL( Società Energetica Lucana)- nella relazione programmatica del Governatore De Filippo – e la gestione integrata dei rifiuti.
ACEA comprerà, malgrado non valga nulla, anche l’Acta di Potenza.
La Basilicata diviene colonia del gruppo ed anche le ultime voci di eventuali dissenso vengono tacitate ed a Romaniello( gruppo Sel: Sinistra Ecologia e Libertà?) viene data la presidenza della Terza Commissione che tratta ambiente ed attività produttiva.
L’acqua che scorre nei tubi pugliesi, malgrado la ridondanza delle dichiarazioni, viene gestita indirettamente da un gruppo privato, il governatore Vendola ne è a conoscenza?
Al Prof. Caserta studioso serio che titolava in un suo comunicato stampa: Pd, acqua e…….vade retro, popule e che in un altro comunicato, sempre preoccupato per la privatizzazione dell’acqua titolava: Addio zampilli, fontanini e … tombini d’epoca possiamo rassicurarlo che l’Acea, siccome L’acqua è un tesoro, regala, a Roma, la mappa dei nasoni ( le tipiche fontanine pubbliche romane) , qui da noi regalerà ad ogni cittadino lucano quello che hanno già ricevuto lo scorso Natale solo i consiglieri regionali da Acquedotto Lucano e cioè una fontanella e così potrà fare quello che solo i fortunati consiglieri regionali hanno già potuto fare lo scorso 23 Dicembre e cioè: ognuno ha voluto farla sgorgare a volontà, con una fantasia e un’immagine di altri tempi quando la fontana era il luogo privilegiato di aggregazione sociale per piccole e grandi comunità (da Basilicatanet).
Del resto il Professore Caserta è stato un apprezzato consigliere regionale quando però la Sinistra governata da Berlinguer era una cosa seria ma anche la Balena Bianca lo era.
Pio Abiusi
Multiutility dell’acqua in Basilicata: non sono una scelta obbligata
Per la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) il ricorso alle cosiddette “multiutility” nella gestione dell’acqua, annunciate dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, non sono una scelta obbligata. Questa strada – secondo la nostra Organizzazione – porterà in maniera inevitabile all’aumento dei costi di gestione ed al peggioramento, non solo della qualità dell’acqua, ma anche del servizio idrico, con la scomparsa dei controlli pubblici e l’annientamento dei diritti dei cittadini.
E’ questo il modello che persegue il governatore lucano? L’apertura fatta dal presidente De Filippo all’ingresso di capitali privati nella gestione dell’acqua secondo un “cliché” efficientista e privatistico, ha visto di recente contrario il governatore della Puglia, Niki Vendola, il quale ha scelto di ri-pubblicizzare l’Acquedotto Pugliese, oggi Società per Azioni. Di questa iniziativa ne ha fatto un cavallo di battaglia durante le ultime elezioni amministrative, sbaragliando le opposizioni interne e quelle esterne alla propria coalizione. Come è possibile che la Basilicata che possiede la risorsa idrica decide di privatizzarla mentre una regione che ne è dipendente, la Puglia, decide di seguire la strada opposta? Le apparenze ideologiche, in questo caso, ingannano. Sulla questione sembra essere in atto il “gioco delle tre carte”.
La Regione Basilicata, dopo aver calato il primo asso con la vendita alla Regione Puglia delle azioni in Acquedotto Pugliese SpA, incassa il secondo asso di denari con la sottoscrizione, nel mese di marzo scorso, dell’accordo con la Regione Puglia, Acquedotto Pugliese SpA e Acquedotto Lucano SpA. Un accordo presentato come vantaggioso per la Basilicata. Troppo vantaggioso, al punto che avrebbe risvegliato, secondo alcune fonti non ufficiali, gli appetiti di alcune società multinazionali come Acea e Veolia che sarebbero interessate ad acquisire parte del capitale azionario delle SpA lucane, oggi controllate dalla Regione Basilicata che detiene il 60% di Acqua SpA ed il 100% di Acquedotto Lucano SpA assieme ai Comuni. In base al decreto Ronchi, la componente azionaria pubblica non potrà superare nelle Società per Azioni il 30%. In proposito, il governatore lucano non ha chiarito quale ruolo dovrà avere il pubblico nelle due SpA lucane.
L’accordo con la Regione Puglia porta nelle casse della Regione Basilicata oltre 20 milioni di euro all’anno derivanti dalla cessione di oltre 221 mila metri cubi di acqua convogliati in Puglia dagli invasi di Monte Cotugno e del Pertusillo, con la fissazione della tariffa per la cessione dell’acqua al costo di appena 7 centesimi al metro cubo e un patrimonio in immobili e reti del valore di oltre 600 milioni di euro. Ad Acquedotto Pugliese restano in gestione gli impianti di potabilizzazione, mentre viene affidata alla società lucana Acqua SpA, presieduta da Antonio Triani, la gestione delle reti idriche e degli invasi lucani, in cambio del 40% delle azioni acquistate da Acquedotto Pugliese SpA. Ad Acquedotto Lucano SpA, presieduta da Egidio Mitidieri, viene invece affidata la depurazione e la distribuzione all’utenza dell’acqua.
Si tratta ora di capire, dopo l’annuncio dell’ apertura alle “multiutility” da parte del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, quale sarà la carta che giocheranno gli investitori privati nella scalata al sistema delle cosiddette SpA pubbliche lucane e quale sarà il prezzo che i lucani dovranno pagare per la privatizzazione, in termini di costo dell’acqua pagato al rubinetto. Siamo consapevoli che nel gioco delle tre carte c’è un solo vincitore, mentre i perdenti sono i cittadini pugliesi e lucani che vedono così scippato un loro diritto, a meno che non decidano di imporre alla politica regionale altre regole del gioco.