STAGIONI CULTURALI A RISCHIO.
UNO STILLICIDIO CONTINUO
«Gli appelli di queste ore lanciati dalla Scaletta, dal festival Duni confermano la gravità di un contesto nel quale tutti noi operatori della cultura ci muoviamo da tempo». Lo sostiene Gigi Esposito, presidente dell’Onyxc Jazz club che aggiunge: «La nostra associazione chiede a viva voce da tempo che i meccanismi dei fondi erogati a favore di chi opera in questo settore passino attraverso una metodologia più adatta alla trasformazione in atto della realtà culturale italiana.
E’ necessario – prosegue Esposito – che qualità e affidabilità delle proposte vengano riconosciute da politiche di sostegno che non si basino sull’improvvisazione e sulla mancata programmazione ma che, al contrario, tengano conto delle esigenze che gli operatori hanno nella preparazione e realizzazione di rassegne, manifestazioni, iniziative. La Basilicata – conclude Esposito – è ogni anno fucìna di straordinarie risorse legate al lavoro costante di operatori, volontari, maestranze, musicisti, attori, professionisti dello spettacolo ai quali le istituzioni devono riconoscere un tributo economico-finanziario, ma non solo, che consenta loro di garantire un panorama culturale di grande livello.
L’Onyx comprende e condivide i disagi segnalati dalle associazioni in questi giorni rinnovando ancora una volta la necessità della creazione di un gruppo di lavoro che si muova in perfetta sinergia con Regione, Provincia e Comune per la gestione e l’erogazione dei fondi senza dover, ogni anno, vivere l’incertezza dell’ultimo minuto. E’ impensabile – prosegue Esposito (a margine dell’incontro che il Comune, l’Api e la Camera di commercio hanno avuto con le associazioni sui finanziamenti Piot per i grandi eventi) – che la regione che parla dei Piot come strumento in grado di incrementare il flusso turistico e di Matera come punta di diamante e che stabilisce che gli eventi sono elementi essenziali per la promozione del territorio, stanzii invece finanziamenti ridicoli proprio per queste iniziative».
LA CRISI NELLE ARTI GIUNGE DOPO IL DECIMO ANNO NON DOPO IL SETTIMO COME NEI MATRIMONI
“Dopo 11 anni il Festival Duni rischia di non realizzare a Matera quella serie di manifestazioni di produzione musicale che ha sempre vitalizzato culturalmente e turisticamente la città dei Sassi Patrimonio Unesco e candidata Città della Cultura 2019.Unico Festival riconosciuto in Basilicata – dal MIBAC – Fondo Unico dello Spettacolo come “manifestazione di interesse nazionale” grazie alla rivalutazione del musicista materano del ‘700 Egidio Romualdo Duni attraverso esecuzioni, incisioni e pubblicazioni delle sue opere sia strumentali che vocali. Da ricordare le prime esecuzioni moderne delle opere serie “Nerone”, “Catone in Utica” il “Giuseppe Riconosciuto” con CD edito dalla Bongiovanni che ha riscosso notevole successo discografico e le riproposizioni di opera-comique quali “L’isola dei pazzi” con la regia di Michele Mirabella, “Nina et Lindor”, “Il Pittore innamorato della sua modella” e tante pubblicazioni delle opere strumentali di Duni.
La dodicesima edizione del Festival Duni quasi sicuramente non potrà realizzarsi visto la sconcertante assenza di chiarezza sui fondi pubblici sull’ormai nota manifestazione.
Nel 2009 l’associazione musicale Ensemble Gabrieli che organizza il Festival ha ricevuto per il 50% contributi pubblici dall’Apt, dall’Assessorato alle Attività Produttive, dai fondi Pisu del Comune di Matera e dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali-Fus, e l’altro 50% dallo sbigliettamento degli eventi e sponsor privati. Ad oggi a meno di un mese dalla data del 5 luglio fissata per il primo appuntamento non esiste nessuna certezza economica per la parte pubblica (da ricordare il grandissimo clamore per il successo dell’unico concerto nel Sud Italia alla Cava del Sole di Burt Bacharach).
