L’assessore comunale all’urbanistica, Ina Macaione, chiarisce la sua posizione in merito all’applicazione della legge 106 e alla vicenda del Mulino Alvino con il seguente intervento:
Crisi di soggettività
La questione del “Mulino Alvino” e dell’applicazione della 106 del luglio 2011, ci consente una riflessione (da continuare in città) sullo “spazio pubblico”, sulla crisi di soggettività, sui linguaggi e la comunicazione, sull’auto-responsabilità. Ma, soprattutto, apre problemi collegati alle posizioni della Regione Basilicata, che è l’unica regione in Italia che non ha ancora approntato l’adeguamento alla legge su citata con un proprio regolamento urbanistico che consentirebbe di tutelare con efficienza le comunità, che attualmente sono in balia del “silenzio assenso”. Sarebbe utile che la società civile e coloro i quali si sentono impegnati nella tutela e valorizzazione del territorio cercassero di capire, anche se a distanza di un anno, come mai ancora la Regione non ritiene importante e urgente la definizione della propria legge urbanistica che consentirebbe di riportare alla collettività le decisioni sul futuro.
Dunque scrivo perché siano chiari i dati e i fatti.
1. come già scritto sopra, né all’assessore all’urbanistica, né alla giunta, né al consiglio comunale è richiesto parere tecnico sui “permessi a costruire” ai sensi della Legge 106/2011.
2. Ciò che è possibile fare da parte dell’Assessore e della Giunta ed è stato fatto è: a) che tutto sia a norma di legge; b) suggerire, se è possibile, miglioramenti alle proposte; c) cercare di arginare proponendo alla Giunta di approvare la richiesta di identificare i criteri per definire le “aree degradate” interessate dall’applicazione della legge 106/2011da sottoporre all’approvazione del consiglio comunale affinché sia chiaro che la città è di tutti e non solo di alcuni.
3. Definire azioni e comportamenti che si ritengono necessari affinché non si arrivi a situazioni non governabili, alcune delle quali – anche dal mio punto di vista – spiacevoli se non intollerabili. Ecco alcune proposte:
a)creare lo spazio pubblico – culturale e politico – in cui si possano discutere ordinatamente, con documenti ed esempi alla mano, tutti i progetti in campo, soprattutto quelli sui nodi strategici della città.
b) che in tale spazio pubblico siano invitati ad esprimersi tutti i soggetti che hanno la responsabilità del futuro della città evitando, per esempio, che a decidere su un’area pubblica o privata che sia, ossia su uno spazio che di fatto è di tutta la città, siano coloro che si dichiarano “padroni del presente” e delle loro particolari esigenze, o gli imprenditori che si dichiarano “padroni del lavoro”. LO SPAZIO PUBBLICO è UN’ALTRA COSA. Esiste questo “spazio pubblico”? risposta: NO. Dove, come e quando si potrà costruire? Chi sono coloro che potrebbero essere in grado di rendere condiviso e responsabile questo spazio pubblico? Risposta: sono tutti gli uomini e le donne impegnati nella società e soprattutto nella politica.
c) che cosa può fare un assessore all’urbanistica, vista l’attuale legislazione, la cittadinanza, il mondo della cultura, oltre tutto ciò che attualmente è nel loro effettivo potere?
i) possono cercare d’influire sui processi che trasformano l’incredibile numero di riunioni che si tengono all’interno delle sedi ufficiali (la regione, il consiglio comunale, le commissioni, la giunta, uffici, sedi di associazioni, ecc.) in momenti produttivi in cui sia possibile un’effettiva trasparenza degli atti, rendendoli accessibili negli aspetti tecnici più complessi, utilizzando possibilmente un linguaggio più comprensibile e chiaro. Questa è una premessa per almeno una parte del cosiddetto spazio pubblico.
ii) l’altra azione riguarda i luoghi esterni al palazzo di città, nei quali operano i diversi soggetti portatori d’interessi e di posizione politiche in grado di qualificare lo spazio pubblico della città. L’assessore, ed è ciò che mi accingo a fare, deve stimolare la formazione dei luoghi e delle forme di una “consulta pubblica”, in cui emergano con trasparenza non solo gli interessi (economici di futuro e di presente) ma anche la possibilità di una partecipazione reale, non fittizia e debole per la produzione – oltre allo scontento e alla protesta – di quelle alternative immediatamente praticabili da soggetti che si dichiarino “auto-responsabili” e operativi.
Ciò detto è mia intenzione di lavorare affinché possa esistere uno spazio pubblico qualificato in cui sia possibile a tutti coloro che lo desiderano affermare il “diritto di città”.
Enzo Di Pede (direzione PD Matera) commenta dichiarazione Assesssore Ina Macaione sulla L. 106/2011
Leggo adesso con piacere la riflessione sulla legge 106 e la proposta dell’assessore sulla creazione di uno “spazio pubblico” .
