Mercoledì 24 ottobre alle ore 17 nella sala A del Consiglio Regionale, il coordinamento regionale acqua pubblica in Basilicata presenterà alla Commissione che si occupa di riscrivere lo Statuto Regionale lucano, nonché ai Presidenti della Giunta e del Consiglio ed a tutti i Consiglieri Regionali, altre 1.200 firme di cittadini lucani – che si aggiungono alle 400 già raccolte – a sostegno della proposta “acqua bene comune” presentata nel novembre del 2011.
Con questa proposta si chiede che il nuovo Statuto Regionale riconosca all’acqua lo status di “bene comune pubblico”, garantendo il carattere pubblico ed inalienabile tanto della proprietà del bene e della rete quanto della loro gestione, e che dichiari il “Servizio idrico integrato” (SII) un “Servizio pubblico di interesse generale privo di rilevanza economica”.
Il principio che viene ancora una volta ribadito è quello secondo cui l’acqua, in quanto bene comune e diritto umano universale, non può essere assoggettata alle leggi del mercato come una qualsiasi merce e va quindi protetta – in sé e nella sua gestione – da ogni forma di privatizzazione.
Va ricordato, d’altro canto, che la Costituzione Italiana, negli artt. 2 e 3, sancisce già i principi fondamentali di solidarietà ed eguaglianza sostanziale dei singoli nonché l’impegno dello Stato ad assicurare le condizioni necessarie per lo sviluppo della persona umana e che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la risoluzione A/64/L.63/rev.1 del luglio 2010, ha riconosciuto “il diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici” quali “diritti umani essenziali al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani” .
Con la proposta “acqua bene comune”, il Coordinamento chiede quindi all’amministrazione Regionale di adottare tutte le misure necessarie a che il Servizio Idrico Integrato venga affidato ad un ente di diritto pubblico garantendo l’effettivo e diretto coinvolgimento dei cittadini nella gestione e di attribuirgli le finalità:
• di contribuire alla coesione economico-sociale e territoriale assicurando a tutti l’accesso all’acqua potabile di buona qualità;
• di garantire che l’uso potabile sia prioritario rispetto ad altri usi e che esso avvenga mediante la distribuzione di acqua sorgiva;
• di contrastare ogni forma di inquinamento, di impoverimento e di uso improprio dell’acqua al fine di tutelare la salute dei cittadini, di proteggere l’ambiente e di salvaguardare il bene a favore delle future generazioni;
• di garantire l’utilizzo solidale e responsabile dell’acqua ed il rispetto degli equilibri ecologici e delle peculiarità locali.
E’ solo in questo modo, infatti, che potranno essere finalmente attuati i principi già molte volte sostenuti anche dal Governatore De Filippo in occasione della consultazione referendaria del 2011, in cui 27 milioni di cittadini italiani – fra cui 280.000 lucani – si dichiararono a favore dell’acqua pubblica.
Presidente De Filippo, è tempo di passare dalle parole ai fatti: occorre che il percorso di democrazia partecipata da lei avviato in vista della riscrittura dello Statuto Regionale diventi sostanziale e che le proposte dei cittadini vengano esaminate, discusse ed accolte, e non lasciate marcire in un cassetto!
Ott 22