Nel cartellone 2010, come anticipato dal direttore Artistico del Festival Saverio Vizziello, oltre gli eventi Goran Bregovich è prevista per la prima volta a Matera la realizzazione nella Cava del Sole dell’opera lirica di Puccini “Tosca” che prevede oltre l’impegno di grossi nomi del panorama mondiale della lirica circa 200 lavoratori dello spettacolo tra orchestra, coro, comparse e manovalanza per consolidare la caratteristica del festival materano incentrata sulla Produzione che arricchisce l’offerta culturale a vantaggio dei cittadini e dei turisti creando anche un “circolo virtuoso” che può avere effetti positivi anche dal punto di vista economico e dare finalmente anche prospettive economiche ai tanti diplomati del nostro Conservatorio.
Leonardo Montemurro
Vice Presidente Associazione Ensemble Gabrieli
Il commento di Confesercenti
Prima è stata la volta del Trofeo Gaetano Scirea, che ha abbandonato, si spera non per sempre, la Città dei Sassi.
Subito dopo, il Circolo La Scaletta ha lanciato l’allarme per l’edizione 2010 de “Le grandi mostre nei Sassi”.
Oggi, infine, a pochi giorni dalla presentazione di un calendario che si preannunciava ricco di eventi e di personaggi di grande richiamo, anche il Festival Duni alza bandiera bianca, facendo intendere che, senza alcun aiuto, la stagione musicale non potrà prendere il via.
Nel frattempo si sono perse le tracce, e le speranze, di rivedere, a Matera, la colorita, rumorosa e affascinante carovana del Lucania Buskers, altro appuntamento all’altezza di una città che vuole essere Capitale della Cultura non solo sulla carta.
È evidente che occorre un ripensamento degli impegni dei più importanti enti pubblici, dalla Regione passando per l’Azienda di Promozione Turistica, per andare a Provincia e Comune di Matera, per provare a “salvare” questi eventi ed altri, altrettanto importanti per la nostra città, che cominciano perlomeno ad annaspare.
Queste difficoltà economiche emergono in coincidenza di due fattori: da una parte la sempre più scarsa disponibilità di cassa da parte degli enti pubblici, sempre più in apnea per colpa anche dei tagli di risorse pubbliche, dall’altra la crescente crisi economica che, di fatto, ha causato una sensibile riduzione della sensibilità a sostenere, da parte dei privati, tali importanti iniziative.
Occorre provare a salvare almeno la stagione ormai alle porte, anche attraverso sacrifici ed impegno straordinario, da parte della Regione, perché uno stop contemporaneo di tutte queste iniziative avrebbe un significato negativamente profondo che va ben aldilà della semplice interruzione, magari anche solo temporanea, di un ricco calendario di eventi.
Vorrebbe dire che la cultura abdica al suo ruolo di fronte alla crisi, che la cultura si lega, solo e ed esclusivamente, a fattori economici ma, anche e soprattutto, che enti ed istituzioni, preposti anche alla salvaguardia di questi settori deboli, hanno fallito nel loro ruolo.
Servirà, però, alla fine di questo salvataggio, una profonda riflessione fra tutte le istituzioni e le associazioni culturali, per immaginare un “calendario sostenibile” a fronte della situazione in cui versano enti locali e imprenditori, per far si che non si ripeta più, il rischio di vedere una intera stagione culturale, ma anche turistica, “annullata per crisi”.
Mamma mia … che disastro !
E con questo governo nazionale di soldi ce ne saranno sempre meno e saranno destinati alle società private. Privatizzazione: è questo il disegno programmato. Per cui anche la cultura deve diventare appannaggio del privato. Programmare e fare le prevendite 1 anno prima, vendere gadget, farsi pagare gli spazi pubblicitari….questo è lo scenario !!! Vota silvio & company!!!
xkè renzo albore è cultura?dipende dall’idea di cultura che ha la gente. ora vado al concerto di renzo albore e mi sento molto piu acculturato. ma per piacere. non è questione di tagli, è questione di indignazione a pagare le tasse per questa roba qui