Alcune brevi considerazioni a caldo: – credo che sia una sua opinione (condivisa dal sindaco e dalla giunta) che la legge 106, in assenza di una legge regionale, la si debba applicare così come
ha fatto, e sta facendo, il Comune di Matera;
– mi pare che la maggioranza dei consiglieri comunali, che ha approvato la mozione di indirizzo, è convinta del contrario e ciò che, anche in assenza di una legge regionale, la competenza del permesso a costruire in deroga è del consiglio comunale ( il Piemonte non ha approvato nessuna legge regionale, la circolare emanata dal presidente vale quanto il due di coppe, eppure nessun comune si è o si sta comportando come il comune di Matera);
– scaricare le colpe sulla regione Basilicata mi pare anche questa fuori luogo e tardiva; l’assessore, che in questo momento rappresenta l’amministrazione, deve rispondere di un anno di vuoto di iniziativa politica dell’amministrazione ( a partire da novembre del 2011 il sindaco poteva e non ha fatto nulla);
– l’invito, infine, alla creazione di uno “spazio pubblico” è commovente, lo dico con tutta la simpatia e il rispetto alla persona;
quanto lei chiede è parte integrante e sostanziale del programma elettorale del centro sinistra; il tradimento, perpetuato dal sindaco e dalla sua giunta, è apparso in maniera evidente a partire dalla vicenda del piano casa 1 ( ottobre 2010);
l’assessore probabilmente non ha idea in quale contesto politico-culturale è capitata.
Enzo Di Pede, direzione cittadina PD
ponzio pilato docet
LA MACAIONE NON SA ANCORA IL SUO RUOLO E COSA DEVE FARE OLTRE A SEGUIRE TUTTI GLI EVENTI CULTURALI!!!!!! DIRE: NON è PER ME!
La signora Macaione continua a fare filosofia in ambienti nei quali non è richiesto. O deve aver creduto che chiacchiere accademiche possano in qualche modo abbellire le manovre condotte dai palazzinari materani e approvate dalla politica? Se un’amministrazione non crede in una manovra non la porta avanti e basta. Per arrivare ad approvare un piano di lottizzazione, il consiglio comunale deve aver già approvato una variante, quindi non capisco in quale passaggio ci sia l’impotenza dell’amministrazione. La verità è che a Matera la classe politica è farcita di gente che ha interessi nella speculazione edilizia. I palazzinari comandano e tutti gli altri per mantenersi la poltrona reggono la parte dei primi, adducendo ragioni improvvisate e gettando fumo negli occhi alla gente. Intanto noi paghiamo ed il nostro assessore che fa? Ovvio intasca i nostri soldi e getta la città in bocca ai pescecani!! Però scrive libri e si atteggia ad intellettuale materano perchè va di moda. Se ci fosse un pò di meritocrazia avremmo gente con un pò di buon senso a governare la città, invece non ci resta che piangere!!
Ora è chiaro perchè Ad Duce ha messo un’assistente universitaria nel ruolo di Assessore all’Urbanistica: sapere scrivere senza errori grammaticali periodi più lunghi del solito e sufficientemente articolati.
L’unico problema che permane è:
a) COSA VOLEVA DIRE?
b) COSA HA IN EFFETTI DETTO?
Risposta:
a1) CHIEDIAMOLO AI PALAZZINARI.
appunto adduce-ndo giustificazioni sofistiche e speciose per coprire un appoggio vergognoso all’edilizia speculativa che ha letteralmente abbrutito la città negli ultimi decenni… la città dei magnifici quartieri del dopo sfollamento, progettati da celebri urbanisti nazionali non esiste più. Più di qualcuno aveva predetto questi scenari e puntualmente non è stato creduto. Matera è governata dal partito del mattone
Che strano però che i loquacissimi consiglieri regionali in questa circostanza sono rimasti in religiosissimo silenzio.
Non è che si sentono poco poco responsabili di ciò che sta accadendo sul mattone in Basilicata x non aver approvato la legge regionale?
Non è che i veri amici dei palazzinari sono loro che così hanno scaricato tutto sulla povera Macaione?
Meditate gente, meditate
PAPPARAPAPPA sappiamo bene che la responsabilità è dei consiglieri regionali per primis con la collaborazione dell’ amministrazione materana ,consiglieri che hanno usufruito della stessa legge per interessi propri e anche della Macaione perchè se stata messa lì ……………non è sicuramente per le specifiche qualità. A BUON INTENDITORE POCHE PAROLE!!!!!!
La politica regionale in accordo con l’economia del mattone e in accordo con i professionisti del mattone hanno gestito tutta la vicenda. Con la collaborazione e in accordo con la soprintendenza. Si è ben introdotta anche lei a corte.
Oltre alle adduzioni tecnicistiche, non è che un amministratore in alcune questioni scottanti, come il tema urbanistico, ci deve mettere anche la faccia e trovare il modo legale ed etico di come affrontare la situazione senza diventare Ponzio Pilato?
Diceva un illustre politico, che ha fatto la storia dell’Italia repubblicana, ed è stato dentro tanti governi ed inchieste giudiziarie, che a pensare male si fa peccato però a volte si azzecca, credo la politica-affaristica ha bisogno di marionette e si serve di queste.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti, che miseria, e soprattutto la vergogna perchè si continua a farlo.
c) che cosa può fare un assessore all’urbanistica, vista l’attuale legislazione, la cittadinanza, il mondo della cultura, oltre tutto ciò che attualmente è nel loro effettivo potere?
Dimettersi, assessore, dimettersi! Tanto più che Lei dice di appartenere a quell’accrocchio di vecchi arnesi che risponde al nome di Alba, che, almeno a parole dice di combattere quello che l’amministrazione di cui Lei fa parte sta combinando a Matera.
La sua ipocrisia ed il suo eloquio non servirà a cancellare il suo nome dalla lapide di quelli che avranno distrutto Matera!